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MotoGP, intervista esclusiva ad Andrea Dovizioso: “La Desmosedici è esplosiva”

Andrea Dovizioso ci ha parlato del suo legame speciale con la casa di Borgo Panigale, della ritrovata competitività della Desmosedici, di cosa si aspetta da questa seconda parte di stagione e di come sono cambiati i suoi week end da quando nel box c'è la figlia Sara
Dal 2013 Andrea Dovizioso fa coppia fissa con Ducati, un rapporto che, con il rinnovo del contratto per altri due anni, durerà almeno fino al 2018. Anni importanti per la "rossa" che da poco, grazie anche all'impegno del  "Dovi", ha ritrovato la competitività. La Desmosedici è finalmente capace di giocarsela con Honda e Yamaha e dopo la vittoria in Austria, nei prossimi GP possiamo aspettarci altri grandi risultati. Dovizioso ne è convinto, ma ammette che manca ancora qualcosa per poter puntare alla vittoria in ogni gara. Ecco cosa ha raccontato alla nostra Serena Zunino poco prima del Gran Premio di Brno.

Hai avuto un inizio di stagione piuttosto sfortunato, che bilancio fai dopo undici GP?
Dipende da che punto di vista lo vogliamo guardare. Dal punto di vista dei punti in campionato, sufficiente, potevamo essere molto più avanti e siamo troppo lontani dai primi. Da un altro punto di vista, invece, avremmo potuto fare podi che non abbiamo fatto per “sfortuna”, quindi direi che è abbastanza positivo. Non troppo perché noi comunque vogliamo giocarci il campionato. In questo momento non siamo ancora completi per questo, anche se siamo molto veloci e molto vicini alla Yamaha, che è la moto di riferimento. Ci manca ancora qualcosa e se non sei a posto un po' su tutti gli aspetti, fai fatica a giocarti il campionato. Però sono contento perché stiamo migliorando, ma non è ancora sufficiente per gli obiettivi che vogliamo ottenere.

La seconda parte di stagione come la vedi?
Secondo me sarà più positiva della prima, possiamo essere più competitivi. Non posso comunque promettere che possiamo giocarci podio e vittoria in tutte le gare. La nostra moto è veloce, sotto certi punti di vista siamo molto veloci, ma, come ho detto, ci manca "qualcosina".

In Austria Ducati è tornata sul gradino più alto del podio, cosa ti ha detto Dall'Igna al termine della gara?
Dall'Igna era talmente euforico che non era molto lucido, è stato bello vederlo così. Ha provato a rincuorarmi un po' perché sapeva che ero deluso dal secondo posto, sapendo quanto forte ero in gara. Non abbiamo parlato molto, era giusto che lui festeggiasse con tutta la squadra. So quanto tempo e dedizione ci hanno messo tutti.

Iannone in Austria ha preso un bel rischio montando la gomma morbida, se ti trovassi in una situazione simile, rischieresti anche tu?
È evidente che in Austria sarebbe stata meglio la gomma morbida, però questo lo si scopre dopo. Quest'anno nessuna squadra ha la situazione sotto controllo per quanto riguarda le gomme, a differenza delle scorse stagioni quando tutto era più stabile e si sapeva cosa poteva succedere esattamente in gara. Al momento questo non accade, c'è un continuo sviluppo e Michelin sta lavorando molto per cercare di accontentare tutti e quasi ad ogni gara ci sono gomme diverse. Ci troviamo quindi in condizioni che non sai sempre come gestire, nelle prove non si riesce a simulare completamente una gara. Quindi è stato un rischio grande quello che si è preso Iannone, però ha pagato.

Quando le Michelin inizieranno ad essere più prevedibili?
Questo non lo sa nessuno, secondo me Michelin sta mettendo il massimo impegno, ma si è trovata una MotoGP molto evoluta rispetto a quella delle sue ultime esperienze. Riuscire a risolvere tutti i problemi nel corso della stagione è difficile, spero che accada la prossima stagione, un anno di esperienza vuol dire molto.

