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Intervista Flamigni: “Ecco cosa rivedo di Valentino Rossi in Marco Bezzecchi”

MotoGP intervista esclusiva - Dai più Matteo Flamigni è ricordato come "il telemetrista di Valentino Rossi", ma da quest'anno ha cambiato ruolo e pilota, pur restando sempre nella sfera del pesarese. Il capotecnico di Marco Bezzecchi ci ha raccontato come sta andando questo 2022, ci ha parlato del suo nuovo pilota e di quello che ha comportato per lui questo cambiamento

Tra i piloti che sono al debutto in MotoGP quest'anno ce n'è uno su tutti che sta facendo davvero bene. Si tratta di Marco Bezzecchi, che ha già conquistato il suo primo podio nella top class, ad Assen, e che ha al suo fianco nella figura del capotecnico Matteo Flamigni. La nostra Serena Zunino ha fatto una bella chiacchierata con lui, sulla sua lunga carriera che da quest'anno ha preso una svolta nuova, a quanto sente la mancanza di Valentino Rossi, a cui ha fatto da telemetrista per quasi tutta la vita sportiva, e sul nuovo pilota con cui sta lavorando e su cui punta davvero molto.

Com’è stato il passaggio da telemetrista a capotecnico?
L’ho trovato abbastanza naturale. Dopo aver passato tanti anni come telemetrista al fianco di Valentino e dopo aver fatto anche da spalla ai vari capitecnici che si sono succeduti negli anni, mi è sembrato il momento di fare questo salto. Ma non è stato nel vuoto, negli anni ho potuto osservare il metodo di lavoro, capire le varie problematiche e soluzioni. In questo momento riesco a unire le mie conoscenze a livello di telemetria con quelle di dinamiche del veicolo. Ed è qualcosa in più rispetto a un normale capotecnico.

Com’è stato ricominciare e cambiare pilota?
Il “dopo Vale” mi aveva sempre dato un po’ di inquietudine, dopo tanti anni con lui, tante vittorie ed emozioni. Poi in realtà è una situazione stupenda. Mi sono trovato con questo giovane pilota, debuttante, che ha portato una ventata di giovinezza, entusiasmo e passione. Mi ha ridato la voglia di mettermi in gioco e di gioire di questa nuova avventura, far parte di qualcosa di nuovo, pur legato a Vale perché la squadra è la sua.

Com’è avvenuto il passaggio a livello pratico con Valentino?
Avevo anticipato la cosa a Uccio l’anno scorso, dopo che Vale aveva comunicato l’intenzione di ritirarsi. Volevo smettere come telemetrista, non mi vedevo in questa figura con un altro pilota dopo i 18 anni passati con Vale. Per tutti ero “il telemetrista di Vale”, mi volevo reinventare, come capotecnico con un pilota giovane, se possibile senza esperienza in MotoGP.

E così è arrivato Marco Bezzecchi. Com’è lavorare con lui?
Molto bello. Mi dà la possibilità di trasmettergli tutto quello che ho imparato nella mia lunga carriera. Vedere quello che fa lui in pista, mettendo in pratica i miei consigli, mi rende orgogliosissimo. Mi piace molto questa storia.

C’è qualcosa in cui lui ti ha stupito?
Ha dimostrato una grandissima velocità, che per un debuttante non è scontato. In Moto2 aveva già mostrato dei risultati, ma la MotoGP è un’altra cosa. Una pista che magari non ti piace con la Moto2, può diventare molto bella con la MotoGP o viceversa. Sono moto con caratteristiche differenti.

Avete già potuto assaporare il primo podio, ad Assen. Te l’aspettavi?
Ci speravo e spero in un altro podio entro la fine della stagione. È stato bellissimo e voluto, dopo la bella prestazione del Mugello. Sapevamo di essere vicini e di aver rotto il ghiaccio. Ci eravamo affacciati nelle posizioni che contano. Eravamo consapevoli e la parola di quest’anno è consapevolezza. Dei nostri mezzi, di sapere quello che possiamo fare, dove possiamo arrivare.

