Mania café racer: 5 moto usate veloci e bellissime da prendere subito
Linee classiche, semicarene e forme tondeggianti nascondono ciclistiche e motori di derivazione sportiva: sono le Café Racer di grossa cilindrata. Ecco quattro modelli (più uno) da tenere in considerazione
Circa una decina di anni fa le café racer sono tornate alla ribalta popolando i listini di alcune di Case europee e giapponesi. Si tratta di modelli che stilisticamente si rifanno alle sportive inglesi degli anni ’50 e ’60, amalgamando lo stile classico a tecnica moderna. Oggi prendiamo in considerazione le “maxi”: quattro modelli (più uno non propriamente del genere, ma dall’animo neoretrò) con motori vicini o addirittura superiori al litro e potenze che orbitano attorno al centinaio di CV. Vediamo come sono fatte, come vanno e quali sono le quotazioni dell’usato.
BMW R Ninet Racer
Tra le migliori espressioni stilistiche del genere troviamo la BMW R Ninet Racer, modello derivato dalla stradale R Nine T alla quale sono stati montati una mezza carena con cupolino tondo, semi-manubri in alluminio e pedane arretrate in alluminio fucinato.
Come le sorelle, monta il classico bicilindrico boxer da 1.170 cm³ raffreddato ad aria/olio, caratterizzato da un’erogazione piena e corposa ai regimi medio-bassi, dando il meglio tra i 3.000 e i 7.000 giri. La Casa dichiara 110 CV a 7.750 giri e ben 116 Nm di coppia massima a soli 6.000 giri. Anche la ciclistica è condivisa, con il telaio modulare composto da tre elementi: anteriore, posteriore e telaietto del passeggero smontabile (che consente di modificare l’aspetto della moto montando una sella mono o biposto optional).
Sotto le forme retrò la Racer è una moto moderna ed offre ABS, controllo di trazione e, come optional, anche le manopole riscaldabili. L’interasse è piuttosto elevato: 149,3 cm, e nella guida si avverte nelle manovre e nei tornanti. Inoltre, la posizione di guida “estrema” della Racer mette un po’ a disagio: si sta letteralmente sdraiati sul serbatoio, con i polsi piegati sui semi-manubri e i piedi a cercare le pedane molto arretrate. Per inserirla in curva rapidamente bisogna usare il peso del corpo, proprio come si faceva con le moto di una volta: una guida “fisica” che richiede impegno al pilota, ma che allo stesso tempo è divertente e regala emozioni forti ormai dimenticate.
Uscita dai listini nel 2020, oggi si trova come usato a prezzi interessanti. Per modelli degli anni 2016-2019 le quotazioni sono di circa 10-12.000 euro.
Ducati Scrambler Café Racer
Presentata nel 2017, la Ducati Scrambler Café Racer è un modello che deriva dalla piattaforma tecnica della classica Scrambler Icon, ma si differenzia, oltre che per la componentistica (cupolino tondeggiante, fianchetti intercambiabili del serbatoio, portatarga basso, sella con copricodino, parafango anteriore corto), anche per alcune quote ciclistiche. L’interasse, infatti, è più corto di 1 cm e l’avancorsa di quasi 2 cm per via della ruota anteriore da 17 pollici e non da 19.
La triangolazione è sportiva ma non estrema come su alcune concorrenti: i semi-manubri sono abbastanza ampi e poco inclinati, la sella è spaziosa e le pedane non sono eccessivamente arretrate. Questo la rende facile da guidare fra le curve, dove si dimostra anche piuttosto efficace grazie a una ciclistica a punto.
Il motore, il noto Desmodue di 803 cm³ da 75 CV raffreddato ad aria e olio, offre una bella spinta ai bassi e ai medi, con un allungo corposo fino agli 8.000 giri accompagnato da vibrazioni avvertibili sul manubrio. L’impianto frenante offre potenza e modulabilità, mentre le sospensioni garantiscono un discreto comfort anche sui fondi sconnessi, senza compromettere eccessivamente il rigore direzionale della moto quando si guida forte.
Le quotazioni dell'usato per un modello del 2017-2019 spaziano dai 6.000 ai 9.500 euro, a seconda dei km.
