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MotoGP, Forcada: “Stoner aveva una sensibilità incredibile”

MotoGP news – Le strade di Casey Stoner e Ramon Forcada si sono incrociate solo per un anno, era il 2006 e l’australiano era al suo debutto nella categoria regina. Nonostante siano passati 12 anni il catalano si ricorda ancora molto bene com’era lavorare con Stoner e ha spiegato: “Non aveva bisogno di una moto perfetta per divertirsi”
"Odiava gli obblighi pubblici"
Casey Stoner ha debuttato in MotoGP nel 2006, nel team LCR alla guida di una Honda, e il suo capotecnico era un certo Ramon Forcada, ora con Maverick Vinales e prima mentore di Jorge Lorenzo sempre nel team ufficiale Yamaha. Il catalano si ricorda molto bene cosa voleva dire lavorare con il talento australiano, che in quella stagione non brillò a causa di 23 cadute, per la maggior parte dovute alla perdita della gomma anteriore, che era Michelin, ma si rifece alla grande nella stagione successiva, vincendo l’unico titolo mondiale che Ducati può vantare in MotoGP. Il potenziale di Stoner saltò subito agli occhi di Forcada, che lo ricorda bene anche a dodici anni di distanza. Al sito motorsport-total.com ha raccontato: “Stoner era dotato di una grande sensibilità. Un team poteva disegnare i cerchi della moto e poi farli produrre da due fornitori diversi e lui avrebbe potuto accorgersene e capire la differenza che c’era, grazie a queste sua incredibili qualità. Casey si è divertito molto alla guida delle moto, ma per farlo non aveva bisogno della moto perfetta per lui. Voleva sempre vincere quando era alla guida. Amava correre, ma non gli piacevano alcune cose di questo mondo. Quando ha iniziato non era in un team ufficiale, ma già all’epoca la vita pubblica non faceva per lui, era difficile per lui gestire tutto. Quando era con il team LCR gli obblighi pubblici erano troppi per lui, non oso immaginare dopo”. Infatti, Stoner si è ritirato dalle corse, dopo due titoli mondiali conquistati con Ducati nel 2007 e con Honda nel 2011, nel frattempo ha messo su famiglia, è ora papà di due bambine e da due anni è il collaudatore del team Ducati che gli permette di fare l’unica cosa che avrebbe sempre voluto fare: guidare la moto.
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