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Nuovo record per le e-bike in Europa

Il settore a pedalata assistita continua a crescere malgrado il calo di vendite di biciclette registrato nel Vecchio Continente. Con un incremento dell’8,6% rispetto al 2021, le e-bike superano la soglia dei 5,5 milioni di consegne, più di un terzo dell’intero settore a pedali. Aumentano anche fatturato, produzione ed esportazioni. I dati del report di Conebi

In Italia andamento simile

Dopo le crescite degli scorsi anni il mercato europeo delle due ruote a pedali riprende fiato registrando un calo delle vendite, passate da 17,1 milioni di unità nel 2021 a 14,7 milioni di unità nel 2022 (-9,1%). Per contro continua inarrestabile il successo delle bici a pedalata assistita con consegne ancora in crescita dell’8,6% che portano il computo totale a oltre 5,5 milioni di unità. È quanto emerge dall’ultimo report annuale dell’industria e del mercato della bicicletta europea di Conebi (Confederazione Europea dell’Industria Bici, E-Bike, Componenti ed Accessori) che fotografa il settore del ciclo nella UE a 27 più il Regno Unito. Uno studio che conferma la tendenza verso l’elettrificazione del settore del ciclo che registra record sopratutto nel Nord del Continente con il mercato più prospero rappresentato dalla Germania che precede Francia e Paesi Bassi. Il boom delle elettriche, modelli più cari rispetto alle muscolari, ha l’effetto di elevare il giro d’affari complessivo del mondo a pedali che raggiunge un valore di 21,2 miliardi di euro, pari a un +7,4% rispetto al 2021. Un traino evidente anche alla voce produzione, con quella complessiva di bici che scende a 15,2 milioni di unità (-5% rispetto al 2021), mentre quella di e-bike cresce del 19% arrivando a 5,4 milioni di esemplari, di fatto più di un terzo dell’intero settore. Prosegue pure l’ascesa delle esportazioni di modelli a batterie che nel 2022 ha raggiunto 232.427 unità contro le 205.558 del 2021 e le 136.633 del 2019. Con la domanda europea elettrica in aumento, si registra pure un innalzamento delle importazioni di e-bike, arrivate a 1.266.519 unità contro le 1.190.837 dell’anno precedente. Buone news giungono pure dalla produzione di parti e accessori per biciclette che registra un aumento sostanziale nel 2022 portando il suo valore ad oltre 4,8 miliardi di euro dai 3,6 miliardi di euro del 2021. Nel 2022 gli investimenti dell’industria hanno raggiunto i 2 miliardi di euro, +14% rispetto agli 1,75 miliardi di euro del 2021. I posti di lavoro diretti nel settore hanno registrato un aumento costante del 3% dal 2021, il che porta il totale dei posti di lavoro diretti/indiretti in Europa a circa 180.000. “Nel 2022”, ha sottolineato Erhard Büchel, Presidente del Conebi, “l’industria europea della bicicletta ha dimostrato una notevole capacità di recupero, nonostante l’importante rallentamento delle vendite di biciclette tradizionali e i rallentamenti della catena di approvvigionamento, che ancora permangono. Siamo incoraggiati dall’accresciuta enfasi del settore sulla sostenibilità e dalla crescente tendenza alla produzione europea. Il futuro del nostro settore è promettente. Detto questo l’UE e le decisioni politiche nazionali hanno un ruolo chiave nella crescita a medio e lungo termine dell’industria e del mercato in Europa”. Da notare che l’andamento continentale appare confermare quanto rilevato per l’Italia da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori). Secondo il presidente Paolo Magri “i dati del mercato europeo sono in linea con le tendenze di crescita nazionali del 2022, che abbiamo delineato con le nostre stime. Accanto al continuo successo della bici a pedalata assistita, appare evidente che quello del ciclo è un settore trainante di cui tener conto con maggiore lungimiranza, valorizzando la domanda sul mercato interno, soprattutto alla luce della leadership produttiva che il nostro Paese detiene nell’Eurozona. Siamo di fronte ad un’industria con maggiori professionalità e nuove competenze rispetto al passato, che solo l’anno scorso ha generato in Italia un volume d’affari di 3,2 miliardi di euro, che offre occupazione e soluzioni concrete all’esigenza di mobilità che viene soprattutto dai contesti urbani”.

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