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Mandello del Lario vuole salvare i cinquantini 2 tempi

La città simbolo della Moto Guzzi è insorta a difesa dei piccoli ciclomotori con motore a due tempi. La legge regionale ne vieta l’utilizzo ma i mandellesi proprio non ci stanno. La protesta è sfociata in una petizione e una riunione alla presenza delle autorità locali.

A Mandello il 2 tempi piace

Il paesino di Mandello del Lario, sulla sponda orientale del lago di Como, è conosciuto da tutti gli appassionati come la patria delle Moto Guzzi: dal 1921 qui sorge la fabbrica voluta da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi e qui sono nate e cresciute le grosse bicilindriche simbolo della casa italiana. In queste settimane però i mandellesi sono insorti per difendere le piccole cilindrate: il blocco totale dei cinquantini Euro 0 2 tempi voluto dalla regione Lombardia proprio non è andato giù ai paesani che si sono riuniti in un comitato per protestare e hanno sottoscritto un  petizione (520 firme) per chiedere alla regione di rivedere lo stop.

Tuti a difesa dell’Ape

Sulle rive del lago cinquantino a due tempi significa soprattutto Ape, il tre ruote da lavoro viene utilizzato al posto delle auto e spesso è l’unico mezzo a motore in famiglia, ma sono tanti anche i vecchi motorini utilizzati per andare a fare la spesa ed evitare i cronici problemi di parcheggio. Nessuno crede che l’inquinamento sia colpa di questi mezzi, utilizzati per lo più su brevi percorsi e molti non hanno i soldi per comprarsi un mezzo più “ecologico”. In un’affollata riunione nella sala civica, la comunità mandellese ha fatto sentire la sua voce, di fronte a sindaco, capo dei vigili urbani e assesssori, a favore della causa si è speso anche il delegato per la provincia di Lecco della Federazione Motociclistica Italiana. Sembra comunque difficile che si arrivi a una revisione della legge regionale, ma i mandellesi hanno la testa dura, proprio come i valligiano della Val di Susa...
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