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Quando Royal Enfield vuol dire Indonesia

Sebbene legata a doppio filo con l’India, questa volta Royal Enfield fa parlare di sé per una preparazione che arriva un poco più ad est rispetto alla nazione in cui le piccole motociclette prendono vita: si tratta dell’Indonesia e questa scrambler è firmata Thrive Motorcycle
Esotica e saporita
Indonesia da qualche anno significa Kustomfest, il festival di Jakarta in cui i preparatori della zona sfoderano tutto il loro talento (e ce n’è molto). Specializzati soprattutto nelle piccole cilindrate, vecchie moto giapponesi e inglesi, i customizer di quell’area appena sono finiti sotto i riflettori hanno destato molto scalpore per cura e originalità delle loro creazioni. Questa Royal Enfield chiamata Moltar ne è un esempio cristallino: semplice, ben fatta  e di stile assolutamente occidentale, la scrambler porta la firma di Thrive Motorcycle.



L’imbeccata a Indra Pratama e Barata Dwiputra, i due proprietari dell'officina, è arrivata direttamente da Royal Enfield Indonesia che a budget ha messo per la fine lavori 2 mesi circa.
La base è una straclassica Bullet 350 che però ha tutti i numeri per poter esser trasformata in quasi ogni genere di moto, street fighter a parte.
Il lavoro è stato eseguito mantenendo come punto fermo l’anima classica della Royal Enfield e lavorando quindi su tutti quei dettagli che potevano essere raffinati. Il risultato doveva essere una trasformazione ma il più possibile factory.



A livello di telaio, è stato semplicemente rifatto da zero quello posteriore per poter accogliere una nuova sella ed un inedito parafango che ospita un faretto a LED.
Nuove sono anche le due sospensioni posteriori YSS.
Sotto alla voce masse non sospese, troviamo delle modifiche che riguardano anche le ruote: nuovi sono i cerchi con misure tipicamente vintage/off road, 19 pollici all’anteriore e 18 al retrotreno, che si accompagnano a due scolpitissime coperture Shinko.
Se il serbatoio è rimasto originale, ciò non si può dire di altri dettagli che sono stati rielaborati da zero: i fianchetti ad esempio sono stati mantenuti stock solo per metà, uno dei due è stato risagomato e prevede il passaggio dello scarico alto  al suo interno.



Sempre hand made anche la piastra paracolpi montata sotto al motore e il parafango anteriore. Il resto dei dettagli proviene da catalogo interno, vedi le pedane regolabili, o da fornitori esterni come le frecce o il quadro strumenti che tra l’altro è stato abilmente inserito dai ragazzi di Thrive all’interno del fanalino anteriore.
Poche le modifiche al piccolo cuore da 350 centimetri cubi, solo l’adozione di un filtro aperto Daytona.



Il risultato è preciso per le zone appena fuori Jakarta: la motocicletta sembra essere veramente divertente da guidare nello sterrato non impegnativo o estremo.
Dall’Indonesia ecco quindi l’ennesima dimostrazione che ormai per trovare special fatte bene è necessario guardare proprio in ogni angolo di mondo.
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