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MotoGP 2019: le pagelle dopo i test invernali

Honda ha lavorato bene sul motore per recuperare il gap in velocità da Ducati, ma i piloti durante i test non sono mai stati nella migliore condizione fisica, mentre Dovizioso e Petrucci sono al 100%. Ancora in ritardo Yamaha, mentre Suzuki è la sorpresa positiva di questa pre season
Immaginiamo un appassionato che lascia il motomondiale a Valencia 2018 per un intero inverno di mare e relax su un'isola deserta. Il nostro fortunato tifoso di MotoGP torna a casa a marzo 2019 e si collega a internet per guardare i risultati dei test in Qatar: scopre che nell'ultima sessione ci sono ben 15 piloti racchiusi in un secondo, con Vinales a guidare il gruppone e Dovizioso a chiuderlo. Non solo: il rookie Fabio Quartararo occupa una strabiliante seconda posizione, si registrano 4 Yamaha ai primi 6 posti e nessuna Ducati tra le prime 8 moto. Ovviamente i 4 test (Valencia, Jerez, Sepang, Losail) che si sono succeduti da allora a oggi ci raccontano una storia diversa, il cui finale è ancora tutto da scrivere: prima dello start mondiale con la gara inaugurale del prossimo 10 marzo c'è quindi tempo per valutare chi meglio ha svolto i propri compiti insieme al nostro Guido Sassi.

Honda voto 8
Dei tre piloti di vertice che Hrc ha nel proprio tridente, non c'è n'è stato uno in perfette condizioni fisiche lungo tutto l'arco dell'inverno. La nuova RC213V era però già più che abbozzata a novembre, la direzione impressa dagli ingegneri della Casa Alata ben chiara: Honda sembra avere recuperato il gap in velocità con Ducati. Una migliore accelerazione teoricamente permette a Marquez di non dovere staccare troppo dentro la curva, risparmiando la gomma anteriore da eccessive sollecitazioni e degrado. I tecnici del reparto corse hanno inseguito la direzione impressa a Borgo Panigale non solo in termini di aerodinamica, ma anche nello sviluppo di un “bauletto” molto simile a quello della moto italiana. Spostare i pesi indietro in posizione sospesa ha l'obiettivo di evitare il chattering all'anteriore. Marc Marquez (voto 9) è riuscito a recuperare quasi in pieno dall'operazione alla spalla e sarà pronto per la prima gara. Il 7 volte campione del mondo ha comunque potuto indirizzare lo sviluppo della nuova moto al 100%. Jorge Lorenzo invece (voto 7) è ancora piuttosto indietro nel riprendersi dall'infortunio allo scafoide e ha messo insieme pochi giorni di prove su una moto per lui del tutto nuova. La velocità però già non è trascurabile, l'adattamento alla RC213V è apparso immediato. Per le prime gare europee Jorge potrebbe già essere una spina nel fianco per chiunque. Pre season insufficiente invece per Cal Crutchlow (voto 5). Non è certo colpa sua, l'infortunio alla gamba richiede un lungo recupero, ma il feeling con l'anteriore della moto al momento è tutto da trovare. Buon umore invece nell'altro lato del box Cecchinello: Takaaki Nakagami (voto 6) è stato sempre costante a buoni livelli.

Ducati voto 8
Gigi dall'Igna semina regolarmente il panico nella stampa specializzata presentando a ogni test novità tecniche di difficile interpretazione: In Qatar è stata la volta di un nuovo “pattino” aerodinamico fissato davanti alla ruota posteriore, con il probabile obiettivo di raffreddare la gomma. La GP19 a detta di Andrea Dovizioso (voto 8) ha fatto un passo in avanti in termini di turning, ma il forlivese giustamente aspetta il riscontro di più tracciati per una conferma. Il vice campione del mondo nei test non ha mai cercato il tempo. È un segno di consapevolezza dei propri mezzi, ma non si può nemmeno dire che il Dovi si sia nascosto o che sia contento al 100% di quanto ha provato. Alla Ducati manca ancora qualcosa per diventare la moto totale e per battere Marquez non è detto che il pacchetto a disposizione basti. Danilo Petrucci (voto 7) è veloce e già calato alla perfezione nel ruolo di compagno di box perfetto per Dovi: collaborativo e inquadrato negli schemi, non sembra però avere trovato del tutto la soluzione al problema del proprio peso in relazione al rendimento degli pneumatici. I piloti Pramac sono già in agguato per la sua sella in ottica 2020: Jack Miller (voto 6,5) ha mostrato a tratti velocità e disposizione nel portare avanti il lavoro di sviluppo, Francesco Bagnaia (voto 7) ha brillato a Sepang e sofferto in Qatar. Alti e bassi saranno inevitabili per lui in questo primo anno: dovrà re-imparare le traiettorie su molti circuiti, non tutti immediati come lettura in sella a una MotoGP. Può contare però su un top crew-chief come Gabarrini: qua e là potremmo anche vederlo finire nei primi cinque al traguardo. Menzione infine per Tito Rabat (voto 6,5): in sella a una GP18 ha fatto vedere subito ottime cose.

