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Due ruote (di legno) per "liberare" le donne in Congo

Nella regione di Goma il trasporto leggero è affidato agli Chukudu, "maxi monopattini" in legno che possono caricare merci per centinaia di chili. Questi veicoli garantiscono buoni guadagni ai loro proprietari ma (ed è la cosa più importante) stanno contribuendo a limitare lo sfruttamento delle donne come “bestie da soma”.

Il cambiamento avanza... a spinta

Nel nord del Congo, in particolare nella regione della città di Goma, si sta diffondendo questo nuovo mezzo di trasporto: si chiama Chukudu ed è un maxi monopattino in legno capace di trasportare carichi pesanti piuttosto velocemente (per gli standard locali). Una autentica rivoluzione in questa zona del Congo, dove il trasporto “leggero” è affidato per lo più alle donne, sfruttate come bestie da soma. Le strade infatti sono punteggiate da lunghe file indiane di ragazze che a piedi e con pesanti carichi sulla testa (e spesso bambini sulla schiena) si spostano da un villaggio all’altro portando merci e rifornimenti. Gli uomini passano in bici o a dorso di mulo ma senza trasportare alcunché: la “divisione” dei compiti è rigidissima… Ma con i Chukudu la situazione sta cambiando: se ce n’è uno in casa, la madri possono chiedere ai mariti di trasportare qualcosa per loro e, grazie alla rapidità del mezzo, per un congolese è possibile guadagnare anche 10 dollari al giorno (una cifra elevata da queste parti) con le consegne. Per incentivare l’utilizzo di questi mezzi, qualche anno fa sono state organizzate delle gare locali su percorsi di cinque chilometri e più recentemente dei corsi base di aritmetica e lettura per i “chodukisti”, per aiutarli a gestire la loro attività commerciale. E i Chukudu diventano protagonisti di foto d'arte come queste, realizzate da Abby Ross per ADA. Insomma, le due ruote di legno dei Chukudu stanno aiutando a cambiare le abitudini sociali anche in questa zona del mondo. A proposito, il nome deriva dal rumore che fanno le ruote quando si va veloci: chu-ku-du, chu-ku-du, chu-ku-du...
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