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MotoGP interviste - Aleix Espargarò: “Con Aprilia mi sento a casa. In Quartararo rivedo Marc Marquez"

MotoGP news - A pochi giorni dal quindicesimo Gran Premio stagionale abbiamo potuto fare una chiaccherata in esclusiva con Aleix Espargarò, uno dei tre pretendenti al titolo. Il pilota del team Aprilia è la maggiore sorpresa di questa stagione e non si nasconde: le prossime gare ci diranno se può davvero puntare al titolo iridato
Il sogno iridato di Aleix e Aprilia
Pilota, marito, papà, Aleix Espargarò è anche il "Capitano" del team Aprilia in MotoGP e per la prima volta nella sua carriera sta lottando per il titolo iridato. La nostra Serena Zunino ha potuto fare quattro chiacchiere con lui analizzando la stagione in corso, ecco cosa ha detto lo spagnolo.

L’ultima volta che ti ho intervistato è stato il 2017, quante cose sono successe in questi sei anni?
Sembra passata una vita. Sono cambiate tante cose. Sinceramente me l’aspettavo, ma pensavo anche che il processo fosse più veloce. Magari in tre anni. Però il cammino è stato bello.

Come commenti questa stagione?
Sono molto contento, molto soddisfatto del livello che abbiamo raggiunto. È stato un passaggio relativamente logico dopo l’anno scorso, che è stato un anno di crescita pura (per gli ingegneri e per me) anche se magari non a livello di risultati impattanti. Poi quest’anno è arrivato lo step decisivo e stiamo lottando per il titolo. Che è una cosa veramente incredibile.

Considerando tutta la crescita di quest’anno, di cosa vai più orgoglioso?
Vedere l’Aprilia lì davanti. Perché negli anni passati, soprattutto nel 2017 e 2018, avevo la sensazione di non guidare peggio di adesso, però non riuscivo a fare risultati perché la moto non era pronta. L’orgoglio grande è esser stato capace, insieme a tutti gli ingegneri, con Romano (Albesiano) e le altre persone, di creare una moto che è al livello delle migliori moto al mondo.

Mi racconti l’emozione della tua prima vittoria in Argentina?
È stato un weekend strano perché il mercoledì e il giovedì pensavamo non si potesse proprio correre. Non arrivavano le casse. Già dal primo turno, dai primi giri, ho sentito subito qualcosa di speciale e i piloti questa cosa la sentono. Ho sentito che era tutto molto facile, la moto era perfetta, io fortissimo, e poi è arrivata la pole position, il giro veloce, la vittoria…Un weekend impressionante.

33 punti quanto sono difficili da recuperare?
Da un lato vedo che sono pochi punti, in un campionato così e con ancora sei GP. Dall’altro lato se analizzi le ultime gare si capisce che non sono così pochi. Fabio va fortissimo, è ad un livello molto alto, fa pochi errori. Fino a 35-40 punti ce la possiamo giocare. Ma se il distacco aumenta sarà difficile.

Che piloti sono Fabio Quartararo e Francesco Bagnaia?
Pecco ha trovato la stabilità, che prima gli mancava ed è molto importante in MotoGP. Io sono un chiaro esempio di questo. La velocità ce l’ha sempre avuta, è stato un pilota molto veloce in momenti puntuali della stagione. Secondo me ha la moto migliore.
Fabio sta guidando a un livello molto alto. Negli ultimi 10 anni se penso ad un pilota che ha guidato come ora sta facendo lui, mi viene in mente Marc Marquez. Fabio non ha una moto vincente, manca tanto motore, ma è capace di guidare molto forte in tutte le circostanze e in tutte le piste, non fa errori. Del resto è il campione del mondo ed è il pilota da battere.

Cosa ti aspetti dai prossimi GP?
Aragon è una pista buona per la nostra moto. In passato quando arrivava il trittico asiatico l’ultima parte di stagione era un po’ pesante, stavo lontano da casa per molto tempo. Invece quest’anno sono molto motivato, ho una voglia impressionante di raggiungere l’Australia, il Giappone, soprattutto la Malesia, dove in inverno sono andato molto bene. Sono piste che mi piacciono molto e dove penso che la mia moto funzioni molto bene. L’ultima parte di campionato è favorevole.

