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Cinesi anche in MotoGP? CFMoto vuole KTM per entrare alla grande

I cinesi vorrebbero rilevare la struttura racing che impegna Acosta e Binder nel mondiale con un progetto ad ampio raggio. Dorna può facilitare l'operazione, avvallando il ritorno della Cina in calendario. 

Fino ad adesso il team MotoGP di KTM si è salvato dalla “scure” di Bajaj, che però sembra determinata a mettere nel mirino anche il motorsport, dopo la produzione. Il costruttore indiano, che ha salvato Mattighofen dal fallimento, vuole infatti tagliare il 50% dei costi, incidendo così sui 60 milioni di euro di investimenti annuali nelle corse motociclistiche. Sembrerebbe che alla nuova proprietà non vada giù l'idea che in Austria circa 2mila persone siano impiegate nel racing, più che nel produrre moto per il mercato.

Il reparto corse di KTM però non è certo un asset da mettere in liquidazione, soprattutto per quanto riguarda il suo gioiello più prezioso: la MotoGP. Si tratta di ben due team, che valgono altrettanti slot nel motomondiale e un insieme di competenze e strutture d'eccellenza.

L'occasione giusta

E qui si innesta l'interesse della cinese CFMoto, che invece è molto interessata all'approccio ready to race del marchio con cui collabora da diversi anni. I cinesi hanno grandi ambizioni: diventare il primo costruttore cinese in MotoGP.

Gunther Steiner (ex Haas Formula 1) dal 1° gennaio rileverà il team Tech3, ma la squadra factory invece è ancora potenzialmente sul mercato, dispone di due piloti di primo livello come Pedro Acosta e Bard Binder, tecnici qualificati e materiale tecnico assolutamente futuribile. In particolare il nuovo motore da 850cc, che sarebbe già in avanzata fase di sviluppo. Certo che per proseguire, servono soldi e i cinesi hanno un capitale importante. Forse non vogliono spendere 100 milioni per prendere il pacchetto completo, ma un conto è valutare a un prezzo inferiore l'asset, un conto è non avere la disponibilità per sedersi a trattare. Anche perché produrre tutto da zero non solo potrebbe costare molto, ma non è detto che i risultati siano accettabili e CFMoto non sembra intenzionata a calcare il palcoscenico mondiale per fare figuracce.

La forza del dragone

CFMoto dispone di 9mila dipendenti e un fatturato di oltre 2,4 miliardi di dollari all'anno scorso, circa 10 volte il valore di soli 8 anni fa. Sono numeri impressionanti, oltre al fatto che CFMoto controlla ancora il 2% di Pierer Mobility e ha prodotto migliaia di KTM/Husqvarna in Cina. La partnership con KTM ha inoltre preso già da tempo anche la via del motorsport e appena l'anno scorso David Alonso e il team Aspar hanno vinto il titolo Moto3 con una KTM marchiata CFMoto.

Il disegno di CFMoto è a lungo termine e si inserisce nel tentativo, studiato con Dorna/Liberty Media, di riportare il motomondiale in Cina, una prospettiva che potrebbe realizzarsi già nel 2027. I dirigenti spagnoli hanno già fatto visita nel Paese e agli stabilimenti di CFMoto, per discutere con i manager del marchio asiatico un piano che possa dare la giusta visibilità agli eventuali sforzi economici di CFMoto.

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