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Cashback pedaggio autostrade, come ottenere il rimborso

Dopo mesi di polemiche, Autostrade per l’Italia ha varato il cashback sui pedaggi. La soluzione prevede un rimborso commisurato al tempo di percorrenza e alla lunghezza della tratta. Ecco come funziona il meccanismo, come ottenere il rimborso e quali sono le eccezioni
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Politica e trasporti
Gli enormi ritardi sulle percorrenze dovuti ai numerosi cantieri distribuiti sull’intera rete autostradale verranno in qualche modo risarciti. A due anni dall’inizio del problema, Autostrade per l’Italia (Aspi) ha varato il cashback sui pedaggi: soluzione che promette cioè un rimborso dal 25% al 100% commisurato ai ritardi. Il momento in cui s’inizierà a maturare il diritto al rimborso, scatta oggi, mercoledì 15 settembre, ma per avere i soldi bisognerà attendere almeno gennaio 2022. Vediamo come funziona il cashback (da non confondere con l’iniziativa economica promossa dal governo a inizio anno) e quali sono i requisiti per ottenerlo.

Come funziona il cashback del pedaggio autostrade
Per stabilire l’entità del rimborso bisognerà prendere a riferimento il tempo di percorrenza medio standard (quello cioè misurato in condizioni normali calcolato con una velocità di 100 km/h per i veicoli leggeri e 70 km/h per quelli pesanti) e confrontarlo con quello effettivamente impiegato a percorrere il tratto in esame quando ci sono problemi legati ai cantieri. Qualora il ritardo dovesse superare la soglia critica dei 15 minuti, scatterà il diritto al rimborso, calcolato secondo un meccanismo a fasce.
Il meccanismo, è bene sottolinearlo, non è pertanto basato sul tempo di percorrenza e dipendente solo ed unicamente da problemi derivanti dai cantieri e non per altre cause.
Per ottenere il rimborso si potrà utilizzare il Telepass oppure - in modo decisamente più complicato - una app. Nel primo caso, il rimborso verrà infatti accreditato in modo automatico, mentre nel secondo caso sarà l’utente a dover segnalare il ritardo tramite la app dedicata Free To X allegando lo scontrino del pedaggio che certifichi sia il tratto percorso (e quindi l’eventuale presenza di un cantiere) sia il tempo di percorrenza effettivo. La richiesta verrà elaborata e vagliata in 24 o 48 ore e, in caso di esito positivo (cioè se la richiesta viene accettata) si potrà ricevere il rimborso attraverso - per chi ne è provvisto - di un sistema di telepedaggio con sconto in fattura (soluzione a dirla tutta ancora in fase di studio), oppure direttamente sull’Iban del conto corrente.

Come è calcolato e a quanto ammonta il rimborso
Come accennato, il rimborso varia in base all’entità del ritardo (per scaglioni di un quarto d’ora ciascuno) e alla lunghezza del viaggio, in base a una tabella. Per farsi un’idea, lungo tratte fino a 29 chilometri, l’eventuale ritardo darà sempre diritto al rimborso del 100% del pedaggio. Discorso analogo per la fascia da 30 a 49 chilometri di percorrenza, tranne se il ritardo è compreso tra 15 e 29 minuti (in questo caso il rimborso scende al 75%). Tra i 50 e i 99 chilometri, spetta invece un 50% per ritardi sotto i 30 minuti e un 75% per i ritardi da 30 a 45 minuti, mentre sulle tratte più lunghe, si ha diritto a rimborso solo per ritardi molto consistenti (oltre i 500 chilometri si ottiene il 25% per ritardi da 90 a 119 minuti e il 50% per ritardi da 120 minuti in su).

Le eccezioni
Vi sono, ovviamente, alcune eccezioni. Innanzitutto va specificato che il cashback riguarda unicamente la rete Aspi: pertanto è esclusa la rete delle sue controllate (anche se provocano code su tutta la rete) come la Livorno-Civitavecchia, la Napoli-Salerno e la Aosta-Monte Bianco, e quelle di altri gestori. Non tutti i cantieri, in ogni caso, sono “validi”. Per l’ottenimento del rimborso sono infatti esclusi i cantieri che non comportano riduzioni di corsie, quelli in cui viene chiusa solo la corsia di emergenza ed infine quelli su autostrade “a sistema aperto”, cioè con barriere solo all’inizio e alla fine, senza caselli alle uscite intermedie e con pedaggio a forfait.

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