Johann Zarco, chi è il mago della pioggia che ha fatto felice Honda
Arrivato alla MotoGP non giovanissimo, ha fatto tanta gavetta, ma non ha mai deluso. Ora anche i suoi genitori devono ammettere che aveva ragione a volere correre a tutti i costi

L'impresa di Johann Zarco a Le Mans è ancora sotto gli occhi di tutti, ma il pilota francese non è nuovo a grandi gare sul bagnato, o comunque con condizioni di aderenza precarie. Il veterano francese – compirà 35 anni il prossimo 16 luglio- ha nel polso quella sensibilità che già aveva messo in luce negli anni della Moto2, che tra l'altro gli hanno fruttato ben 2 titoli mondiali. Grande sportivo, pianista dal carattere romantico, Zarco è sicuramente un personaggio, che forse ha raccolto anche meno rispetto a quanto avrebbe meritato in MotoGP. Conosciamolo meglio.
Una lunga gavetta
Johann non ha avuto una famiglia che lo appoggiato incondizionatamente nella sua carriera da pilota. Dopo due stagioni in Italia a correre con le minimoto – con buoni risultati- nel 2007 ha disputato la Red Bull Rookies Cup sotto una sorta di ultimatum: o vinci o smetti, perché studiare è più importante. E Johann è stato di parola, imponendosi in 4 gare su 8 e finendo a podio 7 volte. Una sorta di dominio, propiziata dalla gestione manageriale dell'ex paracadutista Laurent Fellon, che lo ha educato a uno stile di vita dedicato al lavoro e alla frugalità. Laurent (padre di Lorenzo, che ha militato in Moto3 con il Sic58), scomparso per un tumore nel 2022, credeva molto nel ragazzo di Cannes, tanto da ipotecare la propria casa per aiutarlo a correre. Nel motomondiale, Johann non ha brillato particolarmente in classe 125, ma si è rifatto in Moto2, seppure dopo qualche anno di gavetta.
Il doppio titolo e la MotoGP
Nel 2015 e nel 2016 trova finalmente la quadra: ingaggiato dal team Ajo, trova una squadra che sa valorizzarlo. La prima vittoria arriva alla terza gara, poi no si ferma più. Il secondo titolo è più sofferto del primo, ma arriva comunque con 6 vittorie all'attivo.
Il passaggio in MotoGP trova il supporto del team Tech3, che lo porta in Yamaha dove si fa subito apprezzare. Il primo podio arriva proprio in Francia, un secondo posto nella gara in cui Valentino cade all'ultimo giro, mentre insegue Vinales. Johann si era fatto vedere anche nelle prime fasi del gp, senza timori reverenziali. Il confronto con Vale diventa un vero e proprio scontro nel corso della stagione: “Ho capito che Zarco non è cattivo, proprio non è capace” afferma Rossi dopo il vittorioso gp di Assen, mostrando la ruotata subita dal francese in gara. “Gli manderò la fattura perché la tuta era nuova” chiude scherzando.
Un carattere appuntito
Zarco rimane due anni in Tech3: la sua guida morbida si sposa bene con la M1, ma la prima vittoria non arriva. Conquista alcune pole, qualche podio, ma manca l'acuto. Arriva però un contratto con KTM, che lo sceglie per dare slancio al progetto RC16.
La moto tuttavia è completamente diversa dalla Yamaha e Johann va in rotta con la dirigenza: il rapporto si rompe a metà stagione, per il finale di campionato è proprio Lucio Cecchinello a recuperarlo. Johann mostra velocità: il team Avintia, cenerentola della MotoGP, ma dotato di una Ducati clienti, punta su di lui e Johann non delude. Nella stagione del Covid conquista una pole e un podio, Gigi Dall'Igna decide di valorizzarlo. Si aprono le porte del team Pramac, dove corre per ben 3 anni. Zarco non è solo un pilota valido, ma si dimostra personaggio capace di intrattenere il pubblico e intavolare conversazioni di spessore. È un valido pianista, nel 2021 compie un'impresa da viaggiatore d'altri tempi, raggiungendo Aragon su una Ducati 900 SS Darmah del 1981: un migliaio di chilometri in sella a una moto d'epoca prima di disputare un weekend di gara...che carattere!
Finalmente davanti
Zarco deve aspettare la quintultima gara in Ducati per vincere il suo primo gran premio, in un rocambolesco gp d'Australia: rimonta sul compagno di squadra Martin, un ultimo giro da infarto con 5 moto tutte insieme. Poi arriva il contratto con Honda, che difficilmente poteva lasciare immaginare un acuto come quello di domenica. Ma Johann sa sempre stupire: anche i suoi genitori, finalmente venuti in pista per vedrlo correre.