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Una moto d’epoca con meno di 5000 €: ecco i sogni più belli

Tra le medie cilindrate ci sono diversi modelli attraenti per caratteristiche e storia, così ecco una selezione delle proposte più intriganti che potete trovare senza svenarvi

Abbiamo già visto quanto sia ricco di tentazioni il mercato delle piccole cilindrate, per chi vuole regalarsi una moto d’epoca anche con il budget di 5000 €. Eppure con la stessa cifra ci si può allargare a qualcosa di più e forse le tentazioni sono ancora superiori. Sia perché tra le medie cilindrate ci sono diversi modelli attraenti per caratteristiche e storia, sia perché presumibilmente sono stati spremuti meno delle piccole e quindi facilmente si trovano veicoli in migliori condizioni. Poi, certo, trovare l’occasione è anche questione di fortuna, la dea bendata conta più di tutto: anche Napoleone diceva di preferire un generale fortunato a un generale bravo…

Così eccovi una piccola selezione delle proposte più interessanti che potete trovare senza svenarvi. Date un’occhiata e divertitevi, con una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio. 

Aprilia Motó 6.5                                 4000 – 4500 euro

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Non ha avuto grande successo commerciale ma è una moto interessantissima per la sua storia. Fu un coraggioso progetto di Ivano Beggio, allora presidente Aprilia, che affidò il progetto non a un ingegnere ma a Philippe Starck, uno dei più famosi architetti a livello mondiale. Significava una modalità differente di approccio alla moto, pensata per un pubblico generalista, non di super esperti. Stark ebbe mano libera non solo sul design ma anche sulla parte tecnica che ad esso fu subordinata, in particolare il telaio a doppia culla. La moto venne lanciata in grande stile e con testimonial famosi ma fu accolta con una certa freddezza. Era bellissima ma forse era troppo avanti con i tempi. Paradossalmente è più apprezzata ora di quando venne lanciata, e ci sono club attivissimi che raccolgono i possessori di Motó 6.5.

Tecnicamente è una monocilindrica di 650 cm³ spinta da un motore Rotax che in questa versione alimentata da un solo carburatore ha una potenza di 43 CV a 6250 giri/minuto e una coppia di 53 Nm a 5000 giri/minuto. Distribuzione doppio albero a camme in testa con cinque valvole radiali, tre di aspirazione e due di scarico. Il telaio come accennato è una struttura monotrave sdoppiata a doppia culla in tubi tondi e quadri, con ruote di 17“ e sospensioni tradizionali, forcella teleidraulica e dietro un forcellone con unico ammortizzatore. È stata prodotta nel 1995 e 1996 in 4000 esemplari, ed è l’unica motocicletta di cui Ivano Beggio conservò un esemplare, a titolo personale, quando vendette il Gruppo Aprilia alla Piaggio.

BMW K 75                                                      2500 euro

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Per offrire qualcosa di tecnicamente più ricco dei soliti bicilindrici contrapposti, nel 1983 la BMW lanciò la K 100, motore quattro cilindri a sogliola, che si distaccava nettamente dalla tradizione. Due anni dopo arrivò la K 75 a tre cilindri in linea, sempre disposti orizzontalmente, di 740 cm³. Per contrastare le vibrazioni a seguito dell’eliminazione di un cilindro, venne adottato un contralbero di bilanciamento e con una scelta di stile prettamente automobilistico motore e cambio erano separati invece che in blocco unico come avviene normalmente per le motociclette. La K 75 aveva la distribuzione a due valvole per cilindro, il motore erogava una potenza di 55 kW (75 CV) a 8500 giri/minuto. L’impostazione era granturistica. Per quanto sia un’ottima macchina il popolo BMW l’ha sempre guardata con circospezione perché rompe con una tradizione radicata, ma ha comunque conquistato una sua fascia di appassionati. È stata spesso impiegata per servizi di polizia e di scorta.

BMW R 65                                          4500 euro

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Per completare la gamma nella fascia delle medie cilindrate, nel 1978 la BMW aggiunse questa motocicletta da turismo leggera, dotata di un telaio derivato da quello dei modelli serie R e con un motore boxer di 650 cm³. Il forcellone però è più corto. Questo modello fu prodotto fino al 1984, poi l’anno dopo lo stesso motore venne inserito nel telaio della R 80, con una sospensione posteriore analoga, monoammortizzatore. La R 65 monta il motore 248/1, un classico bicilindrico boxer, con distribuzione monoalbero a camme in testa a due valvole e il raffreddamento ad aria. Il cambio è a cinque marce e la trasmissione naturalmente a cardano, un must per le moto turistiche bavaresi. L’alimentazione è a carburatori Bing CV di 32 mm Ø e la frizione monodisco a secco. 

La potenza è di 37 kW (50 CV) a 7250 giri/minuto, e la coppia è di 52,3 Nm a 6500 giri/minuto. La velocità massima tocca i 175 km/h.

