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Frizioni automatiche, dall'enduro alla strada

Le frizioni automatiche sono una realtà dell'enduro da circa una decina di anni. Permettono di "dimenticarsi" della leva frizione e concentrarsi solo sulla guida. Al momento, i modelli "stradali" che ne sono equipaggiati si contano sulle dita di una mano, eppure i vantaggi che può dare sono molti

Utili non solo nell'off-road

Le frizioni automatiche si differenziano da quelle tradizionali perché "staccano" autonomamente quando il motore è al minimo o è spento (non serve tirare la leva). La modalità di utilizzo è molto semplice: al posto delle molle che premono il piatto sui dischi frizione fino a quando il pilota non tira la leva, nelle frizioni automatiche il piatto spingidisco rimane alzato quando il motore è al minimo. Accelerando, la forza centrifuga applicata al cestello della frizione permette il disinnesto automatico della frizione e quindi il movimento della moto. Nell'enduro questi dispositivi sono una realtà da alcuni anni e i vantaggi che offrono sono molteplici, su tutti l'evitare lo spegnimento della moto in caso di caduta o in caso di staccata violenta con bloccaggio del posteriore. Alcuni modelli come la Rekluse Core EXP nella foto (990 euro) permettono persino di settare il numero di giri in cui la frizione interviene per consentire di adattarne le risposte a ogni percorso. Su strada le frizioni automatiche sono ancora poco utilizzate e i modelli che ne sono equipaggiati sono la Yamaha FJR 1300 AS, l'Aprilia Mana e l'Honda DN-01 (da poco fuori produzione). Un peccato perché, sebbene possano far sembrare la moto "simile a uno scooter", potrebbero risultare parecchio utili sui modelli destinati a un uso turistico oppure cittadino.
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