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MotoGP Aprilia, intervista a Romano Albesiano: “Mancano 2 decimi per la top 5"

MotoGP news – Il team Aprilia è pronto per la nuova stagione, abbiamo intervistato il responsabile del progetto Romano Albesiano che ci ha spiegato le novità della RS-GP e si è detto soddisfatto sia del lavoro svolto sulla moto che dei piloti
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"Top 5 realisticamente possibile"
Domenica andrà in scena il primo GP della stagione e, dopo un 2017 positivo, Aprilia ha obiettivi ambiziosi. La nostra Serena Zunino ne ha parlato con Romano Albesiano, responsabile del progetto MotoGP per la casa di Noale, che ha fatto il punto sullo sviluppo della moto e sui piloti, entrambi in scadenza di contratto.

Con quali novità si presenta la RS-GP versione 2018?
In termini di posizionamento delle masse il telaio è abbastanza simile a quello del 2017. Abbiamo visto che altri avversari sono venuti nella nostra direzione e questo è interessante. Abbiamo fatto, per quanto possibile, un compattamento ulteriore delle masse, poi c’è un airbox completamente nuovo, il raffreddamento è cambiato, così come l’aerodinamica posteriore, gli scarichi hanno avuto un’evoluzione, il forcellone in carbonio arriverà, lo proveremo in un test privato a fine marzo, a Jerez.

Il motore 2018 arriverà per il Qatar.
Sì, esteticamente è uguale, la differenza la ha all’interno. Debutterà alla prima gara, non è un rischio. I componenti singoli sono già stati provati in pista e al banco abbiamo girato tantissimo con il pacchetto completo 2018. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare.

Sull’obiettivo della stagione non ci sono dubbi…
È stato detto la top 10 e la top 8, e sembra che sia facile progredire dall’anno scorso.
Non lo è assolutamente. Chi ha i motori bloccati non evolve durante la stagione, ma a casa continuano a lavorare, quindi con lo step dell’anno successivo ti ritrovi il "delta a scalino". Noi e altri due costruttori continueremo a evolvere anche quest’anno durante la stagione, quindi cresceremo.

L’anno scorso Aleix aveva iniziato con il sesto posto in Qatar, quest’anno cosa ci possiamo aspettare?
È molto difficile prevederlo. Se nella prima gara avessimo i due piloti nella top 10 sarei molto contento. Poi puntiamo verso la top 5. Non sarà facile, ma realisticamente possibile.

La moto è stata altalenante nei tre test pre-stagionali, come lo spieghi?
Abbiamo fatto tanto lavoro, i piloti hanno provato tante cose ed entrano nella modalità che non è quella del giro secco, da qualifica. Secondo me ci manca ancora un po’ di messa a punto finale per togliere quegli ultimi due o tre decimi e poi ci siamo per gli obiettivi che ho detto prima. Sono soddisfatto.

Cos’ha portato Scott Redding?
Con lui la squadra è molto più bilanciata rispetto allo scorso anno. Nonostante i suoi 25 anni Scott è un pilota veramente esperto, possiamo dirlo, ha molte stagioni alle spalle, in MotoGP, con marche diverse, e quindi ha tanti riferimenti nel nostro mondo. A noi, per un progetto così giovane, serve tantissimo conoscere le caratteristiche delle altre moto, anche a distanza di anni, è fondamentale per capire dove sei. Altrimenti rischi di mettere a punto la moto per uno solo. Con lui abbiamo fatto un lavoro molto sistematico di sviluppo e alla fine ha avvicinato le prestazioni di Aleix, più di quello che la banale classifica dice. Ha lavorato con grande metodo, quindi è una prestazione solida e farà bene. Redding è importate per aiutarci ad allargare il range di utilizzo della nostra moto, che non sia solo mirata a un pilota, ma che ci dà la garanzia che possa essere buona per più piloti. Questa è una cosa molto importante, anche per lo sviluppo futuro.

Credi che sia importante avere un team privato che affianchi quello ufficiale?
Non credo sia fondamentale. Avere due moto in più in un altro team offrirebbe vantaggi e svantaggi. Noi siamo una struttura piccola per questo tipo di impegno, avere due piloti in più da servire ci metterebbe sotto stress. D’altra parte ci fornirebbe più dati, e magari potrebbe essere interessante anche dal punto di vista economico, ma il punto non è questo. Se accadrà, alle condizioni che noi decidiamo, lo faremo volentieri, ma non andiamo disperatamente alla ricerca di clienti regalando le moto. So che se poi si arrivasse alla situazione che tutti i produttori hanno un team satellite e Aprilia no, potrebbe essere letto come una condizione di inferiorità.

Cosa invidi alla Ducati?
È fuori discussione che Ducati è un riferimento assoluto, sono stati molto bravi in questi anni. Invidio a tutti il database e l’esperienza che a noi manca e che ci stiamo costruendo. Penso che non ci manchi nulla in realtà. Per molti aspetti la nostra è una rincorsa.

Il mercato è già aperto e non tanto tempo fa avevate parlato con Petrucci…
Il fatto che adesso si stia parlando dei piloti del prossimo anno non mi piace. Dovremo giocare anche noi con un certo anticipo. Sarebbe meglio però che un pilota impegnato non fosse disturbato almeno per un bel pezzo di stagione.
Avere un pilota italiano ha degli aspetti positivi, ma tra avere un pilota italiano e un pilota non italiano, io prendo il più veloce. Sono molto contento dei ragazzi che abbiamo, sono molto bavi, Aleix è una persona con un cuore e une manetta pazzeschi. Non vedo l’ora di far vedere quanto sono bravi, poi vedremo.
 

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