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Correre al fianco del campione: com'è dura la vita in MotoGP

I compagni di squadra di Marquez hanno pagato caro il confronto con Marc: tutti sconfitti, da Lorenzo a Pedrosa, ma il fratello Alex non ha potuto nemmeno raccogliere la difficile sfida. Anche i grandi dominatori del passato hanno azzerato la concorrenza: Stoner, Rossi e Doohan hanno spesso avuto la meglio su compagni di squadre e di marca
Dura è la vita dei compagni di squadra dei campioni: ci sono piloti capaci di dominare un'era e di rendere difficilissima la vita a chi condivide con loro il box. Recentemente si è molto scritto del passaggio di Pol Espargaro in Honda, una svolta di mercato che lascerà con ogni probabilità Alex Marquez fuori dal team ufficiale, con buona pace del fratello. Ma il passato è pieno di storie non proprio a lieto fine: andiamo a vederle insieme al nostro Guido Sassi, a cominciare proprio dai casi legati all'attuale campione del mondo.

La sfortuna di incontrare il 93
C'è chi un compagno troppo forte se lo trova in casa e chi se lo va a cercare: Jorge Lorenzo non ha avuto certo paura di affrontare Marquez ad armi pari, ma si è ricreduto dopo appena un anno, quando ha capito che la Honda era una moto sviluppata esclusivamente per Marc. Il Cabroncito ha uno stile di guida molto particolare e correre con la Rc213V non è semplice per nessun altro. Nel 2019 il maiorchino non è nemmeno mai entrato nei primi dieci con la Honda, ma anche prima di lui non sono state tutte rose e fiori per i compagni di marca. Cal Crutchlow, nonostante 3 vittorie in MotoGP con il team LCR, viene considerato oggi un ripiego del mercato; Dani Pedrosa è sopravvissuto per sei anni al fianco di Marquez, conquistando 9 successi in coabitazione con Marc, mentre il 93 nel frattempo portava a casa 56 vittorie con 5 titoli mondiali. Il Camomillo ha indubbiamente perso il confronto; è però passato dall'avere una moto che poteva indirizzare nello sviluppo alla condizione di dovere fare con quello che aveva in casa, trovandosi non sempre a proprio agio. L'arrivo di Alberto Puig in Hrc è stato il colpo di grazia sulla carriera dell'ex pupillo dello stesso manager spagnolo.

Lo schiacciasassi australiano
All'inizio della propria convivenza con Marc, Dani a ogni modo veniva già da un biennio complicato: due anni al fianco di Stoner, che era riuscito a vincere un titolo e 15 gran premi, pur a fronte di un 2012 molto travagliato. Nell'ultima stagione prima dell'addio, Casey aveva saltato tre gare per i noti problemi di salute e nel complesso aveva fatto peggio di Pedrosa, ma era stato il 2011 a fare sembrare lo spagnolo poca cosa in confronto all'australiano. Il 27 d'altronde inoltre aveva già ridimensionato Nicky Hayden, spinto Loris Capirossi via dalla Ducati e mandato in crisi il povero Marco Melandri, che aveva vissuto un 2008 da incubo nel box di Borgo Panigale: un'esperienza simile a quanto ha vissuto l'anno scorso Lorenzo in Hrc in quanto a feeling con la moto. Oggi Stoner afferma che se fosse stato compagno di Marquez, probabilmente qualche confronto se lo sarebbe aggiudicato. Purtroppo rimarrà una voglia impossibile da soddisfare per tutti gli appassionati.

Valentino a due velocità
La carriera di Rossi ha avuto due momenti distinti in quanto a compagni di squadra: nella fase iniziale in classe regina Valentino ha fatto sempre meglio di Ukawa, Hayden, Checa ed Edwards. Anche con moto della stessa marca i principali confronti sono nati però sempre con piloti di team avversari, come Sete Gibernau o Max Biaggi quando tutti correvano con la 5 cilindri dell'Ala Dorata. In Yamaha la rivalità è esplosa con Lorenzo, ma se il confronto nel primo periodo si è concluso in favore del pesarese, la superiorità non è stata così schiacciante come con i precedenti compagni. Nella fase del ritorno in Yamaha Valentino invece se l'è giocata più o meno alla pari con Jorge che con Maverick Vinales, fino almeno all'anno scorso.

Il dominatore
Tra i piloti più vincenti dell'era moderna non si può dimenticare Mick Doohan. L'australiano si era guadagnato la stima dei tecnici Honda gionadosela alla pari con Wayne Gardner agli inizi della propria carriera e poi battendo regolarmente Alex Criville. Il 5 volte campione del mondo in realtà non ebbe mai compagni di squadra davvero all'altezza del suo talento negli ultimi anni di carriera. Vinse comunque il suo quinto titolo battendo Max Biaggi, che pur non essendo nel suo stesso box contava sulla Honda di Kanemoto, una moto altamente competitiva se non identica alla propria.
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