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MotoGP 2020, Domenicali: “Vogliamo piloti veloci, non per forza italiani”

MotoGP news – La situazione del mercato piloti per il prossimo biennio si fa in salita per Ducati, che visto come si sono mossi in anticipo i rivali potrebbe non avere molte opzioni tra cui scegliere. A parlare è stato l’amministratore delegato, Claudio Domenicali, che ha parlato dei criteri della scelta, a cui non è legata la nazionalità dei piloti
Chi vestirà di rosso?
La stagione 2020 della MotoGP deve ancora iniziare, ma il mercato per il biennio 2021-2022 è già cominciato con una notizia “bomba”: Maverick Vinales e Fabio Quartararo saranno i due piloti ufficiali del team Yamaha. Proprio loro erano i piloti più interessanti in ottica mercato, considerando la giovane età e la grande competitività che soprattutto nel 2019 hanno dimostrato in pista. Non a caso Ducati li aveva “puntati” per rivoluzionare il team e riprendersi il titolo iridato, ma ora che sono già stati ingaggiati dovranno trovare una buona soluzione, e non sarà facile. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, Suzuki sta contrattando con Alex Rins e Joan Mir per farli restare sulla GSX-RR e anche Honda sarebbe a buon punto con il rinnovo di Marc Marquez. La casa di Borgo Panigale potrebbe così scegliere tra Johann Zarco, che però non ha ancora mai guidato la “rossa”, e i piloti del team Pramac, Jack Miller o Francesco Bagnaia, se non conferma gli attuali Dovizioso e Petrucci. A quanto pare la bandiera non sarà importante, a dirlo chiaramente è stato l’amministratore delegato di Ducati, Claudio Domenicali, ad Autosport.com: “Non è importante che i nostri piloti siano italiani, noi vogliamo piloti veloci. Siamo fortunati perché abbiamo piloti italiani veloci, è una cosa positiva, ma se guardiamo alla nostra storia abbiamo scritto pagine di motociclismo anche con piloti di nazionalità australiana e britannica. Guardiamo Carl Fogarty, per esempio. Per scegliere i nostri piloti non guardiamo questo aspetto, e su questo Gigi Dall’Igna (direttore generale di Ducati Corse, ndr) è stato chiaro. Sono d’accordo con lui”.
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