La Speedmaster fa parte della famiglia di cruiser “classiche” di Triumph, aggiungendo alle doti delle Bobber una sella a due posti. Il risultato è una “powercruiser” bella da vedere e da guidare, sulla quale si può portare anche la moglie.
Il cuore è il bicilindrico raffreddato a liquido da 1.200 cm3 delle Triumph “classic” ma in versione High Torque, cioè con il 10 % in più ai bassi regimi (106 Nm a 4.000 giri) rispetto alla Bonnie T120. La dotazione elettronica comprende l’acceleratore ride by wire, due mappature (Road e Rain) e il controllo di trazione disinseribile. Il telaio a doppia culla in acciaio è accoppiato a un forcellone “finto rigido” come nelle Bobber: in realtà il mono (con precarico regolabile) sta nascosto sotto la sella. La forcella è una Kayaba con steli da 41 mm, priva di regolazioni. Tutto Brembo l’impianto frenante con doppio disco da 310 mm davanti e da 255 mm dietro. Oltre a un ampio catalogo di accessori ufficiali (circa 130 parti speciali) la casa propone due kit: il turistico Highway (con borse, parabrezza, sella comfort e vari dettagli cromati) e lo sportivo Maverick che include sella singola, manubrio piatto, scarichi Vance & Hines e numerose parti in nero.
Ok anche per i più alti
La sella è comoda e le misure “generose” mettono a proprio agio i piloti di statura e corporatura molto diverse. Bisogna solo abituarsi al manubrio un po’ stretto che costringe a una posizione innaturale i polsi. Una volta in movimento la Speedmaster si rivela agile grazie al baricentro basso e allo sterzo che (nonostante la “ruotona”) appare reattivo e piacevolmente leggero e preciso. Piace come sempre il motore: i suoi 77 CV sono ben spalmati e spingono con vigore a tutti i regimi, tenuti a bada dal controllo di trazione ben tarato. In curva la Speedmaster se la cava bene, scende in piega graduale e tiene la traiettoria con precisione. Peccato per le pedane che strisciano sull’asfalto molto prima di quanto permetterebbe la ciclistica. Freni potenti ma modulabili e ABS ok.
Perché sì
Le finiture sono di qualità, c'è tanto metallo e poca plastica e anche la componentistica è da prima della classe.
Il motore bicilindrico ha un'ottima erogazione della potenza, spinge bene sin dai bassi regimi e sfodera dei medi robusti ed efficaci.
Non è la "solita" custom da passeggio, con la Speedmaster ci si diverte anche tra le curve, dove sfodera un assetto equilibrato e una buona precisione.
Perché no
Le pedane basse toccano subito l’asfalto, è un peccato considerando che la ciclistica è davvero ben a punto.
il manubrio è un po’ stretto e rende la posizione di guida faticosa, soprattutto per i polsi del pilota.
Il peso si sente un po' nelle manovre da fermo, una volta in movimento però "sparisce" e la Speedmaster si muove rapida.