Quando potrà esserci un'altra vittoria in Ducati?
Siamo molto vicini ai più veloci, quindi possiamo giocarcela. Non abbiamo una moto completa per dire “Andiamo là per vincere”, ma con le novità Michelin e i continui miglioramenti che stiamo facendo tutto è possibile. 

Di quelle che rimangono qual è la tua preferita?
Motegi potrebbe essere forse la pista in cui possiamo essere più vicini, ma tutte le volte che sono stati fatti pronostici quest'anno non ha funzionato, quindi...

Hai appena rinnovato per altri due anni, ti senti un po' il simbolo della casa di Borgo Panigale?
Sì, spero di sì e sto facendo di tutto per far sì che accada, perché vorrà dire che abbiamo fatto un gran lavoro. Stiamo facendo molto bene, ma bisogna raggiungere gli obiettivi che abbiamo per diventare dei riferimenti. Sono comunque molto contento per quello che siamo riusciti a fare fino ad adesso, non dobbiamo dimenticarci da dove arriviamo, però siamo tutti molto ambiziosi e questo atteggiamento è alla base del successo.

Descrivi la Desmosedici GP con tre aggettivi.
Esplosiva, abbiamo tanta potenza. Bella, secondo me è molto bella nel gruppo delle MotoGP. Aerodinamica, facciamo la differenza con le ali che abbiamo in questo momento.

A proposito delle “alette” che dal prossimo anno non potrete avere più, quanto vi potrà penalizzare?
Non lo so. Sicuramente farà tornare indietro tutti, perché tutti ormai le hanno e quindi le prestazioni caleranno. Quanto è difficile da dire perché ognuno le ha diverse e  non si può sapere quanto aiutino davvero.

Quanto ha aiutato l'arrivo di Casey in Ducati?
Avere a che fare con un campione del mondo ti aiuta sempre. Avendo vinto lui sa certe cose e cerca di dare dei feedback sulla sua esperienza. È quindi un valore aggiunto.

Sei alla tua nona stagione in MotoGP, se ti guardi indietro cosa vedi?
Vedo dei buoni risultati, ma non ottimi. In questi due anni credo di aver capito certe cose e di aver lasciato per strada certi risultati che potevo ottenere, però fa parte dell'evoluzione di una persona e di conseguenza del pilota. Secondo me c'è la possibilità di evolversi e di maturare e il riuscire a farlo è già un risultato molto importante. Se mi guardo in giro pochi piloti riescono ad evolversi durante la carriera, in certi aspetti, e credo invece di esserci riuscito e di continuare a farlo in questo momento. Credo di poterlo fare ancora di più nei prossimi due anni. Questo ha fatto la differenza per riuscire a rimanere nei team ufficiali, riuscire a essere a capo dello sviluppo e riuscire per esempio a far parte di un progetto così importante come Ducati e riuscire a tornare competitivi. Non ho fatto i risultati che avrei voluto, ma sono ancora possibili.

Qual è la tua motivazione più grande?
Migliorarmi e migliorarmi. Punto. Di conseguenza arrivano i risultati. Vincere il mondiale comunque.

In Austria con te c'era Sara, ora che è più grande come vive il lavoro del papà?
Capisce sempre di più, piano piano, ed è una bella cosa. A poco a poco è sempre più orgogliosa di te, vede che ci metti dell'impegno, la gente mi ferma per fare foto e autografi e le fa parecchio effetto. A volte le piace, altre no, è anche un po' gelosa. Crescere una bimba è una bellissima cosa; i bambini sono veri e tutto quello che ti dicono o fanno è la realtà, cosa che con la gente non è scontato. Averla con me nel week end gara è molto bello.

Ti aiuta in qualche modo la sua presenza?
Nel week end sono molto concentrato a fare le mie cose, ma la differenza è che quando finisco di fare il mio lavoro c'è lei. Mi fa vedere la giornata da un punto di vista diverso. È bello, molto bello. Non mi fa ancora domande specifiche, ma fa quelle domande a cui non sai rispondere! 
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