MotoGP, Promossi&Bocciati: Mir prende il largo in campionato, Quartararo va al tappeto
Il maiorchino vince la sua prima gara in classe regina e consolida il primato, con 37 punti sul francese e su Rins. La conquista del titolo è veramente vicina e potrebbe celebrarsi già domenica prossima. Yamaha è rimasta travolta dagli eventi: il coronavirus, lo scandalo valvole e piloti umorali hanno penalizzato oltre modo Iwata
MotoGP
Il motomondiale si sta davvero avviando verso la conclusione e forse ha trovato anche il suo padrone. Al momento però i giochi sono ancora aperti, almeno per la matematica: andiamo a rivedere insieme i Promossi&Bocciati di questo Gran Premio d’Europa a Valencia insieme al nostro Guido Sassi.
Chi piange, chi ride
Joan Mir è un ragazzo solare: quando gli è stato chiesto dopo le qualifiche se sentisse la pressione per il mondiale, ha risposto che in un anno come quello che il Pianeta sta vivendo per via del coronavirus i problemi sono quelli di persone meno fortunate, non suoi. Comunque oggi JR36 si è tolto ogni possibile fastidio e sassolini dalla scarpa andando a vincere la sua prima gara in MotoGP, che lo ha proiettato a +37 punti in classifica su Alex Rins e Fabio Quartararo. Con soli 50 punti ancora in palio il maiorchino ha quasi il titolo in tasca, a meno di errori che da parte sua in questa stagione abbiamo visto davvero raramente.
Se c'è qualcuno che ha pianto lacrime amare, quello è proprio El Diablo. Non è una metafora: finita la gara il francese ha singhiozzato in moto come nel suo box. D'altronde - quando il francese parte dietro- raramente vengono fuori gare convincenti di rimonta, e in questa occasione Quartararo si aè addirittura spaventato per la caduta di Aleix Espargaro, pinzando anche lui troppo il freno e finendo a terra in un tragicomico balletto a due.
Oscar del sorpasso
Mancavano 11 giri al termine quando alla curva 11 Mir è passato in testa alla gara. Rins ha avuto un problema in scalata e Joan è stato velocissimo ad approfittarne nel lungo tornantone prima del rettilineo di ritorno. D’altronde il leader del campionato stava mostrando una gran velocità già da diversi giri e non è detto che non ci avrebbe provato comunque poco dopo. La manovra è stata facile, pulita ed estremamente redditizia, con un effetto leggermente distensivo anche sul povero Davide Brivio, che già temeva un duello tra i suoi due galli nel pollaio.
Data check
Fortunato o spietato? I dati dicono che Joan Mir non era messo affatto male. Intanto partiva dalla quinta casella in griglia, meglio di tutti i suoi diretti avversari nella corsa al titolo. E poi lo spagnolo era stato il più veloce della griglia nel warm up della mattina. In gara ha girato sempre sul 32 basso, con un paio di puntate sul 31”9 e la sensazione di non essere mai in difficoltà. Alex Rins non è stato da meno, se non per quei due giri che gli hanno fatto perdere leggermente e irrimediabilmente contatto. Peccato per Quartararo: il francese al quinto giro faceva già segnare un giro sotto il muro del 32, anche se nel finale di gara il suo passo si è alzato sensibilmente. Probabilmente con qualifiche migliori sarebbe stata tutta un'altra gara, ma quel che è stato è stato.
Meditate gente
Nel dopo gara Valentino ha fatto pubblicamente i complimenti a Brivio e al suo team, esempio di come si possa coniugare in maniera efficace il lavoro di un costruttore giapponese con quello di un team europeo. Rossi ha anche detto che Yamaha dovrebbe prendere esempio da Suzuki, perché evidentemente si possono fare moto con un 4 cilindri in linea dotate di abbastanza cavalleria da battere i V4 (Honda, Ducati, Ktm e Aprilia). Anche a Valencia le GSX-RR erano quasi in fondo alle tabelle di velocità, con Mir e Rins 17esimo e 18esimo: peggio di loro hanno fatto solo Quartararo e le due Aprilia, eppure su piste così tortuose i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi. Tuttavia anche ad Aragon, dove pure ci sono due rettilinei importanti, Suzuki si è difesa egregiamente. La M1 non è certo da buttare come l'umore nero dei suoi piloti può far sospettare: la M1 ha vinto metà di queste dodici gare e l'altra metà se la sono spartita equamente Ducati, Ktm e Suzuki. Ma gli alti e bassi di Yamaha sono troppo accentuati e in una stagione come questa la regolarità si è rivelata fondamentale.
