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Ducati DesertX MINA, la sfida africana di Engines Engineering

Per il momento è un esemplare unico ma è destinato a diventare un kit di trasformazione ed anche una serie di moto da competizione ”replica” pronte per la commercializzazione

Quello che verrà esposto all’EICMA da Engines Engineering si chiama MINA, per il momento è un esemplare unico ma è destinato a diventare un kit di trasformazione ed anche una serie di moto da competizione ”replica” pronte per la commercializzazione. L’engineering fondata da Alberto Strazzari sviluppa da molti anni i progetti di numerose Case costruttrici italiane e straniere; questa volta ha lavorato in collaborazione con il team Kapriony allestendo un concept che al Salone di Milano 2022 aveva riscosso interesse, tanto che lo sviluppo è andato avanti fino alla costruzione di una moto perfettamente funzionante. È l’evoluzione di una Ducati Desert X preparata per i rally e parteciperà alla prossima edizione della Africa Eco Race, la gara che attraversa Marocco, Mauritania e Senegal per arrivare al traguardo di Dakar.

Interventi speciali

La preparazione della moto per la maratona ha toccato tutti gli aspetti fondamentali e in particolare sono state cambiate le sospensioni: forcella e ammortizzatore completamente regolabili con 300 mm di escursione sia davanti che dietro. Engines Engineering ha lavorato al progetto studiando anche nuove soluzioni come quella che riguarda il forcellone ricavato dal pieno, disegnato utilizzando tecniche di analisi FEM e ottimizzatori avanzati, con l’obiettivo di ridurre il peso senza perdere rigidezza. Anche l’impianto frenante nato per l’asfalto è stato adeguato ai fondi sabbiosi e sterrati impiegando un solo disco invece di due, e sono state montate ruote con mozzi speciali ricavati dal pieno e pneumatici specifici nelle misure 90/90-21 M/C anteriore e 140/80-18 M/C 70R posteriore.

Cambia la posizione di guida

In seguito a una serie di test è stata modificata l’ergonomia avanzando il manubrio e stringendo tutta la zona sellaserbatoio per agevolare i movimenti del pilota, ed è stato realizzato un nuovo impianto carburante con due serbatoi anteriori e uno posteriore che funge anche da telaietto portante, per una capacità totale di 38 litri.

Un’occhiata anche al motore: è stata adottata una centralina elettronica Engines Engineering con calibrazione specifica da deserto e tre mappe selezionabili in base al fondo; il sistema è dotato di ”Recovery Mode” che permette di portare a termine la tappa anche in presenza di problemi tecnici. Quando si corre in Africa bisogna essere pronti a tutto…

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