MotoGP Starting Grid: Assen pista magica, ma come si ferma Marquez?
Il tracciato olandese favorisce le gare di gruppo, ma ci vuole maggiore decisione per battere il #93. Alex deve dimenticarsi di correre contro suo fratello, Pecco deve provare di nuovo a lottare come nella domenica del Mugello. Per tutti gli altri c'è da sperare nel meteo

Il primo back to back della stagione porta la MotoGP dal sole del Mugello alle nuvole di Assen. Tra tante variabili, l'unica costante è l'inarrestabile Marc Marquez, che si presenta all'Università del motociclismo con l'intenzione di fare ancora man bassa di vittorie. Chi può fermarlo?
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La MotoGP passa di mano: da Dorna a Liberty Media, ora è ufficiale perché anche l'antitrust UE ha dato il proprio ok all'operazione. Il passaggio di quote avverrà nei prossimi giorni e – se non dalla prossima stagione- sicuramente nel 2027 vedremo delle novità importanti. Gli statunitensi stanno studiando il prodotto già da un paio di anni e l'idea è quella di dare al motomondiale una impronta più globale, puntando al contempo alla valorizzazione del prodotto più importante, vale a dire la MotoGP.
Nel frattempo, sul fronte della pista, del Mugello rimangono le perplessità di un Bagnaia combattivo ma sconfitto, prima che dalla pista, dalla sua stessa moto, con cui non riesce a girare nemmeno sui tempi del 2024. Marquez dal canto suo si gode vittorie e un rapporto con Ducati sempre più granitico, senza farsi poi toccare più di tanto dai fischi del pubblico italiano, ormai poco più di un rumore di fondo.
Che numeri
100 pole position, 93 vittorie nel mondiale, 40 punti di vantaggio in campionato sul fratello, che per inciso non è certo l'avversario più temuto. Marc Marquez se la ride, anche perché Bagnaia ormai è a 110 punti di distanza e nel mondiale resta a galla a fatica, anche perché una quadra tecnica non solo non c'è, ma nemmeno si intravede.
Un dato vale più di tutti gli altri: Pecco ha girato nella Sprint del Mugello 3 decimi più piano che l'anno scorso, nella gara lunga addirittura 1'46”6 contro 1'45”9. Guardando le altre gare della stagione comparabili per condizioni della pista, non si può però dire sempre lo stesso. In Spagna, domenica, 1'37”4 in entrambi gli anni, mentre per la Sprint non si può fare un confronto perché l'anno scorso andò fuori subito. In Texas, domenica ha stampato 2'02”5 quest'anno contro il 2'02”9 del 2024, 2'02"6 il sabato contro 2'03”2 l'anno scorso. In Qatar: 1'52”7 (2025) nella lunga, un decimo più lento che nel 2024, mentre nella Sprint c'è un abisso: 1'52”0 nel 2024, 1'52”8 nel 2025. La Thailandia invece non fa testo: 1'30”2 il sabato 2024, pari al 2025.
Insomma, il Mugello racconta che Pecco va più piano dell'anno scorso, punto e basta, ma guardando alle altre piste il divario è sensibile soprattutto sabato, mentre domenica la differenza è meno significativa. Il giro secco tuttavia non dice tutto, perché il passo racconta difficoltà che si fanno più consistenti e persistenti, al di là del “giro matto” che un pilota può mettere sul piatto insieme ai rischi associati.
La sfida
Se il mondiale sembra un discorso chiuso, al netto di errori clamorosi di Marquez, rimane da capire cosa possono fare gli avversari nel momento in cui ci sono condizioni particolari. Ad Assen non è detto per esempio che il meteo sia buono, e forse il margine per strappare un risultato parziale si può aprire. Per chi? Per Alex innanzitutto, ammesso che perda quella timidezza che lo prende all'improvviso nel momento in cui si trova in gara con Marc. Di Giannantonio è un altro che potrebbe avere qualche carta da giocarsi, ma deve riuscire a sistemare le qualifiche, il suo vero tallone d'Achille. Di Bagnaia abbiamo detto, per gli altri la performance è una conseguenza delle possibilità offerte dalle rispettive moto. Honda pecca in accelerazione, Yamaha deve sperare nell'estro di Quartararo, KTM è in ritardo, Aprilia ha le sue piste, altrimenti non è da podio.
Hot spot
Assen ha diverse curve interessanti, come la velocissima 6 in sequenza con la 7 o le 13-14-15. Nell'immaginario collettivo però è la chicane finale ad occupare un posto speciale, anche per alcuni arrivi diventati mitici. Nel 2006 Edwards perse la grande occasione della sua carriera cadendo davanti ad Hayden, nel 2015 Valentino evitò il ciclone Marquez tagliando l'ultima esse per la ghiaia e conquistando una delle sue 10 vittorie, 8 in classe regina (tra cui l'ultimo successo in carriera nel 2017).
Insomma, Assen è una pista per campioni e regala sempre emozioni: pioggia o non pioggia lo spettacolo non mancherà, a prescindere dallo strapotere di Marquez in questo momento.
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