MotoGP con il controllo di stabilità: moto più sicure e facili ma i piloti mugugnano
Acosta e Di Giannantonio non sono tra i sostenitori del nuovo aiuto elettronico introdotto in Austria. Il direttore tecnico Cecchinelli: "Aumenta la sicurezza e queste MotoGP hanno meno aiuti di una moto di serie
L'argomento è sicuramente tra i più “divisivi”: è giusto aumentare il numero di controlli elettronici sulle MotoGP, con l'obiettivo di garantire maggiore sicurezza? La commissione tecnica del motomondiale ha sviluppato con le case un controllo di stabilità che ovviamente ha incontrato i favori di una parte degli addetti ai lavori – principalmente nei team- mentre per molti appassionati e alcuni piloti il nuovo aiuto limita la possibilità di fare la differenza.
Corrado Cecchinelli, direttore della tecnologia MotoGP, ha spiegato a Sky Sport i motivi dell'introduzione del controllo di stabilità, che ha debuttato in questo weekend, sulla pista del Red Bull Ring. “È un sistema che stabilizza la moto nel caso in cui la ruota posteriore tenda a uscire dalla traiettoria rapidamente. Funziona come un traction control, non è attivo in frenata ma solo in accelerazione, nel caso di una perdita di aderenza della gomma posteriore, in risposta alla velocità”.
In nome della sicurezza
L'episodio che ha mosso i tecnici a lavorare su controllo di stabilità lo ricorderanno in molti: al gran premio di Catalogna del 2023, alla prima esse Pecco ha perso il posteriore ed è rimasto vittima di un brutto highside. “Abbiamo deciso oggi, perché riteniamo che sia un nostro obbligo morale garantire la maggior sicurezza possibile. Abbiamo dato un'accelerata a questo progetto in seguito all'incidente in partenza di Bagnaia in Catalunya nel 2023, ci ha fatto riflettere. Il sistema è complesso ed è stato realizzato anche grazie al contributo di tutti”.
Il vantaggio del controllo è superiore a quanto possa fare il miglior approccio di un pilota. “Lo considero un dispositivo di protezione perché quando interviene rallenta la moto togliendo potenza in maniera più rapida, rispetto a quanto possa essere umanamente possibile”. Il rischio di highside in uscita di curva non viene completamente eliminato, ma fortemente ridotto. “Se da qua all'eternità avremo salvato anche un solo pilota, allora avremo fatto bene il nostro lavoro”.
Troppa elettronica
Cecchinelli ha anche ricordato che una MotoGP ha comunque meno controlli di una supersportiva che si può comprare in un concessionario: un modo per rispondere alle sicure critiche di alcuni appassionati, legati a una visione romantica e forse un po' agée del motociclismo sportivo. Vero è che ai tempi delle 500 e delle prime quattro tempi i controlli elettronici non c'erano, ma le potenze erano rispettivamente di circa 130 e 200-220 cavalli.
Il parere dei piloti
Anche tra i piloti comunque c'è chi ha storto il naso. Pedro Acosta per esempio non è favorevole: “Nel 2027 andremo a togliere gli abbassatori, ma qua aggiungiamo cose. I controlli andrebbero ridotti, non aumentati". Dello stesso avviso Fabio Di Giannantonio. “Ho avuto moto di provarlo a Jerez, dove si va sempre di traverso, ma non mi piace. Semplifica molto la vita in uscita di curva e la moto ha una derapata controllata, quindi è certamente un aiuto, ma il pilota lì non può più fare la differenza. Io lo userò, ma non sono un fan. Mi piace che a gestire la stabilità debba pensarci chi guida. Forse per lo show sarà positivo, ma non so quanto può esserlo per chi ama gareggiare”.