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Prezzi benzina, Shell condannata per “abuso di dipendenza economica”

La compagnia anglo-olandese è stata condannata per aver obbligato un gestore di un impianto a gonfiare i prezzi benzina per favorire un altro impianto, sempre collegato alla multinazionale petrolifera. Secondo i sindacati dei benzinai si tratta di una sentenza importantissima perché potrebbe portare vantaggi non solo ai gestori ma anche ai clienti degli impianti che, da ora in poi, potrebbero godere di prezzi più vantaggiosi
Shell condannata
Il gestore di un impianto Shell di Massa ha vinto una causa contro la compagnia petrolifera che è stata condannata per “abuso di dipendenza economica”. Secondo la sentenza Shell obbligava il gestore a mantenere i prezzi parecchio più alti  di quelli di un altro impianto a pochi chilomentri di distanza e gestito da Aico, una controllata di Shell. I benzinai "Aico" sono degli associati Shell, e in quanto tali, hanno introiti minori ma il diritto di praticare prezzi più concorrenziali. Chi non è associato, invece, come nel caso del benzinaio di Massa, è obbligato dalla compagnia a tariffe più salate. Di qui il ricorso del gestore toscano, che per ben due volte si è visto dare ragione dai giudici. Ora la compagnia dovrà abbassare subito i prezzi, con immediati benefici per gli automobilisti. Tra i punti salienti della sentenza è l'accento sul “consistente squilibrio tra i prezzi imposti al gestore e quelli fatti praticare all’impianto Aico, non giustificato da alcuna particolare e dimostrabile ragione commerciale”. Tra le righe emerge un dato fino ad ora inedito, cioè la necessità di tutelare il gestore contro lo strapotere delle compagnie che troppo spesso fanno il bello e il cattivo tempo a scapito non solo dei gestori ma anche dei consumatori.
Soddisfattissimo il sindacato dei benzinai Fegica Cisl che giudica la sentenza  “importantissima perché, oltre alla condanna in sé la decisione del giudice ha come effetto diretto il beneficio immediato per gli automobilisti, presenta motivazioni capaci di sconvolgere l’attuale assetto ingessato del mercato dei carburanti, oltre ovviamente a riconoscere la legittimità delle denunce che la categoria da tempo presenta per i prezzi alti e fuori mercato che vengono imposti ai gestori”. 
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