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Dani Pedrosa, troppo sensibile per vincere

MotoGP news – Dopo il ritiro dalle competizioni nel 2018, Dani Pedrosa è diventato collaudatore per KTM. Per lui un passaggio quasi naturale perché è sempre stato molto abile nel mettere a punto le moto. Questa sua capacità però si è rivelata anche un'arma a doppio taglio

Il passaggio da pilota a collaudatore
La carriera da pilota nel mondiale di Dani Pedrosa è iniziata nel 2001 e si è chiusa nel 2018, poi è diventato collaudatore per KTM. Lo spagnolo ha raccontato questo nuovo capitolo della sua carriera, cominciando dal motivo per cui ha smesso di correre: “Volevo continuare a guidare, ma ero stanco delle conferenze stampa, di dovermi giustificare continuamente davanti ai giornalisti e di viaggiare per il mondo per nove mesi all'anno”.

Il suo arrivo in KTM
Pedrosa ha sempre avuto una buona sensibilità di guida ed è sempre stato molto bravo nella messa a punto, motivo per cui il ruolo di collaudatore gli calza a pennello: “Essere un collaudatore è sempre stato molto positivo per me, lo avevo fatto in Honda per molti anni, nonostante l'impegno nelle gare, e quindi fare lo stesso lavoro in
 KTM per me è stato naturale. Parte del mio lavoro è stato quello di evidenziare i problemi ed elencarli: prima priorità, seconda priorità, terza priorità. Alcune aree, come quella del motore o delle sospensioni hanno dovuto crescere in fabbrica in termini di personale, infrastrutture, ingegneri per poter ottenere ciò che chiedevo. Ora sono più efficienti e di qualità superiore”.

"Bisogna essere un buon leader"
Essere un collaudatore è sinonimo anche di responsabilità: “Se gli ingegneri stanno discutendo su qualche aspetto della moto, devo avere ben chiaro che le mie indicazioni sono molto importanti, perché poi spendono molte risorse in quella direzione. Bisogna essere un buon leader per assicurare che quella è la direzione giusta. Se sbagli e il progetto va al contrario, penalizzi l'intero anno”.

La sensibilità nella messa a punto però è stata un arma a doppio taglio: “Quando ero un pilota avrei preferito essere meno analitico, così mi sarei reso conto di metà dei problemi e non mi avrebbero influenzato. Quando sei molto sensibile e tutto è al suo posto, è fantastico, ma quando c’è qualcosa che non va e te ne accorgi, finisce per influenzarti”.

Quest’anno Pedrosa è tornato in pista, a Jerez e a Misano: “Le wildcard non sono scelte personali, dobbiamo avere ragioni importanti per venire a provare. Ho fatto due quarti posti, non potevo chiedere di più, ma essendo arrivato così vicino al podio... Mi sarebbe piaciuto conquistarlo”.

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