Salta al contenuto principale

Le Ducati MotoGP che hanno fatto storia: GP22, il capolavoro del ritorno al titolo

La Desmosedici di quest'anno ha rappresentato l'apice di un progetto tecnico di lungo corso. La GP22 è tornata a primeggiare nelle velocità di punta, ma senza perdere efficienza aerodinamica e con una migliore capacità di affrontare l'ingresso in curva

Nella top5 delle Desmosedici che hanno fatto la storia non può mancare la GP22, che pure ha avuto una gestazione piuttosto burrascosa e come tutte le moto con un gran potenziale è risultata un poco difficile da comprendere a inizio stagione.

 

Alla ricerca della perfezione

La GP21 è stata una moto indubbiamente vincente: 7 vittorie in 18 gare sono un ottimo bottino, ma la Desmosedici dell'anno passato soffriva nella velocità di punta, dove non riusciva più a fare la differenza rispetto agli anni precedenti, e si portava dietro ancora qualche difficoltà a girare nelle curve più strette.

Durante l'inverno Gigi Dall'Igna e i suoi uomini hanno prodotto un nuovo gioiello, con un motore rinvigorito nella cavalleria – nuovo riferimento della classe- e un telaio migliorato. Ma nei test non tutto ha funzionato al meglio: la vecchia moto appariva più “facile” e le nuove diavolerie uscite dal reparto tecnico sembravano dare più grattacapi che vantaggi. In particolare il famigerato abbassatore anteriore: un dispositivo che avrebbe dovuto migliorare la penetrazione aerodinamica, ma che nei fatti costringeva i piloti a “smanettare” continuamente con i comandi, levando concentrazione nella guida.

 

La svolta

Il gran premio del Qatar, esordio stagionale, si era risolto con il ritiro di Jack Miller per problemi tecnici e la caduta di Bagnaia, peraltro mentre stava sorpassando Martin. La contemporanea vittoria di Bastianini, con la vecchia GP21, ha così dato motivo a Pecco di chiedere una moto più semplice. “Sono un pilota, non un tester” aveva sintetizzato, rivendicando la necessità di prendere confidenza con la nuova moto, senza dovere provare troppe novità.

Da lì in poi l'abbassatore è andato in soffitta, e un nuovo pacchetto aerodinamico più snello è arrivato in corso di stagione. La GP22 è diventata più maneggevole, e nelle mani di Bagnaia ha vinto 7 gare (più una con Miller). Ma la nuova Desmosedici ha anche conquistato 12 pole position, vinto un titolo costruttori e uno per team. La sua peggior avversaria? Non Yamaha, Honda, Suzuki o KTM. Ironico ma vero, la vecchia GP21, capace quest'anno ancora di 4 successi e 3 pole position.

Leggi altro su:

Aggiungi un commento