Ducati: fuori dalla MotoGP se resteranno solo le CRT

Ezpeleta lancia il "sasso"

Il Wrooom 2012 è andato in scena senza intoppi, con la sua marea di conferenze stampa, interviste ed eventi correlati al mondo Ducati MotoGP. La conclusione festosa dei prossimi giorni non farà sicuramente passare in secondo piano ciò che è emerso negli incontri con la stampa dei protagonisti a due e quattro ruote. Soprattutto resta viva la sensazione provocata dall’intervento “fuori programma” di Carmelo Ezpeleta: il patron della Dorna  - l'organo che gestisce il circus della MotoGP – parlando con la stampa ha chiaramente espresso la volontà di proseguire con lo sviluppo dell’esperimento CRT (clicca qui), in vista addirittura di farlo diventare unico regolamento per tutti se dovessero risultare favorevoli allo spettacolo e appetibili per gli sponsor.

"Se questo è il futuro, ci mettiamo da parte"

Claudio Domenicali, direttore generale di Ducati Motor Holding (cioè responsabile sia del settore prodotto, sia del settore sportivo della casa bolognese) ha rispondere alle parole di Ezpeleta con estrema chiarezza:“Le CRT non ci interessano. A queste condizioni saremmo tutti costretti ad usare motori di serie con forti limitazioni tecniche e senza alcuno sviluppo. Non siamo interessati a questo, nel caso smetteremmo di correre in MotoGP”

Ipotesi di "complotto"?

La posizione di Ducati rispecchia il timore che il cambiamento di regolamenti alla fine si risolva nell’ennesimo “regalo” alle case giapponesi, Honda in testa. Per la MotoGP, perdere la casa bolognese sarebbe un bel problema dal punto di vista dell’immagine: Ducati è storicamente la più vittoriosa casa motociclistica nelle competizioni, e un obbligato impegno nel Motomondiale con motori di serie potrebbe portare conflitti d'immagine e sovrapposizione di progetti finora rimasti ben distinti nel Reparto Corse Ducati.
Adesso vediamo cosa risponde Ezpeleta…