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MotoGP anteprima 2019: i team e i piloti della prossima stagione

MotoGP news – Mancano ancora otto gare alla fine della stagione 2018, ma la griglia di partenza del prossimo anno è già praticamente definita. I team ufficiali hanno da tempo messo sotto contratto i piloti che porteranno in gara le loro moto, ora si stanno riempiendo le ultime caselle dei team satellite: è appena arrivata la conferma del nuovo team privato Yamaha. In totale saranno sei i piloti italiani in pista
Alcune trattative sono andate in porto nel giro di qualche settimana, per altre ci sono voluti mesi di trattative più o meno segrete. In tutti i casi, ora i giochi sono fatti: la griglia di partenza della MotoGP per la prossima stagione è completamente definita. Vediamo in dettaglio squadra per squadra i componenti dei vari team, dopo che il Gran Premio di Valencia avrà messo la parola "fine" al Campionaro 2018. Nella prossima stagione 2019 qualcuno cambierà colori, qualcuno resterà sulla stessa moto... e qualcuno, ahimé, non sarà più in MotoGP.

Honda
Il team ufficiale HRC ha conquistato il titolo mondiale nella top class nel 2016 e 2017 con Marc Marquez, che del resto nei suoi primi cinque anni in MotoGP ha vinto quattro titoli (e sembra deciso a ripetere l'impresa anche in questo sesto anno nella classe regina). Seguendo il proverbio “squadra che vince non si cambia”, i vertici della casa giapponese hanno rinnovato per tempo e senza troppi intoppi il contratto con lo spagnolo e il suo team di pista. C’è voluto invece più tempo per decidere chi dovesse affiancare Marquez. Che il rapporto tra HRC e Pedrosa fosse arrivato alla fine, è stato chiaro fin da subito (con estremo dispiacere del povero Dani, legato a Honda fin dalla più tenera età). Una volta deciso di cambiare, l’interesse della casa di Tokyo si è rivolto prima su Johann Zarco, poi su Joan Mir, per poi andare a trattare e infine chiudere con un top rider cinque volte campione del mondo: Jorge Lorenzo. Il prossimo anno la Honda RC213V ufficiale sarà dunque portata in gara da Marquez e Lorenzo: due campioni che andranno a creare un autentico “dream team”... che probabilmente non sarà così facile da gestire!

Yamaha
Nessuna incertenzza invece per la casa di Iwata che ha battuto tutti sul tempo. Alla presentazione del team 2018 Maverick Vinales aveva già annunciato di aver rinnovato per altre due stagioni con Yamaha e alla vigilia del primo appuntamento in Qatar, è arrivata la conferma anche di Valentino Rossi. Nessuna sorpresa dunque? Non proprio: la casa di Iwata sta ora vivendo un momento difficile, il team non vince una gara da oltre un anno, e di questo si è addirittura scusato pubblicamente con i due piloti il capo progetto Kouji Tsuya. In Giappone, siamo certi, si rimboccheranno le maniche per dare a Viñales e soprattutto a Rossi una moto competitiva in vista della prossima stagione.

Ducati
La casa di Borgo Panigale è stata quella che ha maggiormente vivacizzato il mercato piloti 2019. Alla fine dei giochi, Ducati ha confermato Andrea Dovizioso: la trattativa è stata piuttosto lunga dal punto di vista economico, e si è risolta grazie all’ingresso dello sponsor Philip Morris che ha soddisfatto le esigenze del pilota. Per l'altra moto invece abbiamo visto colpi di scena degni delle migiori telenovelas. Dopo aver sborsato 25 milioni per Jorge Lorenzo che nella prima stagione aveva ottenuto solo tre podi, la marca italiana sin dalle prime gare del 2018 si è iniziata a guardare in giro e pare che nel corso del quinto appuntamento stagionale, a Le Mans, abbia fatto capire al maiorchino la volontà di prendere un’altra strada. E così è stato: Ducati ha ingaggiato Danilo Petrucci (ultracollaudato, visto che arriva dal team Alma Pramac Racing) e ha detto addio a Lorenzo che solo allora, ironia della sorte, ha iniziato a vincere!

