Bagnaia-Ducati, è crisi nera: Alex Marquez nuova "guida", per Pecco futuro a rischio?
Il 2025 da incubo di Bagnaia cambia le gerarchie a Borgo Panigale: Alex Márquez promosso a riferimento per lo sviluppo, mentre Tardozzi avvisa: "Pecco deve tornare a dimostrare chi è"
Un divorzio tecnico in casa
Il finale di stagione a Valencia e i successivi test in ottica 2026 hanno scoperchiato un vaso di Pandora che a Borgo Panigale faticavano a tenere chiuso ormai da svariati mesi. Il rapporto tra Francesco Bagnaia e la Ducati, un tempo idilliaco, sembra essere arrivato a un punto di non ritorno. Nonostante un contratto che lega il piemontese alla Rossa fino alla fine del 2026, l'aria nel box è diventata irrespirabile. La notizia che fa più rumore è il ridimensionamento tecnico del due volte iridato: i vertici di Ducati Corse hanno deciso di puntare su Alex Marquez come pilota di riferimento per lo sviluppo della futura GP26 e del prototipo 2027. Una scelta che suona come una bocciatura netta per Pecco, scavalcato nelle gerarchie proprio dal minore dei fratelli Marquez, ritenuto ora più affidabile per dare la direzione agli ingegneri.
La comunicazione sarebbe arrivata al pilota già prima dei test valenciani, sancendo di fatto un passaggio di consegne doloroso. Il motivo? Una stagione 2025 disastrosa, condita da sole quattro vittorie su 44 gare (tra Sprint e GP) e una cronica mancanza di feeling con la GP25. A pesare come un macigno c’è il confronto impietoso con Marc Marquez, capace di dominare il mondiale pur saltando le ultime nove gare, mentre Bagnaia continuava a chiedere modifiche e ritorni alla configurazione 2024, senza mai trovare il bandolo della matassa. Questa confusione nelle richieste ha convinto Dall'Igna e i suoi uomini che la "bussola" dello sviluppo non potesse più essere nelle mani dell'italiano.
Tardozzi non fa sconti: "Siamo con le spalle al muro"
Se le indiscrezioni tecniche sono pesanti, le parole del team manager Davide Tardozzi suonano come una sentenza. Abbandonati i toni diplomatici, Tardozzi ha fotografato la situazione con una franchezza disarmante: "Pecco è un campione, ma deve tornare a dimostrarlo. Non è normale vederlo in quelle posizioni". La frustrazione del team nasce dagli sforzi profusi inutilmente: a Borgo Panigale hanno provato ogni soluzione per ridare fiducia al pilota, ma il feeling non è mai tornato.
"Le soluzioni di quest'anno non erano lontane da quelle del 2024, ma lui avvertiva qualcosa di diverso", ha spiegato Tardozzi, sottolineando come ormai la squadra sia "con le spalle al muro". Il problema, secondo i tecnici, non è nel motore o nella moto – tanto che nei test si è continuato a lavorare sulla specifica attuale – ma è un blocco che sembra ormai insanabile tra il pilota e il mezzo. In una MotoGP dove se non sei al 100% non vinci, la crisi di Bagnaia è diventata un problema strutturale per il team ufficiale, che ora guarda al 2026 con più dubbi che certezze e un clima interno che definire "pesante" è un eufemismo.
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