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MotoGP 2020 - Honda, Suzuki e Morbidelli volano: merito del mono Öhlins?

La casa svedese aveva messo a disposizione dei team la nuova soluzione già nei test invernali, ma solo Suzuki ci ha creduto fin dall'inizio. Honda ha inseguito il team di Brivio sulla stessa strada già da Misano, in Yamaha solo Valentino e Morbidelli hanno sposato la nuova linea
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Sviluppare una moto da gran premio nella stagione del coronavirus è davvero complicato: i test sono pochissimi, le gare ravvicinate, la wild card abolite. I tecnici tendono a essere conservativi sia per ragioni di tempo che di risorse economiche a disposizione. A volte però la scarsa propensione alla sperimentazione si rivela un limite prestazionale importante e chi osa invece viene premiato.

L'ammortizzatore dei miracoli
Già durante i test invernali Öhlins aveva messo a disposizione dei team un nuovo ammortizzatore posteriore: il BDB50 non aveva convinto però la maggior parte dei team, a eccezione di Suzuki che lo aveva introdotto sulle proprie GSX-RR già nella parte iniziale della stagione.
A Misano Honda aveva testato la soluzione della casa svedese sulla moto di Bradl, Valentino Rossi e Francesco Bagnaia l'avevano provata sulle proprie M1 e Desmosedici, come ha recentemente rivelato il giornalista inglese Mat Oxley. Ma è stato ad Aragon che la questione è diventata di dominio pubblico, quando si è visto chiaramente che le Honda di Crutchlow e Marquez avevano messo le ali. Le due RC213V erano davvero stabili in curva e Alberto Puig ha ammesso che il BDB50 faceva parte delle migliorie tecniche adottate.
Ad Aragon due – o gp di Teruel se preferite- anche Nakagami ha lavorato con una ciclistica Öhlins profondamente rivista: forcella 2020 e nuovo ammortizzatore posteriore. Come, e meglio del giapponese, ha fatto il nostro Franco Morbidelli con la sua M1. Il pilota di Petronas ha montato “l'ammortizzatore dei miracoli” sulla sua Yamaha e le prestazioni sono migliorate parecchio: 4 decimi in prova e altrettanti in gara. E se l'upgrade di prestazioni è da imputare a un insieme di fattori, anche visivamente la moto di Franco era molto più stabile nelle curve di percorrenza (come la 16 e la 17), permettendo al pilota di tenere traiettorie più strette alla corda dove necessario e con una migliore gestione dello pneumatico.

E Ducati?
Allo stato attuale un po' tutti hanno insomma provato il nuovo ammortizzatore Öhlins, ma c'è chi non sembra averlo gradito particolarmente: Quartararo, Vinales, e le Ducati, principalmente Dovizioso. Qui si entra nel campo delle speculazioni, perché un feedback preciso dai diretti interessati non è stato fornito, ma di sicuro i tre piloti sopra elencati non sono tra quelli che hanno brillato maggiormente in questi due ultimi weekend.
Di molto probabile c'è che Suzuki e Honda sul tema hanno accumulato esperienza e dati, mentre nel migliore dei casi gli avversari un po' di ritardo lo devono scontare. Valencia è alle porte e la pista spagnola sarà forse quella che indirizzerà definitivamente il titolo in una direzione ben precisa. Il tempo degli esperimenti è quasi finito, ma potrebbe esserci ancora margine per tentare un recupero.

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