Che metodo di lavoro hai con lui?
A inizio stagione vedevo Marco molto voglioso di arrivare, a volte anche troppo in fretta. Io gli ho sempre detto che quest’anno stiamo scrivendo le pagine di un libro, che in quel momento era bianco. Ogni gara scriviamo qualcosa di quello che impara gara dopo gara e a fine anno sarà pieno di cose. Dopo ogni turno o gara scriviamo, cerchiamo di capire errori, pregi, difetti, benefici di qualche modifica.

Cosa ti aspetti adesso da questo finale di stagione?
Che Marco consolidi i risultati raggiunti. Mi piacerebbe, visto che l’asticella si è alzata un pochino, che entrasse direttamente in Q2. Mi rendo conto che è molto difficile. Ogni gara per noi è nuova. Abbiamo bisogno di sistemare la moto come dinamica, sospensioni, scegliere le gomme, sistemare le varie mappature elettroniche. C’è un grandissimo lavoro dietro che non si esaurisce nella gara. Marco ha anche imparato a essere più veloce nel dare a noi le indicazioni per sistemare la moto e questo ci aiuta a velocizzare il lavoro.

Cos’ha portato Marco nel box?
Si respira un’aria molto frizzante, c’è molto entusiasmo e passione, cosa che nell’ultimo anno di Vale, con i risultati che stentavano ad arrivare, la situazione era un po’ più difficile. Mi ha insegnato a essere felice di quello che faccio e di come lo faccio. Mi dà grande soddisfazione.

In lui rivedi Valentino?
Molto. Rivedo la puntigliosità e pignoleria nel cercare di mettere a posto tutti i dettagli della gara. Rivedo una passione sfrenata per questo sport, che oggi è rara. Marco è un pilota “old style”, vecchio stile, dove la particolarità tecnica gli fa brillare gli occhi. È trainante in questo. Anche fisicamente lo vedo molto preparato come Vale ed è veloce come lui. Marco è un pilota fortissimo, e come gli dico sempre non abbiamo ancora visto niente. Quel famoso libro che stiamo scrivendo è ancora semivuoto. Quando sarà pieno vedremo un Marco con tante frecce nel suo arco. Sono curioso di poterlo vedere nei prossimi anni.

Dopo tanti anni in Yamaha sei tornato in Ducati, com’è stato?
È stato molto bello. Ho ritrovato tutte le persone che avevo lasciato nel biennio 2011-12. Un gruppo di persone eccezionali: c’è veramente una grande affinità con Ducati. Poi io sono italiano, la marca è italiana, mi relaziono con ingegneri italiani, è qualcosa in più.

Com’è lavorare sulla Ducati?
È una moto come le altre, se non che ha punti di forza molto grandi come il motore, l’erogazione, la potenza. È una moto relativamente semplice da gestire. Richiede qualche attenzione in più di una moto giapponese, ma dà anche qualcosa in più quando si riesce a mettere a punto il pacchetto. Mi sto divertendo molto e siamo tutti contenti. Siamo fortunati, facciamo un bel lavoro, abbiamo un bel pilota.

Cosa ti manca di Vale?
Mi manca Vale, nella sua interezza e con tutte le sue sfaccettature e caratteristiche. Aveva l'aurea di pilota stravincente con mille tifosi ad ogni gara. Mi manca la confusione. Oggi è tutto più tranquillo, anche se gara dopo gara vedo che anche da Marco cominciano ad arrivare sempre più tifosi catturati dal suo modo di fare e di essere.

Anche Marco è un pilota benvoluto.
È molto schietto, genuino, molto vero. Oggi c’è bisogno di persone così

Dove può arrivare?
Molto in alto. Ha tutte le caratteristiche per fare davvero, davvero bene.

Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.

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