Yamaha voto 6
Nuova organizzazione, nuovi team satellite e test team, nuovo motore. Ma i vecchi problemi non sembrano essere risolti. Il degrado della gomma posteriore e le carenze in accelerazione rimangono le questioni aperte sul tavolo di Iwata. La M1 in Qatar paga 10km/h di velocità di punta a Ducati e Honda. Maverick Vinales (voto 6,5) regolarmente si dichiara entusiasta della nuova moto, salvo fare marcia indietro il giorno successivo. Valentino Rossi (voto 6,5) ha confermato che la direzione intrapresa è quella giusta, ma servirà tempo per recuperare sugli avversari. Il suo equilibrio sarà come sempre fondamentale per non perdere la bussola. La M1 rimane molto veloce sul giro singolo, ma complicata sulla distanza di gara. È però anche il mezzo migliore per approcciare la categoria: Fabio Quartararo (voto 7) ha la velocità richiesta a un rookie di nemmeno 20 anni, Franco Morbidelli (voto 7) ha svolto alla perfezione i compiti in vista della sua seconda stagione. Guidato nel box da Ramon Forcada, potrà togliersi qualche bella soddisfazione dopo un primo anno non facile in sella alla Honda.

Suzuki voto 7,5
Giudizio forse un po' basso considerando i tempi di Alex Rins (voto 8). La moto è migliorata nel motore, la ciclistica rimane un punto di riferimento. Brivio ha tratto il massimo dalle risorse a propria disposizione e con soli due mezzi in griglia ha saputo sfruttare al meglio i dati raccolti. La vera incognita rimane il pilota: Rins ha l'esperienza necessaria per scegliere il materiale da utilizzare nel 2019? Suzuki ha perso le concessioni e non può più permettersi passi falsi in termini motoristici, così come per telaio e sviluppo generale della moto le risorse non sono infinite dalle parti di Hamamatsu. La GSX-RR merita comunque fiducia, al pari di Joan Mir (voto 6,5): l'apprendistato da rookie procede al meglio per il campione del mondo Moto3 2017.

KTM voto 5
Salvo qualche sporadica incursione di Espargaro nella top ten, a Mattighofen non si vede ancora la luce in fondo al tunnel. La casa austriaca ha solo due anni di esperienza in MotoGP, ma i problemi della RC16 sono ancora parecchi: l'ingresso curva è migliorato, ma la percorrenza no, così come l'accelerazione in uscita. Johann Zarco (voto 5) si ritrova con una moto che non è minimamente paragonabile alla vecchia ma efficace M1 e deve ancora capire come usare al meglio ciò che ha a disposizione. Pol Espargaro (voto 6) ha le idee più chiare perché conosce il mezzo, ma è difficile immaginare che possa dare qualcosa in più rispetto a quanto si è visto in questo primo biennio. Miguel Oliveira e Hafizh Syahrin avranno il difficile compito di imparare su una moto complicata. Tutti aspettano il tocco magico di Daniel Pedrosa: il contributo dello spagnolo come tester potrebbe finalmente dare una direzione alla grande mole di lavoro che gli austriaci mettono in campo.

Aprilia voto 6
La nuova RS-GP è già meglio della moto 2018 e Romano Albesiano può tirare un sospiro di sollievo. Entrare nella top ten con sei Ducati in griglia e una Suzuki ormai stabile ai piani alti sarà sempre più difficile, ma a Noale hanno avuto il coraggio di rivedere profondamente il progetto nel complesso. L'arrivo di Bradley Smith come tester e di Massimo Rivola come team manager promettono impegno, razionalità e organizzazione, l'acquisto di Andrea Iannone (voto 5) è ambizioso. Il pilota di Vasto tuttavia al momento è lontano dall'avere trovato il giusto feeling in sella: meglio Aleix Espargaro (voto 6), che dovrà cercare di portare più spesso la moto al traguardo rispetto all'anno scorso per capitalizzare il lavoro dei tecnici.

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