Bagnaia, ora che si fa? Ci sono 5 gare per battere Marquez
Il successo del Giappone nel giorno del trionfo mondiale di Marc è solo l'antipasto di un intrigante finale di stagione. Ora che Pecco ha trovato la moto che vuole, chi sarà il più forte?
Senza volere apparire blasfemi, il ritorno alla vittoria di Pecco Bagnaia in Giappone assume i contorni della “resurrezione sportiva”. Solo tre settimane fa, il tre volte campione del mondo partiva 21esimo sulla pista del Montmelò, penultima fila dello schieramento. In quell'occasione Pecco aveva detto che “con tutto il rispetto per i collaudatori, il mio posto in griglia non è questo”. La frase era caduta un po' come un sasso in uno stagno, perché Bagnaia veniva da tre weekend sempre lontano dal podio, i peggiori da inizio stagione e nemmeno la pausa estiva sembrava avere avuto alcun effetto benefico sull'approccio del #63 al weekend di gara. Mentre Marquez dominava la scena con un filotto di 14 vittorie consecutive, Pecco stava letteralmente sprofondando in fondo alla classifica.
Orecchio teso
Dopo il successo di Motegi, il sito ufficiale della MotoGP ha pubblicato una card che mostra Bagnaia con l'orecchio teso ai detrattori, come a chiedere conto delle critiche ricevute. È indubbio che, dalla questione tecnica, nel corso dell'anno le considerazioni che sono state fatte dalla stampa – anche su queste pagine- si sono spostate piano psicologico. Mentre Bagnaia continuava a predicare nel deserto, chiedendo un aiuto di natura tecnica, tutto l'ambiente mediatico ha iniziato a sottolineare come Pecco non fosse più in grado di sostenere il confronto con un compagno di box piuttosto ingombrante.
Il ruolo del team
A onor del vero, il team ufficiale ha sempre sostenuto che le differenze sulla GP25 rispetto alla moto dell'anno precedente non fossero tali da giustificare un tale crollo prestazionale. Tanto Davide Tardozzi, quanto Gigi Dall'Igna, hanno sempre parlato di “differenze minime”, ma non solo: gli interventi sulla moto di Pecco sono stati di ridotta entità, anche se di natura diversa. Bagnaia lo ha spiegato bene dopo il gran premio. “Abbiamo avuto dei test dopo Jerez e dopo Aragon. In entrambe le gare che li avevano preceduti non ero andato male, per cui le modifiche sono state di poco conto. Dopo Misano invece (gare chiuse con un 13esimo posto e una caduta, ndr) il lavoro è stato davvero importante”.
E adesso che succede?
Pecco aveva anche spiegato – facendo autocritica- che forse sarebbe dovuto essere più incisivo nel bocciare la moto che aveva provato in inverno e insistere fin dall'inizio della pre-season sulla direzione richiesta. Ma come si può dare torto a Pecco per l'approccio avuto? In fondo dall'altra parte del box c'era un otto volte campione del mondo che aveva promosso il materiale testato e una squadra desiderosa di dare riscontro positivo alle novità portate rispetto al 2024.
A ogni modo, quel che è stato è stato e Bagnaia è il primo a cercare di non rammaricarsi troppo per la stagione buttata. Anche perché – è bene ricordarlo- mancano ancora 5 gare e altrettante Sprint. Il confronto con Marquez, in questo finale di stagione, potrà rinnovarsi senza alcuna pressione legata a risultati da conseguire. Sarà quello il vero banco di prova per Pecco, il metro di paragone reale per capire cosa potrà succedere nel 2026: 5 gare per comprendere, con moto uguali ma finalmente diverse, chi è il più veloce.
- Accedi o registrati per commentare