Nel box di Jarvis tanto quanto in quello di Razali tuttavia regna un caos che non ha eguali: prima lo scandalo delle valvole sostituite irregolarmente, poi i casi di coronavirus, infine gli sfoghi di due piloti - Quartararo e Vinales- che quando le cose non vanno per il vesto giusto iniziano a prendere a pugni i serbatoi. Per ritrovare il bandolo della matassa serve più tranquillità.
Chi piange, chi ride
Joan Mir è un ragazzo solare: quando gli è stato chiesto dopo le qualifiche se sentisse la pressione per il mondiale, ha risposto che in un anno come quello che il Pianeta sta vivendo per via del coronavirus i problemi sono quelli di persone meno fortunate, non suoi. Comunque oggi JR36 si è tolto ogni possibile fastidio e sassolini dalla scarpa andando a vincere la sua prima gara in MotoGP, che lo ha proiettato a +37 punti in classifica su Alex Rins e Fabio Quartararo. Con soli 50 punti ancora in palio il maiorchino ha quasi il titolo in tasca, a meno di errori che da parte sua in questa stagione abbiamo visto davvero raramente.
Se c'è qualcuno che ha pianto lacrime amare, quello è proprio El Diablo. Non è una metafora: finita la gara il francese ha singhiozzato in moto come nel suo box. D'altronde - quando il francese parte dietro- raramente vengono fuori gare convincenti di rimonta, e in questa occasione Quartararo si aè addirittura spaventato per la caduta di Aleix Espargaro, pinzando anche lui troppo il freno e finendo a terra in un tragicomico balletto a due.
Oscar del sorpasso
Mancavano 11 giri al termine quando alla curva 11 Mir è passato in testa alla gara. Rins ha avuto un problema in scalata e Joan è stato velocissimo ad approfittarne nel lungo tornantone prima del rettilineo di ritorno. D’altronde il leader del campionato stava mostrando una gran velocità già da diversi giri e non è detto che non ci avrebbe provato comunque poco dopo. La manovra è stata facile, pulita ed estremamente redditizia, con un effetto leggermente distensivo anche sul povero Davide Brivio, che già temeva un duello tra i suoi due galli nel pollaio.
Data check
Fortunato o spietato? I dati dicono che Joan Mir non era messo affatto male. Intanto partiva dalla quinta casella in griglia, meglio di tutti i suoi diretti avversari nella corsa al titolo. E poi lo spagnolo era stato il più veloce della griglia nel warm up della mattina. In gara ha girato sempre sul 32 basso, con un paio di puntate sul 31”9 e la sensazione di non essere mai in difficoltà. Alex Rins non è stato da meno, se non per quei due giri che gli hanno fatto perdere leggermente e irrimediabilmente contatto. Peccato per Quartararo: il francese al quinto giro faceva già segnare un giro sotto il muro del 32, anche se nel finale di gara il suo passo si è alzato sensibilmente. Probabilmente con qualifiche migliori sarebbe stata tutta un'altra gara, ma quel che è stato è stato.
Meditate gente
Nel dopo gara Valentino ha fatto pubblicamente i complimenti a Brivio e al suo team, esempio di come si possa coniugare in maniera efficace il lavoro di un costruttore giapponese con quello di un team europeo. Rossi ha anche detto che Yamaha dovrebbe prendere esempio da Suzuki, perché evidentemente si possono fare moto con un 4 cilindri in linea dotate di abbastanza cavalleria da battere i V4 (Honda, Ducati, Ktm e Aprilia). Anche a Valencia le GSX-RR erano quasi in fondo alle tabelle di velocità, con Mir e Rins 17esimo e 18esimo: peggio di loro hanno fatto solo Quartararo e le due Aprilia, eppure su piste così tortuose i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi. Tuttavia anche ad Aragon, dove pure ci sono due rettilinei importanti, Suzuki si è difesa egregiamente. La M1 non è certo da buttare come l'umore nero dei suoi piloti può far sospettare: la M1 ha vinto metà di queste dodici gare e l'altra metà se la sono spartita equamente Ducati, Ktm e Suzuki. Ma gli alti e bassi di Yamaha sono troppo accentuati e in una stagione come questa la regolarità si è rivelata fondamentale.
Nel box di Jarvis tanto quanto in quello di Razali tuttavia regna un caos che non ha eguali: prima lo scandalo delle valvole sostituite irregolarmente, poi i casi di coronavirus, infine gli sfoghi di due piloti - Quartararo e Vinales- che quando le cose non vanno per il vesto giusto iniziano a prendere a pugni i serbatoi. Per ritrovare il bandolo della matassa serve più tranquillità.
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