Ducati Monster 600-695                    3000 - 5000 euro

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Più che una moto un colpo di genio, una naked diversa dalle altre e anche dalle altre Ducati, che ha sfondato già al suo esordio, nel 2007. È del designer argentino Miguel Galluzzi che ideò una moto essenziale ma con una personalità fortissima. Telaio a traliccio e motore bicilindrico a L Ducati di 904 cm³. Da allora ci sono state mille versioni e mille cilindrate, da 400 cm³ a 1200 cm³, con motori a 2 e 4 valvole, nuovi telai, nuove ciclistiche, ma sempre tenendo fissa la barra sulla personalità distintiva della Monster: una nuda facile da usare sia in città che nelle strade di collina – magari fatte salve alcune versioni esasperate che non sono a prova di principiante –, con una linea caratteristica e un aspetto grintoso. Una moto apprezzatissima anche dal pubblico femminile.  Ci sono modelli di Monster per ogni livello di guida e con tutte le prestazioni che si vogliono, quelle più alla portata però sono nelle cilindrate piccole, 600, 620 e 695 cm³. Un po’ datate ma eccellenti.

Honda CX 500/CX 650                        3000 – 4000 euro

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Al suo arrivo la serie CX suscitò una certa perplessità per il suo schema diverso da quello di tutte le Honda viste fino a quel momento: motore bicilindrico a V trasversale di 80°, raffreddamento a liquido e trasmissione finale a cardano. La cilindrata era di 500 cm³. Però, superato il primo momento, la moto piacque e ottenne un discreto successo, proposta successivamente anche con il cupolino per chi voleva fare mototurismo a lungo raggio, in una versione custom che non ebbe molto successo e addirittura con il turbo, il primo modello in produzione di serie con questa soluzione all’avanguardia. Allora fu un flop a causa dell’erogazione brusca, oggi i collezionisti se la contendono. È stata prodotta anche una versione da turismo a largo raggio denominata GL 500 Silver Wing, dotata di tecnologie avanzate e soluzioni innovative, ma non ha sfondato. Nel 1982 l’introduzione della nuova motorizzazione di 650 cm³ con i modelli CX 650 E, CX 650 Turbo e GL 650 Silver Wing, e nel 1986 l’uscita di produzione, sostituita dalla NTV.

Honda NX 650 Dominator                   4000 euro

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In sostituzione delle apprezzate ma ormai datate XL 500 e 600, nel 1988 la Honda introdusse la NX 650 Dominator riscuotendo un notevole consenso. Un’endurona di media cilindrata che effettivamente poteva essere usata sia su asfalto che sullo sterrato, spinta da un motore monocilindrico a quattro tempi con distribuzione monoalbero a camme in testa a quattro valvole radiali. Ha 46 CV a 6000 giri/minuto e 5,8 kgm a 5500 giri/minuto, quanto basta per l’uso cui è destinata. Cambio a cinque marce, telaio monotrave sdoppiato in tubi di acciaio con forcella Showa di 41 mm Ø e sospensione posteriore monoammortizzatore, freni a disco e ruote 21” anteriore e 17” posteriore. Da brava monocilindrica vibra ma è robusta e affidabile, pratica da usare anche in città, un po’ meno sulle lunghe distanze per via di una velocità che non va oltre 170 km/h e non permette di tenere elevate velocità di crociera. Ma fu un successone.

Honda Transalp                                  2000 euro

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Oggi non ce ne rendiamo più conto ma quando venne lanciata era una moto geniale perché inventò una nuova categoria: fu la nonna delle crossover e il pubblico rispose a tono decretandone il successo. Entrò in produzione nel 1987 e vi rimase fino al 2013, ma nel 2023 è tornato un modello con la medesima ispirazione, che però non ci riguarda perché è troppo giovane per essere considerato d’epoca, e certamente non rientra nel budget di 5000 €…

La Transalp originale era spinta da un motore bicilindrico a V inizialmente di 600 cm³, con distribuzione monoalbero a tre valvole per cilindro, e aveva 55 CV a 8000 giri minuto e 5,4 kgm (53 Nm) a 6000 giri/minuto, ma nel tempo si sono succedute numerose versioni di cilindrata differente: XL 600V, XL 650V, XL 700V, oltre all’attuale XL 750V che però ha motore bicilindrico parallelo. Tra le sue particolarità l’accensione a doppia candela. Il telaio è a doppio trave superiore con monoculla sdoppiata, ha una forcella convenzionale con steli di 41 mm Ø e al posteriore una sospensione Pro-Link monoammortizzatore con forcellone a due bracci. I freni sono a disco. Sebbene sia orientata più all’asfalto che non al fuoristrada lo scarico ha le uscite rialzate e i cerchi a raggi hanno misure fuoristradistiche, 21“ anteriore e 17” posteriore. La velocità massima è dell’ordine di 175 km/h.