Quanto credi al titolo?
Molto. Non è un’ossessione, perché mi accontenterei anche di finire tra i primi tre, che sarebbe una cosa comunque impressionante. Ma ci credo tantissimo. Se sono adesso in lotta per il titolo significa che finora ho fatto cose straordinarie e che mi merito questo campionato. Vedo che vado forte, la mia squadra è molto serena e sta lavorando molto bene. Sono molto fiducioso.

Tra l’altro ci arrivi in un momento della carriera non tradizionale, avendo 33 anni.
È una cosa molto strana, perché non è solo una questione mia di età, ma anche di Aprilia che per la prima volta è in una situazione del genere in MotoGP. È una cosa storica. Non posso spiegare quanto ne sono felice. Tanta gente mi dice che ho tanta pressione, ed è ovvio che c’è, la domenica arrivo a casa molto più stanco, ma è molto divertente. Non l’avrei mai detto ma le cose succedono sempre per un motivo.

Cosa chiedi ad Aprilia per il 2023?
Un’evoluzione, ma non una rivoluzione. Abbiamo fatto un grande passo in avanti negli ultimi due anni, ora abbiamo una moto molto competitiva, quindi per l’anno prossimo ci manca di capire un po’ come fermare meglio la moto. In questo Ducati ora è più forte. E poi spingo sempre per avere più potenza, non è mai abbastanza.

Cosa ti lega ad Aprilia?
Adesso tanto, sento che è mia: la moto, la squadra, le persone. Mi sento parte di questa famiglia. La mia RS-GP la sento parte del mio corpo, ma a parte questo durante il weekend di gara mi sento come a casa. Vengono i miei figli, corrono in hospitality, vanno al box. Sono molto contento.

Come ti descrivi come persona?
Sono una persona buona, un po’ troppo nervosa e attiva a volte, anche se su questo aspetto sono un po’ migliorato. Sono molto ottimista e soprattutto generoso.

Sei generoso anche con alcuni rivali, penso per esempio a Jorge Martin, e non è una cosa comune.
È vero. Quest’anno è venuto fuori il discorso che per lo spettacolo non va bene se siamo tutti amici. Io faccio fatica ad aver un brutto rapporto con le persone. Anche se loro sono i miei rivali, per esempio con Fabio (Quartararo) durante la stagione abbiamo avuto qualche momento di tensione, se lo vedo ad Andorra mi fermo e lo saluto. È venuto a mangiare al mio ristorante, gioca con i miei figli perché abitiamo nello stesso quartiere. È vero che è strano, ma è il mio carattere.

Arriveranno Miguel Oliveira e Raul Fernandez sull’Aprilia il prossimo anno nel team RNF, come valuti questa novità?
Razlan Razali, insieme a Massimo (Rivola) e ad Aprilia, hanno fatto una squadra fortissima. Sono un fan di Raul, l’anno scorso in Moto2 era stato stratosferico, quest’anno ha sofferto molto, però questo lo renderà più forte. Oliveira ha un grande talento. Da fuori sembra aver perso un po’ la speranza, la motivazione, Aprilia per lui sarà un progetto nuovo, con una moto competitiva… Con il loro aiuto e quello di Maverick (Vinales) possiamo arrivare a lottare anche per il campionato costruttori, contro Ducati che ha otto moto. Sarebbe molto bello.

Vedi un tuo erede in pista tra i tuoi figli, Max e Mia?
Spero di no! Sono fortunato ad aver avuto questa vita, mi ha dato tantissimo, ma è uno sport pericoloso dove si soffre molto. Mi piacerebbe che scegliessero uno sport più tranquillo. Per adesso è strano perché gli piace tantissimo venire alle gare, ma non guidare la moto. È vero che hanno solo 4 anni, ma io alla loro età disputavo già gare di motocross, minimoto, invece a loro non piace per niente. È strano, ma va bene così.

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Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.
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