Kawasaki Z900RS Cafe
Tra le proposte più intriganti ed esteticamente appaganti del genere troviamo la Kawasaki Z900RS Café. Si tratta di un modello che sfrutta l’ottima base tecnica della nuda Z900, con telaio a traliccio in acciaio e motore quattro cilindri in linea di 948 cm³ che, su questo modello, raggiunge una potenza massima di 111 CV a 8.500 giri. Le sovrastrutture si caratterizzano per il grosso cupolino tondo con faro circolare a LED, serbatoio a goccia e una grossa sella in un unico pezzo.
La posizione di guida è anche in questo caso sportiva ma non eccessivamente scomoda: la sella è spaziosa, le pedane non sono troppo alte e il carico sui polsi non è eccessivo. Tra gli assi nella manica della Café c’è l’ottimo carattere del suo motore. Ricchissimo di coppia, il quattro-in-linea è fluido e regolare sin da regimi bassissimi, mostrando una bella schiena ai medi e un allungo corposo agli alti.
La ciclistica offre maneggevolezza nello stretto, risultando efficace anche sul veloce, a patto di agire sull’idraulica per ottenere un maggior sostegno dalle sospensioni. Bene anche l’impianto frenante, modulabile e con sufficiente grinta per sopportare una guida spedita.
In gamma fino al 2021, le quotazioni dell'usato per la kawasazi Z900RS Cafè sono di circa 8.000 euro.
Suzuki Katana
Un po’ fuori dal coro per stile e forme, la Suzuki Katana è un’ode alla Katana degli anni ’80, modello della Casa di Hamamatsu divenuto celebre per le sue forme del tutto in antitesi con quelle delle moto de suo periodo. La Katana di oggi nasce dall’estro creativo del celebre designer italiano Rodolfo Frascoli, che nel 2017 presentò a Eicma una riedizione del modello originale. Un concept che piacque al pubblico ma anche ai vertici Suzuki, e così nel 2019 venne presentata in veste ufficiale. Ora come allora, l'elemento distintivo della Katana è il frontale dalle linee taglienti che si fonde col serbatoio, a formare una sorta di semicarena.
La base tecnica della Katana è quella della maxinaked GSX-S1000, con motore quattro cilindri di 999 cm³ e 150 CV di derivazione GSX-R1000 K5, racchiuso all’interno di un telaio a doppia trave in alluminio. Tra le cinque è l’unica ad avere una posizione di guida da nuda stradale: in sella, infatti, si sta con il busto eretto e la sella è spaziosa. Il motore è molto fluido ai bassi regimi, ha un’ottima erogazione ma non risulta particolarmente esplosivo. Tuttavia, è sufficiente raggiungere i medi regimi per far sì che il quattro cilindri mostri tutta la sua furia, con un allungo parecchio corposo fino alla zona rossa.
La ciclistica è ben assettata: la Katana è precisa in curva e molto stabile anche sul veloce grazie a sospensioni dall’assetto sostenuto, ma comunque in grado di copiare efficacemente le sollecitazioni. Bene anche la frenata: i comandi sono progressivi ma potenti se azionati con decisione.
La Katana è tutt’ora presente nei listini Suzuki, ad un prezzo di 14.390 euro f.c. Un esemplare usato del 2017-2020 si trova a circa 7-8.500 euro.
Triumph Thruxton R
La Triumph Thruxton R è un modello chiaramente ispirato all’estetica delle sue antenate café racer parcheggiate fuori dall’Ace Café di Londra negli anni ’60, ma la ciclistica, la meccanica e l’elettronica sono moderne.
Il motore è un bicilindrico fronte marcia di 1.200 cm³ e 96 CV di potenza massima, con tre mappature (Road, Rain e Sport) e controllo di trazione di serie. La posizione di guida è sportiva, perfetta tra le curve: i semi-manubri sono bassi e le pedane arretrate, ma il comfort è comunque accettabile e sopportabile anche nell’uso cittadino, non però sulle lunghe distanze.
La vera libidine è scatenarla nel misto selezionando la mappa Sport: tutti i CV del bicilindrico si svegliano, con il motore che gira fluido e brillante; ci si trova a viaggiare veloci ma senza stress, grazie alla ciclistica svelta ed equilibrata. La maneggevolezza è ottima, così come la precisione, grazie alla taratura sostenuta delle sospensioni.
Della Truxton R si trovano esemplari usati del 2015-2019 tra i 9.000 e i 12.000 euro.