Tutti pazzi per Acosta e KTM si gioca la carta dell'aerodinamica per tenerselo
I tecnici della Red Bull hanno lavorato a soluzioni innovative per migliorare la RC16, con una carena diversa dalla concorrenza: basterà per evitare la fuga del campione spagnolo? Il mercato è ai suoi piedi
Insieme a Fabio Quartararo, Pedro Acosta è il pilota più ambito del prossimo mercato MotoGP. Un po' come per il francese, lo spagnolo è in grado di spostare davvero i valori in campo del motomondiale e non c'è casa che non lo vorrebbe in squadra per il 2027.
KTM in questo senso non ha molte possibilità di trattenerlo: le trattative in corso con CFMoto per il passaggio della divisione racing da Mattighofen ai cinesi sono una realtà che potrebbe concretizzarsi anche nel breve-medio periodo, ma gli effetti su quanto vedremo in pista non arriveranno subito e Pedro Pe ha una discreta fretta di trovare una moto con cui dimostrare il proprio valore.
Un anno perso
Acosta considera il 2025 un anno perso: non è arrivata la prima vittoria in MotoGP e le possibilità di lottare per il mondiale non si sono mai palesate. Il suo sguardo ormai è rivolto altrove e KTM non ha molte carte da giocarsi per tenerlo oltre la scadenza del contratto, a fine 2026. “A Sepang voglio una moto di mezzo secondo più veloce” ha spiegato lo squalo di Mazzaron, senza tanti giri di parole.
Mattighofen può puntare solo sulla prestazione e lo sforzo messo in campo già a Valencia in questo senso non è stata poca cosa: le novità in campo aerodinamico sono state ingenti e non hanno risparmiato un centimetro della carena della RC16.
Attenzione al dettaglio
A Valencia, KTM ha portato due carene che sono state messe a confronto da Pedro Acosta e Brad Binder. Nella versione non verniciata, i tecnici austriaci - che collaborano con la Red Bull Racing di F1- hanno implementato le soluzioni più radicali. La parte superiore della RC16 si è allineata alle scelte di tendenza: l’asola si integra con il profilo verticale che chiude il gradino, generando un canale sempre più generoso, ma colpisce soprattutto la parte inferiore. Insiste nella ricerca del massimo carico con una sporgenza molto pronunciata per tutto lo sviluppo della carena stessa, con una soluzione ben diversa dalla concorrenza.
Non c’è traccia del diffusore, ma la nuova carena potrebbe avvolgere questo elemento al suo interno. La copertura della KTM lavora in stretta sinergia con i deviatori di flusso in carbonio che si vedono a coprire parzialmente la ruota anteriore e con il profilo alare che sporge in modo più massiccio dal forcellone. Gli ingegneri hanno messo mano anche al codone e il risultato è una moto che mostra di avere preso una direzione ben precisa, che non si limita a “copiare” la concorrenza di Ducati e Aprilia.
Basterà per convincere Acosta? La risposta non è semplice e come sempre l'ultima parola spetterà al cronometro.
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