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Blocco dei veicoli storici in Lazio, ASI e FMI presentano ricorso al Presidente della Repubblica

Nella capitale la circolazione dei mezzi storici è stata di fatto bloccata. Per questo ASI e FMI hanno hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica richiedendo l’annullamento dei provvedimenti

Regione e Giunta Regionale del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma hanno emesso una serie di decreti e delibere che vietano la circolazione dei mezzi di trasporto storici, i quali fanno parte del parco veicoli più datato e inquinante. L’Automotoclub Storico Italiano ASI e i Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia però hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica richiedendone l’annullamento, ed è stata coinvolta anche la Federazione Motociclistica Italiana FMI come parte interessata.

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Impatto minimo

A sostegno di questa azione il fatto che auto e moto storiche sono state considerate alla stessa stregua dei veicoli vecchi e senza alcun valore storico impiegati per il comune diporto. Secondo i dati della Motorizzazione Civile, sul territorio della Città Metropolitana di Roma i veicoli d’uso quotidiano circolante sono 4.040.078 e quelli con Certificato di Rilevanza Storica registrato alla Motorizzazione sono appena 9945, cioè lo 0,25% del totale, e percorrono lo 0,014% dei chilometri coperti dai veicoli d’uso quotidiano. Si tratta di una quota minima per la quale viene richiesta una deroga, in quanto l’impatto ambientale ad essi dovuto è irrisorio. Sul versante opposto, un veicolo d’epoca che non circola si riduce soltanto a un pezzo da museo con perdita di valore di un patrimonio storico, culturale, tecnologico e artistico italiano.

“ASI ha dialogato con l’amministrazione di Roma Capitale – ha spiegato il presidente Alberto Scuro – portando proposte mirate alla possibilità di usare i veicoli storici per soli scopi ludico-ricreativi e per il turismo lento, quindi con limitazioni di orari tali da scongiurarne l’uso quotidiano e pendolare. Inoltre, proponiamo di monitorare, a un anno dall’entrata in vigore delle eventuali deroghe, il loro effetto. Essendo i veicoli storici per cui chiediamo le deroghe registrati alla Motorizzazione, il loro numero e la loro anzianità sono facilmente valutabili. Proponiamo di monitorarli e di valutare dei correttivi dopo dodici mesi dalla loro applicazione, nella massima trasparenza e concretezza”.

 

Limiti da rivedere

Già nel 2022 un decreto del Presidente della Repubblica aveva concordato sull’opportunità di una declinazione delle limitazioni alla circolazione, per quanto riguarda i mezzi storici, “che tenga conto della salvaguardia dei valori e degli interessi del collezionismo privato”. Ancora prima il Presidente della Repubblica aveva accolto il ricorso straordinario presentato dall’ASI, con conseguente annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Piemonte, Città Metropolitana e Comune di Torino sui divieti alla circolazione dei veicoli storici; nei mesi successivi è stata varata la Legge Regionale del Piemonte 27/ 2020 per la ”valorizzazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico”.

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