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MotoGP 2020, Miller: “Mi sento in Purgatorio”

MotoGP news – Dall’Australia Jack Miller ha mandato un messaggio a tutti i tifosi della MotoGP e ha raccontato come sta vivendo questo momento di stop forzato: “Nelle ultime settimane ho passato più tempo qui rispetto agli ultimi dieci anni"
"Non mi piace non poter guidare"
Appena è iniziata l’epidemia di coronavirus Jack Miller ha lasciato Andorra per tornare a casa sua, a Townsville, nel Queensland, in Australia. Il pilota del team Pramac ha scritto nel suo blog: “Nelle ultime settimane ho passato più tempo qui rispetto agli ultimi dieci anni e l’unico vantaggio di tutto questo è che è davvero bello stare a casa. Apprezzerei che fosse per altre ragioni e non mi piace non guidare, ma c’è qualcosa di positivo da prendere in ogni situazione”. Uno stop forzato non è per niente facile: “Questo mette alla prova i livelli di motivazione, non abbiamo una data in cui inizierà il campionato. Passi l’inverno preparandoti costantemente, hai fatto i test e poi tutto si ferma. Ti senti come se fossi intrappolato nel Purgatorio. Sarebbe facile perdere la motivazione, allenarti meno, prendere qualche chilo dove non vuoi… Questo è quello che sto provando a evitare perché in passato ho avuto problemi nel perdere peso”. Il suo pensiero è andato al suo team, che è italiano: “Ho parlato con il capo, Paolo Campinoti, per assicurarmi che tutti stiano bene. L’Italia è stato uno dei paesi più colpiti da tutto questo, è difficile non pensare ai ragazzi del team, mi dispiace per loro. Essere qui per una volta è stato un bene. L’isolamento dell’Australia ci ha aiutato finora e spero che non finiremo male come alcuni paesi che sono in difficoltà”.
Infine, ecco il messaggio per i tifosi che devono aspettare ancora un po’ prima di rivedere la MotoGP in pista: “Ci sono tante persone che amano la MotoGP e ora non possono guardarla. Per la gente a cui piacciono gli sport, e io mi considero parte di questa categoria, è difficile resistere quando la cosa che più ti piace non c’è più. Non ti rendi conto di quanto ti rifugi nello sport come se fosse una scappatoia, fino a quando non c’è più. Credetemi, lo so. È brutto, ma torneremo”.
 

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