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Valentino Rossi: una lunghissima carriera, rischiando il giusto

Nei 26 anni di carriera nel motomondiale, Rossi ha patito pochi infortuni ed è sempre tornato in pista a tempo record. Valentino è sempre riuscito ad andare forte senza esagerare, e solo così è stato capace di raggiungere l'incredibile traguardo delle 432 gare corse
Tanti sono stati i momenti indimenticabili della carriera di Valentino Rossi, ma ci sono stati anche alcuni passaggi delicati, ritorni da infortuni o malattia – per fortuna mai niente di grave- più o meno fortunati. Andiamo a ripercorrere le tappe più complicate della storia del nove volte campione del mondo.

15 anni senza fermarsi
La prima parte della carriera di Valentino è stata un miracolo di costanza ad altissimo livello. Basta ricordare che Rossi non ha saltato un singolo gran premio dall'esordio in classe 125 - il 31 marzo 1996 in Malesia- fino allo sfortunato weekend del Mugello nel 2010. Il conto è presto fatto: sono 194 gran premi senza stop (con 104 vittorie!).

Un ritorno lampo
Rossi cade nelle libere del gran premio d'Italia e si frattura tibia e perone della gamba destra. I soccorsi sono immediati, l'operazione avviene in giornata, ma la frattura è scomposta e la prima diagnosi indica in un paio di mesi il tempo del recupero. In quella domenica del gp d'Italia, tra l'altro, Jorge Lorenzo indossa una maglia gialla con il 46 in omaggio al compagno, ma l'umore del pubblico non è quello giusto per apprezzare il gesto. Valentino comunque è rapidissimo anche nel recupero e torna in pista per un gran premio dopo soli 40 giorni. Prima del Sachsenring ci sono due test con la Yamaha R1: uno a Misano, dove lavora per la prima volta con Silvano Galbusera, più un secondo a Brno. In Germania Rossi è quarto, il podio sfuma al termine di un bel duello con Casey Stoner, che non ha nessuna intenzione di lasciargli il terzo posto.

Sette anni dopo
Nel 2010 le gare saltate sono appena 3, e poi per altri 7 anni Valentino continua a macinare partecipazioni: nessun titolo mondiale, solo altre 11 vittorie, ma nel 2014, 2015 e 2016 è vice campione del mondo, un cliente scomodo per tutti. Anche nel 2017 la stagione inizia alla grande, ma poi Yamaha va in difficoltà, Rossi e Vinales scoprono che bisogna fare i conti con Marquez e con le Ducati, più di quel che ci si aspettava in primavera. E prima di Misano, nella gara di casa, su Vale piove una tegola pesantissima: nuova frattura alla gamba destra, ancora tibia e perone, durante un'uscita di enduro con gli amici. E pensare che solo qualche mese prima era stato il gran premio d'Italia a finire a rischio, per via di un incidente in motocross.
A settembre Rossi è obbligato a guardare il gran premio in tv, quasi dalla finestra di casa, ma per Aragon è di nuovo in pista, 23 giorni dopo. Ancora meglio che nel 2010 come tempistiche e il risultato ottimo, con un quinto posto da incorniciare.

Mannaggia al Covid
Il terzo stop nella carriera di Vale arriva solo l'anno scorso, e in tempi di pandemia è il coronavirus che blocca il Dottore: due le gare saltate, ma questa volta il rientro non ha nulla di miracoloso e anzi, il tampone negativo arriva proprio all'ultimo momento utile. Rossi torna in pista a Valencia, ma incappa in un ritiro. Come non sono arrivati più mondiali dopo il primo infortunio e nessuna vittoria dopo il secondo, in questo caso sono i podi che mancano all'appello. Dal rientro dopo la malattia, per Vale sono arrivati solo quattro piazzamenti in top ten.

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