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I campioni della MotoGP: Jorge Lorenzo, "El Martillo" maiorchino

Lo spagnolo ha conquistato ben tre titoli con Yamaha: nel 2010 e 2012 ha avuto la meglio su Stoner e Pedrosa, nel 2015 su Rossi e Marquez. Ha provato a ripetersi con Ducati e Honda, ma gli infortuni hanno anticipato la fine della sua carriera

Insieme al nostro Guido Sassi stiamo ripercorrendo la storia dei campioni della MotoGP. Dopo Rossi, Hayden e Stoner, è la volta di Jorge Lorenzo, secondo spagnolo campione della classe regina e primo in MotoGP.

Da Por Fuera a Martillo

Lorenzo arriva al top del motociclismo sportivo nel 2008, da due volte campione del mondo della classe 250. La sua fama lo precede, l'appellativo di Por Fuera – per la sua propensione a sorpassare all'esterno- viene affiancato dal soprannome Martillo, per la sua capacità di battere insistentemente su tempi velocissimi. E il suo debutto in Yamaha dà qualche grattacapo anche a Valentino Rossi: va a podio nelle sue prime due gare, vince alla terza e va in testa al mondiale. Il Dottore rimetterà le gerarchie a posto nel corso della stagione e vincerà anche il successivo campionato, ma le schermaglie con Jorge raggiungeranno il climax nel momento in cui i tecnici si vedranno costretti a issare un muro all'interno del box, per evitare casi di presunti “spionaggi” in seno alla squadra.

Il primo mondiale

Nel 2010 Rossi si infortuna e Lorenzo perde il principale avversario nella corsa al titolo: Pedrosa è troppo incostante e Stoner si riprende dai suoi problemi personali giusto in tempo per limitare la rimonta del pilota Honda su Jorge. L'anno successivo invece è proprio l'australiano a risultare inarrivabile e Lorenzo non riesce a difendere il titolo, ma nel 2012 si prende la rivincita con un'altra stagione quasi perfetta: 16 arrivi a traguardo su 18, con 6 vittorie e 10 secondi posti, un feeling con la M1 che nessuno sembra potere avvicinare.

Avversari vecchi e nuovi

Lorenzo spesso si vanta – a ragione- di essere stato l'unico pilota capace di correre e battere tutti i principali avversari della sua epoca: Rossi, Pedrosa, Stoner, Marquez. Il momento più alto della carriera di Jorge è sicuramente il 2015, quando si laurea campione MotoGP per la terza volta. L'annata viene ormai ricordata quasi solamente per la diatriba tra Rossi e Marquez, e Lorenzo incarna alla perfezione il concetto che "tra i due litiganti il terzo gode". In realtà, in quella stagione, lo spagnolo corre un campionato di altissimo profilo e vince ben 7 gare, andando a podio altre 5 volte e conquistando una manita di pole position.

Infortuni e ritiro

Il pentacampeon non riuscirà più a ripetersi. Accetterà la sfida Ducati, che durerà un biennio come l'avventura di Valentino, e raccoglierà appena 3 vittorie nel 2018, dopo un primo anno da incubo. Poi cambierà ancora, scegliendo di sfidare Marquez in Honda. Sarà una stagione terribile: non arriverà mai in top10 e andrà incontro a un nuovo infortunio ad Assen, pista maledetta per il maiorchino, che sul tracciato olandese si era già fatto male pesantemente nel 2013. Come ricordo dell'incidente 2019 si terrà una vertebra incrinata e la paura di correre con quella moto che solo Marc sa far funzionare.

Oggi Lorenzo fa una vita tranquilla, ama le ospitate televisive – ottimo analista tra l'altro- e posta foto delle supercar che periodicamente acquista. Dopo una breve parentesi da collaudatore Yamaha ha deciso che la velocità non fa più per lui, e nemmeno sulle quattro ruote sembra avere la voglia di andare oltre a qualche sporadica partecipazione a gare di secondo piano.

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