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Dakar 2016, Barreda: “Sono il punto di riferimento dei miei avversari”

Il favorito della Dakar di quest'anno è Joan Barreda, pronto a raccogliere l'eredità di Marc Coma. Lo spagnolo l'anno scorso è stato sfortunato e questa volta non può sbagliare: “Se prima già era difficile controllare alcuni piloti, adesso la difficoltà sarà maggiore. Dovremo gestire di più la prova ed essere intelligenti”
Punta alla vittoria
Il 3 gennaio inizierà la Dakar 2016 e tra i favoriti c'è senza dubbio Joan Barreda, intervistato recentemente lo spagnolo ha dichiarato: “L'anno scorso abbiamo fatto un lavoro impeccabile, adesso siamo ancora più preparati. È un peccato non aver ancora vinto, perché ho fatto quello che c'era da fare. Honda vuole vincere, per loro questo progetto è uno dei più importanti e l'obiettivo è quello. Ho firmato due anni fa e ho accettato la sfida, la responsabilità si sente in un team così grande, sono orgoglioso e contento.” Negli ultimi anni Barreda è sempre stato tra i protagonisti: “Ho notato che sono rispettato dai miei avversari, sono un po' il riferimento. Prima quando c'era qualche situazione complicata, guardavo Marc Coma o Cyril Despres, adesso se andiamo in gruppo e succede qualcosa, è il gruppo a guardare me”. Joan è nel suo miglior momento della carriera: “Sicuro, ogni anno ho sempre più esperienza e sono sempre più preparato. Nella Dakar devi controllare tantissime cose e devi gestirle bene, non si finisce mai di imparare”. Negli anni ha fatto dei passi in avanti: “All'inizio la mia ossessione era quella di essere veloce e andare bene nella navigazione. Poi mi sono anche concentrato anche su tutto quello che sembra meno importante ma non lo è: controllare un team e fare buoni test. Pensare un po' di più a quello che ci ruota intorno, di modo che vada tutto bene”. Il suo grande rivale nelle passate edizioni era Marc Coma, oggi direttore sportivo della Dakar, che ha stabilito il percorso: “Quest'anno sarà diversa, dura e difficile. Lui farà la Dakar con il suo modo di intendere la gara. Ci porterà a gestire la meccanica e la navigazione, ci saranno giorni di maratona senza assistenza e una gara con auto, moto e camion. Se prima già era difficile controllare alcuni piloti, adesso la difficoltà sarà maggiore. Dovremo gestire di più la prova ed essere intelligenti”. L'anno scorso la gara di Barreda si era complicata sul lago salato di Uyuni: “Speriamo che non passi lì. La tappa gira intorno al lago e credo che non andremo dentro. È logico, non ha senso entrare lì dentro perché non conta il lato sportivo né quello meccanico, è pura lotteria”. Sui suoi rivali, Joan ha detto: “L'anno scorso era una sfida con Marc (Coma), ma in questa occasione sarà diverso. C'è un gruppo di cinque o sei piloti da tenere in considerazione. Il livello si è alzato molto, ci sono nuove marche con piloti veloci”. L'attraversamento della Boliva, secondo Barreda, sarà il momento più delicato: “Lì per colpa de El Niño troveremo senz'altro brutto tempo. Potremo incontrare molte piogge e il percorso si potrà riempire di fango. Sarà una zona a rischio, dovremo gestire tutto molto bene perché questo ci porti meno problemi possibile”.
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