Von Dutch: il genio ribelle che fece entrare l'arte nelle officine
Per alcuni, Von Dutch è solo un marchio d'abbigliamento in voga nei Duemila. Per gli appassionati di moto, è prima di tutto Kenny Howard, uno dei personaggi più folli, geniali e controversi della Kustom Kulture americana...
Dopo esserci addentrati nel mondo della decorazione artigianale, parlando di pinstriping e airbrush, è giunto il momento di approfondire la storia di una delle icone assolute della Kustom Kulture: Kenny "Von Dutch" Howard.
Kenny nasce nel 1929 a Los Angeles. Figlio d’arte, eredita dal padre Wally - già pittore di insegne - la passione per colori e pennelli. Già a 10 anni maneggia gli attrezzi del mestiere e impara così a "letterare" con mano ferma sulla cartellonistica commerciale. Kenny è talentuoso, ma anche «stubborn as a Dutchman», come dicono in famiglia: è testardo come un olandese. Il nomignolo “Dutch” nasce così e gli rimarrà appiccicato per tutta la vita...
Anche se il prefisso “Von” lo aggiungerà più tardi, come firma artistica, il destino di Kenny sembra tracciato ancor prima che arrivi l'adolescenza.
1944-1992: Parabola di un artista
Al compimento dei 15 anni, "Dutch" decide di abbracciare la sua altra passione: la meccanica. Trova lavoro nell'officina di motociclette di George Beerup e risale proprio a quel periodo di formazione il primo scatto di Kenny su una moto: è il 1946 e la protagonista è una Indian Scout con manubrio alto, forcella a balestra, doppi scarichi e un'elegante serbatoio cromato di fattura inglese.
Von Dutch su Indian Scout, 1946
Ispirandosi al pioniere Tommy "The Greek" Hrones, attivo nella Bay Area della California settentrionale, Kenny decide di applicare il suo estro decorativo alle moto sulle quali lavora e - a partire dal 1950 - può dedicarsi con costanza a questa attività. Da questo momento Howard esiste soltanto nella veste del suo alter ego: Von Dutch. Bazzica da un’officina all’altra con un piccolo bus, attrezzato come laboratorio, dipingendo e "stripando" ciò che capita.
Nel 1952 Von Dutch passa all'officina di CB Clausen, dove lavora esclusivamente su motociclette. Risale a questo periodo la sua seconda creazione su base Scout, preparata con un kit di conversione Crocker OHV . Lavora anche per George Barris, George Cerny ed è al fianco di Dean Jeffries quando questi avvia la propria carriera. Solo nel 1960, Von Dutch finisce sotto l'ala di Bud Ekins: pilota, stuntman (La Grande Fuga, Bullitt, NdR.) e collezionista verace, Ekins ha infatti bisogno di mani capaci e menti creative, per restaurare e mantenere il suo plotone di mezzi...
La Indian Scout convertita Crocker OHV, 1952 circa
Concluso il rapporto con Bud, Von Dutch torna a bordo del suo bus-laboratorio e trova, di nuovo, un certo periodo di sosta a metà degli Anni 70. Lavora per il "Cars of the Stars and Planes of Fame Museum" di Jim Brucker svolgendo un incarico analogo a quello che lo vide impegnato con Ekins. Qui, Dutch si trova a contatto con un altro grande nome della Kustom Kulture: Ed Roth, il quale costruisce scenografie e insegne per la collezione, oltre ad essere tra i principali "fornitori" delle auto stipate nel museo, derivate proprio dalla cessata attività dei Roth Studios (1970). L'avventura del Cars of the Stars and Planes of Fame Museum termina nel 1979 e Von Dutch finisce per parcheggiare il proprio autobus nei pressi di un ranch di proprietà di Brucker. Vi rimane per i restanti tredici anni, gli ultimi della sua vita...
Il bus-laboratorio che per Von Dutch fu anche casa
Trapano a colonna, piccolo tornio... sul bus di Von Dutch non mancava nulla
Kenny "Von Dutch" Howard morì nel 1992 - a soli 63 anni - per complicazioni legate al fegato conseguenti all'abuso d'alcool. Come un autentico "free bird", parafrasando un classico statunitense, le sue ceneri vennero disperse nell’Oceano Pacifico.
Stile ed Eredità
Il "marchio di fabbrica" al quale è associato più di frequente è il Flying Eyeball, l'occhio "volante" entrato nel mito della cultura custom. Non un tema del tutto originale, ma di certo esclusivo nel modo in cui Von Dutch ha saputo declinarlo, ricordando lo stile cartoonistico di Basil Wolverton.
Il Flying Eyeball secondo l'interpretazione di Von Dutch
Ma Von Dutch non è stato solo pinstriping: fabbro, costruttore di coltelli e decoratore d'armi da fuoco, nel 1958, costruisce la famosa “Mare’s Leg”, un Winchester modificato ad hoc per la serie TV "Wanted: Dead or Alive" e portato in scena da Steve McQueen.
Steve McQueen posa brandendo la Mare's Leg
Per quanto il suo nome faccia drizzare le antenne ai bikers, certamente una delle imprese che ancora oggi ne alimentano il mito si lega alle quattro ruote. Il modo in cui Von Dutch ha saputo lavorare a mano libera la leggendaria Pontiac Firebird “Blue Velvet” del 1979, ornandola con due strisce parallele perfettamente "tirate" - lunghe più di 5 metri per lato - racconta molto della sua abilità e meticolosità.
Pontiac Firebird “Blue Velvet”, 1979
Pontiac Firebird “Blue Velvet”, dettaglio dipinto a mano
Nonostante una massiccia dose di talento sul quale monetizzare, Von Dutch fu sempre uno spirito anti-commerciale. Detestava la routine del mercato, raddoppiava i prezzi per tenere lontani troppi clienti e spesso fuggiva dal successo. Preferiva vivere al margine, con libertà totale e senza compromessi.

Cartellonistica pubblicitaria del brand Von Dutch
Dopo la sua morte, le figlie trasformarono il nome Von Dutch in un marchio di abbigliamento; un destino commerciale che lui, probabilmente, avrebbe detestato...
Foto e immagini