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MotoGP Starting Grid: a Barcellona la lotta per il titolo entra nel vivo

In classifica ci sono quattro piloti in altrettanti punti, otto nello spazio di una vittoria a metà campionato. Mir e Quartararo si punzecchiano, mentre le Ducati sperano in una pista che ha premiato la velocità della Desmosedici negli ultimi anni
Il motomondiale è già arrivato al giro di boa con la seconda gara di Misano, la settima di 14. Ma i motori non si fermano e da venerdì la MotoGP torna in pista al Montmelò per il gp di Catalunya. Andiamo a vedere le news sulla MotoGP Starting Grid insieme al nostro Guido Sassi.

La novità
La curva dei contagi da coronavirus è tornata a salire un po' in tutta Europa e anche il motomondiale ha conosciuto il primo caso di contagio tra i suoi piloti. Jorge Martin ha dovuto saltare le due gare di Misano: il futuro pilota Ducati ha subito uno stop proprio nel momento in cui si stava legittimando come uno tra i più accreditati canditati al titolo della Moto2, ma lo rivedremo in pista già a Barcellona. Con un centinaio di piloti assoldati tra le quattro categorie e un entourage di oltre 1500 persone per tutto il carrozzone delle moto, prima o poi era inevitabile che qualcuno rimanesse coinvolto. La MotoGP per ora è rimasta immune dal Covid-19, ma non sarebbe uno scandalo se da qui a fine stagione qualcuno dei piloti in corsa per il titolo iridato incappasse nello stesso problema. Nel frattempo i rider si preparano ad affrontare la seconda parte della stagione, compreso l'ultimo round di Portimao.

Che numeri
Con 4 piloti nello spazio di altrettanti punti, 8 nello spazio di una vittoria, la corsa in campioanto è più che mai incerta. Sono parecchi quindi i rider che hanno deciso di prendere parte al test di Portimao – di base riservato appunto ai tester- con moto di serie. Vinales e Dovizioso saranno della partita, al momento Quartararo e Mir invece no, ma tutto potrebbe cambiare. La pista portoghese potrebbe davvero essere decisiva nell'assegnazione del titolo iridato, e per molti piloti avere un'occasione in più per conoscerne le curve è considerata un'opportunità irrinunciabile.
Yamaha schiererà anche il proprio tester di lusso Jorge Lorenzo: il maiorchino si è dichiarato ufficialmente pensionato e dopo le sirene estive di Ducati ha virato su impegni meno gravosi che fare il pilota a tempo pieno. La M1 intanto si gode le proprie rivincite: 4 vittorie su 7 gare, 5 pole position: svanito Marquez, il marchio di Iwata è tornato a brillare e a legittimare la prima posizione nella classifica costruttori e team.

La sfida
Insieme fanno 44 anni, appena 3 in più rispetto a Valentino, e le loro ambizioni sono in linea con quelle di un pluricampione del mondo. Joan Mir e Fabio Quartararo sono tra i candidati al titolo e oltre che in pista iniziano a misurarsi anche nelle dichiarazioni a distanza. Lo spagnolo e il francese non sembrano piacersi troppo. Prima dell'ultima gara El Diablo aveva detto che la Suzuki era forse la migliore moto tra tutte e il pilota di Brivio gli aveva ironicamente risposto: “Non sapevo che l'avesse guidata”. Dopo il gran premio ancora scintille tra i due: Fabio ha dichiarato di non avere letto alcun avviso di penalità sul proprio dashboard, Joan gli ha risposto per le rime: “A me non è mai capitato un problema del genere”. Per ora in pista Quartararo ha vinto 2 gare, Mir nessuna. Ma negli ultimi 5 gp il francese ha messo insieme appena 33 punti, lo spagnolo 69. Il trend è tutto per il pilota di Brivio.

Questa è storia
È passato solo un anno, ma la MotoGP post coronavirus è tutta un'altra cosa rispetto a quanto abbiamo visto a Barcellona un anno fa. Nel 2019, al Montmelò, Jorge Lorenzo innescava lo strike che avrebbe fatto fuori tutti i contendenti di Marquez nella corsa al titolo: con una sola frenata sbagliata Jorge aveva abbattuto Rossi, Vinales e Dovizioso e dopo quella carambola MM93 era andato a vincere davanti a Quartararo e Petrucci. Il maiorchino stava cercando di risolvere con una manovra un tantino ambiziosa i molti problemi che stava passando in sella alla propria Honda, una moto che non ha mai digerito. Sparito dalla circolazione l'otto volte campione del mondo e ritiratosi il 99, alla Casa Alata oggi manca sia il leader riconosciuto che il suo antagonista mancato. Gli ingegneri giapponesi sono rimasti con Nakagami e Alex Marquez, due piloti che faticano a stare in top ten con la Rc213V, per lo meno nella prima delle due gare che si corrono sulle piste del mondiale. Manca qualcuno capace di dare una direzione allo sviluppo, e in questo 2020 persino Honda sembra avere rinunciato a fare dei tentativi in tal senso.

Hot Spot
A Barcellona la curva che chiama il maggior numero di sorpassi è probabilmente la prima. Alla staccata dopo il rettilineo principale le moto arrivano a quasi 350 chilometri orari, lanciate da un bel curvone e un dritto da oltre un chilometro. Chi forza il sorpasso può anche andare leggermente lungo, perché la successiva variante rende molto difficile l'incrocio e chi sta dentro tendenzialmente ha sempre la meglio. Per riuscire a vincere al Montmelò serve insomma una moto veloce e stabile in frenata, aspetto che ha premiato molto le Ducati negli ultimi anni, anche se la Yamaha dal canto suo può vantare una percorrenza invidiabile nei curvoni d'appoggio del veloce tracciato catalano.

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