La R3 è la sportiva da patente A2 di Yamaha, sfoggia linee filanti e particolari aggressivi come il cupolino (studiato nella galleria del vento) con una presa d’aria simile a quella delle sorelle maggiori, doppio faro e luci di posizione a led.
Bicilindrico raffinato
Per quanto riguarda la ciclistica c’è una forcella KYB a steli rovesciati da 37 mm, mentre al posteriore troviamo un monoammortizzatore regolabile nel precarico. Il telaio in acciaio è lo stesso della precedente versione e ospita il collaudato bicilindrico frontemarcia da 321 cm3, quattro valvole per cilindro e doppio albero a camme in testa da 42 CV (perfetto quindi per i neopatentati A2). L’impianto frenante sfrutta un disco da 298 mm all’anteriore con pinza flottante a due pistoncini, mentre al posteriore c’è un disco da 220 mm con pinza a singolo pistoncino.
Spinge ai bassi
Azzeccata la posizione di guida della YZF-R3, è un ottimo compromesso tra comfort e sportività: permette di caricare l’avantreno quando si è in pista, ma in città non affatica troppo braccia e polsi. Il bicilindrico 300 di Yamaha è sempre un piacere da usare: spinge bene ai bassi, a parte un leggero effetto on-off sotto i 4.000 giri, poi allunga lineare e corposo fino alla zona rossa, con poche vibrazioni concentrate su manubrio e pedane. Fra le curve la R3 risponde con prontezza ai comandi del pilota, rapida nei cambi di direzione (merito anche del peso di soli 169 kg in ordine di marcia) e stabile in percorrenza di curva. Le sospensioni sono un po’ morbide, ma si apprezzano in città e sullo sconnesso. Discreta la frenata: la leva dell’anteriore va strizzata con decisione, il posteriore invece ha un buon mordente.
Perché sì
È la moto giusta per chi vuole iniziare a prendere confidenza con il mondo delle sportive.
Il motore è abbastanza brillante, restando sempre ben gestibile.
La ciclistica è ben a punto e permette di tenere con precisione le traiettorie impostate dal pilota, pur avendo un avantreno molto leggero e reattivo.
Perché no
Agli alti regimi si sentono alcune vibrazioni su pedane e manubrio, ma non sono troppo fastidiose.
Il comando del freno anteriore va azionato con decisione per ottenere il meglio dal grosso disco anteriore.
Le sospensioni morbide non sono il massimo per la guida sportiva, meglio evitare comando bruschi.