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MotoGP 2021, Valentino Rossi: “Le mie moto hanno avuto un’anima”

MotoGP news – DAZN ha realizzato uno speciale in cui alcuni tra i piloti più grandi della storia del motociclismo hanno affrontato temi diversi. Il Dottore ha parlato del rapporto profondo, quasi spirituale, che ha avuto con le sue moto, mentre Marc Marquez e Jorge Lorenzo hanno spiegato come un pilota affronta le cadute
Molto più che una moto
“Io, pilota” è il documentario preparato da DAZN Spagna nel quale alcuni dei più grandi piloti del presente e del passato si mettono a nudo affrontando temi diversi. Diviso in quattro capitoli, nel primo si affronta il rapporto tra il pilota e la propria moto, a parlare, tra gli altri Valentino Rossi: “Per anni ho guidato molte moto, ma la loro anima è passata dall'una all'altra. Come se ci fosse stata un'anima dalla mia prima fino all'ultima”. Marc Marquez ha spiegato: “Quello che si prova alla guida della moto difficilmente, o in pochissimi momenti nella vita, lo si prova. È una sensazione di libertà”. Della stessa idea è Maverick Vinales: “Per me la moto significa libertà. È quando non penso a nient’altro. Nella vita pensi sempre a qualcosa, ma una volta che sono in moto, penso solo a quello, ed è quello che realmente mi appassiona”.

Quanta paura c'è?
Un altro argomento trattato in maniera approfondita è stato quello degli infortuni. Franco Morbidelli ha ammesso: “Ogni cosa bella ha il suo lato oscuro. E quello di questo sport è piuttosto oscuro”. Segue poi Pol Espargarò che dice: “La paura non ha posto in MotoGP. Sai che tutto questo può finire, che puoi morire, ma non puoi avere paura mentre guidi”. Non è del tutto d’accordo con lui Jorge Lorenzo che ha spiegato: “Sono stato uno di quelli coraggiosi, uno di quelli che non ha avuto paura di esprimere come si sentiva, dal 2008. Quando avevo paura, ho avuto cadute in Cina, Le Mans o Montmeló, dove ho sbattuto la testa, Ho anche detto che avevo paura di andare in moto, ma poi a poco a poco l'ho superata. Sono stato il primo ad ammetterlo. Si torna a essere consapevoli del rischio che questo sport ha, perché a volte non lo vedi, perché sei molto protetto o hai molto controllo sulla moto e corri da quando sei piccolo... Ma non ti rendi conto che se qualcosa va storto, o hai sfortuna, puoi avere un handicap fisico per il resto della vita o addirittura morire”. Gli fa eco Marquez che invece racconta: “Normalmente noi piloti abbiamo interiorizzato cosa sono le cadute, il rischio, il dolore o gli infortuni. Cadi e vuoi salire in sella, ma ci sono diverse occasioni o cadute dopo le quali non te la senti. Preferisci passare uno, due, tre giorni o più. Ma lì non puoi dimenticare che sei un pilota professionista. È il tuo 'hobby' e la tua passione, ma è anche la tua professione, e ci sono certi momenti in cui devi sforzarti un po' per tornare in moto”.
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