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Jorge Martin, rivale fino all’ultimo respiro

Scoperto dal team manager italiano Nicola Casadei, Martin ha subito mostrato talento e determinazione. La consacrazione in questo 2023, con il titolo della MotoGP sfumato solo all’ultima gara. Scopriamo chi è lo spagnolo che ha fatto tremare Bagnaia

In fondo è ”colpa” di Albert Arenas se Jorge Martin è arrivato al Motomondiale, e anche dell’italianissimo team manager Nicola Casadei che seguiva le Mahindra ufficiali nel campionato spagnolo Moto3. Arenas si infortunò e per finire la stagione Casadei chiamò quel ragazzino che si stava facendo notare nella Rookies Cup. Era il 2014 e Martin, che è nato a Madrid il 29 gennaio 1998, a 16 anni vinse la Rookies e si fece notare anche da Jorge Martinez. L’anno dopo, il 2015, era già nel Motomondiale Moto3 con il Mapfre Team Mahindra, la squadra di “Aspar”, insieme a Francesco Bagnaia e Juanfran Guevara. Nel 2016 Martin era già sul podio, secondo in Repubblica Ceca, ma fece anche un paio di passaggi in ospedale a causa di fratture alla mano destra e al piede destro.

2017: la prima vittoria nel mondiale

Nonostante le disavventure era evidente che l’appuntamento con la prima vittoria iridata era solo questione di tempo, e nemmeno troppo: la coppa del primo classificato è arrivata nel 2017, questa volta con una Honda NSF250R del team Del Conca Gresini che lo aveva schierato insieme a Fabio Di Giannantonio: primo nel Gran Premio della Comunità Valenciana, due volte secondo e sei volte terzo. Quarto a fine stagione.

 

Campione dle mondo nel 2018

Non c’è voluto molto per fare anche l’ultimo salto e nel 2018 il ragazzino terribile è diventato campione del mondo Moto3 con un ruolino di marcia che parla chiaro: sette vittorie, un secondo posto, un terzo e la bellezza di 11 pole position. Già, perché Martin in gara va forte ma sulla breve distanza è addirittura micidiale.

 

Il passaggio alla Moto2

Inevitabile il passaggio alla Moto2 l’anno successivo, e con una moto di punta: la KTM del team Ajo Motorsport, in squadra con Brad Binder. Anche qui lo spagnolo ha dovuto pagare lo scotto del noviziato salendo soltanto una volta sul podio, secondo in Giappone e 11º a fine campionato, ma ha proseguito la sua crescita nel 2020: sempre con il team Ajo, questa volta in sella a una Kalex e in squadra con Tetsuta Nagashima. La prima vittoria della carriera in Moto2 nel Gran Premio d’Austria, la seconda ancora in quello della Comunità Valenciana, più altri tre piazzamenti sul podio. Ha concluso la stagione al quinto posto nonostante abbia dovuto saltare due gare per essere risultato positivo al COVID.

 

2021, arriva in MotoGP

Avrebbe voluto passare alla MotoGP da campione del mondo, ma certe occasioni vanno colte al volo e nel 2021 ha accettato la proposta del team Pramac, passando alla massima categoria per guidare la Ducati Desmosedici della squadra italiana. Non ci ha messo molto a dimostrare che la promozione era meritata: al secondo appuntamento stagionale era già in pole position e terzo al traguardo. Ma l’entusiasmo si è spento presto: la frattura del primo metacarpo della mano destra e del malleolo mediale destro riportate cadendo nelle prove libere del GP Portogallo lo hanno costretto a saltare la gara portoghese e anche quelle in Spagna, Francia e Italia. Nel Gran Premio di Stiria ha ottenuto la sua seconda pole e soprattutto la prima vittoria in MotoGP, e a fine stagione ha contato quattro pole e la nomination come Best Rookie, nono assoluto. Un piazzamento ripetuto nel 2022, anno in cui correndo con lo stesso team della stagione precedente ha ottenuto cinque pole e quattro podii, ma nessuna vittoria.

La consacrazione quest’anno

Ma è stato il 2023 l’anno della sua consacrazione: confermato tra le file del team Pramac, Martin è stato solo discreto nei primi quattro Gran Premi, ma in Francia si è sbloccato vincendo la gara Sprint, e successivamente ha fatto doppietta in Germania, San Marino, Giappone e Thailandia. Ha colto pure diversi altri successi, ai quali però ha alternato prestazioni meno soddisfacenti. Per un giorno, dopo la vittoria della gara Sprint in Indonesia, è stato in testa al Mondiale, ma ha perso la leadership cadendo la domenica. È stato il rivale più pericoloso di Bagnaia nella lotta per il titolo, è arrivato all’ultimo appuntamento con un distacco di 21 punti ed è partito per la gara Sprint dicendo ”O vinco o cado!”. Ha colto il 13º successo della stagione ed ha mantenuto lo stesso proposito per la gara della domenica, partendo a testa bassa. Ma questa volta ha vinto Bagnaia...

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