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MotoGP, Lin Jarvis: "Nel 2023 solo due Yamaha in pista, poi si vedrà..."

Il managing director della casa di Iwata sa che al momento la M1 non è una moto particolarmente appetibile, ma nel 2024 potrebbe addirittura contare su Valentino Rossi. "Siamo senza team satellite, ma in questo mondo le cose cambiano in fretta"

Il 2022 è stato un anno deludente per Yamaha: dopo la sbornia di titoli della stagione precedente – nel motomondiale e in superbike- nei campionati appena conclusi c'è stata un vero e proprio tracollo. Particolarmente dolorosa è stata la sconfitta in MotoGP: Fabio Quartararo ha avuto un brillante avvio di mondiale, ma poi è stato rimontato sul filo di lana da Pecco Bagnaia.

 

Una dura lezione

Le ragioni della debacle sono prevalentemente tecniche, e anche il 2023 non si prospetta immediatamente semplice. La nuova M1 pare soffrire delle stesse difficoltà della vecchia, e nessuno vuole più legarsi al marchio di Iwata, considerando che persino Razlan Razali ha deciso di dotare il proprio team clienti delle più performanti Aprilia RS-GP.

Avere due sole moto in griglia è un grosso limite nella raccolta dati, e in Yamaha ne sono consapevoli. La mossa del team manager malese è giunta inaspettata, ma al momento anche i giapponesi sono consci di avere nel presente poco da offrire in termini di pacchetto tecnico. Manca l'appeal giusto, e quindi prima bisogna ridare lustro alla M1, poi pensare al team satellite. Che potrebbe anche portare la firma di Valentino Rossi, seppure non nell'immediato.

 

Obiettivo 2025

Lin Jarvis, managing director del team factory, non si nasconde dietro a un dito. “Ci prendiamo un anno sabbatico. Questo non è il massimo per noi, perché abbiamo sempre avuto squadre satellite in MotoGP, ancora di più nella classe 500cc. Ma dall'avvento dei quattro tempi, abbiamo deciso che il numero ottimale fosse quattro. Ci siamo attenuti a questo, con l'eccezione del 2014 e del 2015, quando abbiamo fornito moto anche al team Forward, nella classe Open. In quel caso inizialmente volevamo solo consegnare lì i motori. Il 2023 sarà diverso, ma non sarà un gran limite. Perché prima di tutto ci serve una squadra capace di aiutarci davvero in campionato, in secondo luogo un team capace di formare piloti e di fornire dati utili”.

Nessuna di queste condizioni attualmente è possibile, ma per il futuro non è detto che le cose non cambino. Il team VR46 ha un contratto con Ducati fino al termine del 2024, ma Lin Jarvis non è convinto che Yamaha starà due stagioni senza una squadra satellite. “È possibile, al momento sembra così sulla carta. Facciamo un passo alla volta...in questo mondo non si sa mai. Le cose cambiano in fretta”.

Jarvis non fa nomi, ma Ducati “dovrà” ridurre le moto in griglia e la squadra di Rossi l'anno prossimo avrà un trattamento clienti al 100%. In buona sostanza non ci sono grosse prospettive di crescita per VR46 con Borgo Panigale, e un ritorno del Dottore con la casa cui si è legato per più di metà della propria carriera non è utopia.

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