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MotoGP, Suzuki lascia, ma chi entra al suo posto? Due le ipotesi

Dorna ha fatto presente che c'è interesse sia da parte di team privati che di case ufficiali. Per la prima ipotesi è in pole position il Leopard Racing con due Aprilia, per la seconda GasGas, che permetterebbe a KTM di aumentare la propria forza
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MotoGP
Ora che Suzuki ha comunicato – senza un vero e proprio comunicato tra l'altro- che non proseguirà con l'avventura in MotoGP, l'attenzione di tutti è concentrata sul capire chi prenderà il posto del costruttore giapponese. Le ipotesi principali sono due, almeno per quanto al momento è stato verificato.

Dorna prende posizione
Se Suzuki ha delegato il capo progetto Shinici Sahara a parlare alla squadra, ma nessuna comunicazione è stata ancora inviata alla stampia, abbiamo invece uno statement ufficiale da parte di Dorna, il promoter del campionato con cui la casa si era impegnata a correre in MotoGP fino al 2026. Carmelo Ezpeleta ha fatto sapere che al momento non manca interesse nel prendere il posto di Suzuki, tanto da parte di team indipendenti che di nuovi costruttori. Ed è proprio questa parte del comunicato che apre a nuovi scenari rispetto a quelli della prima ora. Nel frattempo giova ricordare che Hamamatsu dovrà comunque onorare una penale per la fuoriuscita anticipata, e chi lo sa che non ci sia spazio per una formula diversa dal ritiro a fine stagione.

Le case ufficiali
A chi potrebbe fare riferimento Dorna, citando un marchio interessato a subentrare? La prima risposta che viene da dare è GasGas, l'azienda spagnola passata sotto il controllo di KTM e che già si ipotizzava nei prossimi anni destinata a presentarsi in MotoGP. Certo, non si tratterebbe di un vero e proprio nuovo costruttore, ma di un brand di Mattighofen. Se l'iscrizione di Suzuki dovesse passare proprio da KTM, sarebbe comunque tramite un team satellite, un po' come è stato fatto a suo tempo con Tech3 per le due RC16 in più rispetto al factory team. In questo senso il team Aspar – in MotoGP fino al 2019- sarebbe l'indiziato numero uno a portare avanti l'operazione, anche perché già schiera le moto austriache in Moto3 e Moto2. C'è però anche un tema di tempi tecnici: riuscire a mettere in piedi una operazione di questo tipo in pochi mesi non è semplice.
Altri costruttori all'orizzonte? Per ora nulla: l'unico nome che viene in mente sarebbe Kawasaki, ma già più volte negli anni passati i contatti tra Dorna e la casa di Akashi non hanno portato a nulla, e come riportato sopra, non ci si inventa un'avventura, tanto meno un prototipo, dall'oggi al domani.

I team indipendenti
Il team Leopard Racing – come spiegato da Sky Sport nella giornata di ieri- è tra le squadre che vorrebbe fare il passaggio in MotoGP, e la squadra guidata da Christian Lundberg sarebbe intenzionata a schierare due Aprilia clienti in griglia. Se le RS-GP diventassero quattro, ci sarebbe un riequilibrio generale delle forze in campo, Ducati a parte, che continuerebbe a presentare otto moto. Se invece fosse Razan Razali - che attualmente schiera il team With-U con due M1- a subentrare con le moto di Noale, ci sarebbero due M1 in meno sulla griglia.

La partita è conclusa?
Non è detto che lo stato delle cose sia definitivo. Dorna ha ribadito che un contratto firmato fino al 2026 c'è, e in assenza di comunicazioni da parte di Suzuki, resta il sospetto che ci sia margine di trattativa per un rientro. In che forma? Magari, solo per un anno, con le moto affidate a una struttura privata, tempo per un disimpegno più graduale che farebbe il gioco sia di chi deve subentrare, che di chi deve uscire. Questa strada richiederebbe però comunque uno sforzo da parte di Suzuki, sia a livello di personale impiegato (almeno per quanto riguarda i tecnici), quanto di know-how ceduto a terzi, una soluzione che rischia di rivelarsi quanto mai controproducente, vista la bontà del progetto.

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