Honda 500 Four                     3000 – 4000 euro

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Visto il successo ottenuto dalla CB 750 Four, nel 1971 la Honda sviluppò anche la CB 500 Four che non è una versione ridotta ma un progetto completamente nuovo. Venne rifatta da capo a piedi con l’attenzione a mantenere una struttura simile a quella che aveva dato successo e originalità alle 750: motore a quattro cilindri in linea con quattro scarichi separati. Il cambio era sempre a cinque marce, la lubrificazione però era a carter umido invece che separata.

Venne conservata la medesima impostazione anche per quanto riguarda il telaio a doppia culla chiusa, ma la zona del cannotto venne semplificata e vennero impiegati fazzoletti di rinforzo in lamiera stampata. La 500 pesa 35 kg in meno della 750, spiccava per la colorazione del serbatoio e le spettacolari quattro marmitte a tromboncino strozzato. Più facile e più leggera della 750, conquistò le attenzioni di un buon numero di appassionati, con il sostegno di una rispettabile potenza di 50 CV a 9000 giri/minuto e una coppia di 42 Nm a 7500 giri/minuto. Dettaglio non trascurabile, l’eccellente affidabilità, l’assenza di trafilaggi e la buona tenuta dei freni al surriscaldamento, cose non troppo diffuse tra le motociclette dell’epoca. Rimase in produzione dal 1971 al 1979.

Suzuki SV 650                                  2000 - 3000 euro

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In produzione dal 1999 al 2002, fu una delle moto più riuscita della sua categoria. Disponibile sia in versione SV 650 naked che SV 650 S semi carenata e con i mezzi manubri, era adattissima ai principianti ma riusciva a soddisfare anche gli esperti: il suo motore bicilindrico a V aveva 68 CV alla ruota, un buon allungo e una risposta molto pronta ai medi regimi, uniti a un bel tiro in basso. Il resto lo faceva la ciclistica reattiva e maneggevole, adatta alla guida sportiva. Era incentrata su un telaio a traliccio in fusione di alluminio e permetteva di muoversi bene sia in città che nelle strade collinari, un po’ meno in autostrada dove non brillava per stabilità. Aveva un prezzo accessibile e per questo la forcella – economica – non era al top, un po’ morbida, per cui spesso venivano montati dei kit aftermarket molla-olio per irrigidirla. Al posteriore sospensione monoammortizzatore, la frenata era assicurata da tre dischi e le ruote erano di 17”. Una motocicletta eccellente che ha fatto grandi numeri di vendita ed ancora si trova sul mercato dell’usato. Meno apprezzata la successiva Gladius, più potente ma meno riuscita nella linea e nelle finiture.

Yamaha XT                                         2000 – 5000 euro

 

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È una moto che ha fatto la storia e inventato una categoria, quella delle endurone monocilindriche. La Yamaha sorprese tutti quando nel 1976 presentò la XT500-C, monocilindrica di grossa cilindrata a quattro tempi a cavallo tra l’asfalto e il fuoristrada serio, molto più adatta ai terreni accidentati delle scrambler viste fino a quel momento. L’idea piacque ai clienti e anche ai piloti: la XT 500 divenne subito una protagonista dei rally africani e della Parigi-Dakar, che vinse nel 1979 e 1980 con Cyril Neveu. Andavano forte anche le vendite e nel 1982 arrivò la XT 550: motore di maggiore cilindrata e alimentazione con una coppia di carburatori, uno dei quali veniva azionato oltre un terzo della costa dell’acceleratore, per ottenere maggiore spinta agli alti regimi. La sospensione posteriore, inizialmente a due ammortizzatori, era diventata monoammortizzatore cantilever e un sistema di sganci rapidi permetteva di togliere facilmente la fanaleria per l’uso in fuoristrada. Questa rimase in gamma fino al 1984, poi arrivarono le successive versioni XT 600 e XTZ 660, con le quali però è difficile restare entro il budget di 5000 € che ci siamo imposti.

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joe66
Sab, 29/11/2025 - 14:49
Un paio di anni fa' ho ricomprato la stessa moto che avevo a 20. Yamaha srx 600 moto unica e veramente godibile
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dinogallinini
Dom, 30/11/2025 - 22:32
Ho un Dominator del 1991 comprato da un ex collega di lavoro. Non funzionava ma con 35€ l'ho fatto ripartire, mi sono costati 500€ gli scarichi originali e 75€ l'una le 4 frecce. I freni a disco non ricordo più. L'ho smontato tutta, pulita tolto la patina di ossido su alcune parti del telaio, e ora è in splendida forma tanto che è Targa Oro FMI. Lo adoro il mio Domi anche se ci farò 200 km all'anno, ma va bene così. Devo tenerla bene, d'altronde è una vecchia signora!
seabeeper
Lun, 01/12/2025 - 20:00
Si belle moto! Sulla nonna delle crossover forse la Yamaha tdm ha il DNA che ha dato inizio ad uno stile moderno. Per il 1991 era rivoluzionaria. Probabilmente non è stata apprezzata come avrebbe dovuto!