Suzuki
Dopo un 2017 davvero in salita, la casa di Hamamatsu guardava alla stagione 2018 piena di fiducia, ma l’apertura anticipata del mercato ha messo definitivamente in crisi il rapporto (già difficile) con Andrea Iannone. Dal pilota di Vasto ci si aspettava tanto (forse troppo) nel 2017, ma i risultati non sono arrivati. E vederlo invece protagonista delle cronache rosa ha fatto perdere ulteriormente fiducia alla casa giapponese. Nonostante i due podi ottenuti ad Austin e a Jerez, il rapporto tra le due parti non era recuperabile e le loro strade si sono separate. Al posto dell’italiano per le due prossime stagioni arriverà Joan Mir, campione del mondo in carica di Moto3, che ha ben figurato nella sua stagione di debutto in Moto2, e che promette bene in MotoGP. Al suo fianco ci sarà il giovane, ed ex debuttante, Alex Rins che quest’anno ha fatto vedere cose interessanti alla guida della GSX-RR e che dal 2019 sarà alla guida dello sviluppo della moto.

Aprilia
Il 2018 è stato finora avaro di soddisfazioni per Aprilia, che dopo aver ottenuto due sesti posti nel 2017 con Aleix Espargaro, quest’anno ha avuto una battuta d’arresto (il miglior risultato ottenuto è una nona posizione). La casa di Noale sta lavorando duramente e senza sosta per accorciare il distacco dagli avversari e per il prossimo biennio si è assicurata l’esperienza e la competenza dello spagnolo Aleix Espargaro. Lo affiancherà il "nuovo arrivato" Andrea Iannone: l'esperienza maturata dal pilota di Vasto in questi anni in MotoGP (prima in Ducati e poi in Suzuki) sarà certamente utile nello sviluppo della RS-GP. E sicuramente il box italiano apprezzerà l'eventuale presenza di Belen Rodriguez...

KTM
La casa di Mattighofen è in MotoGP da sole due stagioni, ma conosce il mondo delle gare meglio di chiunque altra. In altre parole, non va sottovalutata: l’esperienza, il denaro e la fiducia certamente non mancano. Parlando di piloti, KTM ha rinnovato per il prossimo biennio con Pol Espargaro (che ha avuto fin da subito un buon feeling con la KTM), mentre ha salutato Bradley Smith: al suo posto arriverà Johann Zarco, sull'onda degli ottimi risultati ottenuti col team Tech 3.

Team "satellite" e privati
Il resto della griglia di partenza è composta da team privati, alcuni legati alle case e altri del tutto indipendenti.
Ducati potrà contare anche nel 2019 sulle Desmosedici GP schierate dal team Alma Pramac Racing, che saranno guidate dal confermato Jack Miller e dal debuttante Francesco Bagnaia, in arrivo dalla Moto2 dove sta lottando per il titolo iridato. Altre due “rosse” saranno schierate dal team Avintia Racing, che però non ha ancora fatto chiarezza sui nomi dei piloti. In questo team sarebbe dovuto arrivare Alex Marquez (fratello di Marc), ma lo spagnolo ha rifiutato l’offerta per concentrarsi ancora un altro anno nella classe di mezzo. Ad oggi sembra che le due Ducati saranno guidate da Tito Rabat e Karel Abraham.
Honda, invece, avrà un solo team satellite in pista e sarà il team LCR di Lucio Cecchinello: i piloti saranno il riconfermato Cal Crutchlow e Takaaki Nakagami.
Yamaha, invece, ha appena ufficializzato la creazione di un nuovo team satellite: i piloti saranno il campione del mondo Moto2 Franco Morbidelli (primo "allievo" della VR46 Academy ad arrivare alla MotoGP) e Fabio Quartararo, in arrivo dalla Moto2.
Anche KTM avrà un team privato che aiuterà i progettisti nello sviluppo delle moto, e che team: parliamo dei francesi di Tech 3, che dopo circa 20 anni hanno lasciato Yamaha per questa nuova sfida. Il team manager Hervé Poncharal ha chiamato la new entry Miguel Oliveira (ora impegnato nella corsa al titolo in Moto2) e ha confermato Hafizh Syharin, unico pilota malese in MotoGP.

Gli esclusi
Tra i nomi visti finora manca Dani Pedrosa: dopo la fine del rapporto con HRC, il pilota catalano ha deciso di ritirarsi alla fine della stagione 2018, col rimpianto di non avere mai conquistato un mondiale nella classe regina. Restano fuori dalla griglia di partenza della MotoGP 2019 anche altri nomi di grande valore come Bradley Smith, Alvaro Bautista (che potrebbe arrivare in Superbike), Xavier Simeon e Thomas Luthi (che ha però già firmato per tornare in Moto2). Quanto a Scott Redding, doveva essere il nuovo collaudatore di Aprilia, ma dopo la sfuriata e i giudizi negativi su moto e progettisti al termine del Gran Premio d’Austria bisogna vedere cosa pensano a Noale...
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