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Concept "dimenticati": dieci modelli che ci sarebbe piaciuto vedere nelle concessionarie

Da Honda a Laverda, negli ultimi 20 anni abbiamo visto esposte ai vari saloni numerosi ed interessanti concept mai approdati alla produzione di serie. Un peccato, considerando che molti ti questi avrebbero - col senno di poi - riscosso un buon successo. Eccone 10
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Concept bike
Presentati come “semplici” concept o showbike e forti di un favore di pubblico non indifferente, alcuni modelli proposti dalle case non sono mai arrivati in produzione. E per alcuni di essi è davvero un peccato visto l'apprezzamento riscosso da parte di stampa e appassionati: eccone 10 che ci sarebbe tanto piaciuto vedere in vendita nelle concessionarie.


Yamaha Chivicker
Presentato nel 2003, il Chivicker di Yamaha altro non era che un semplicissimo monocilindrico da 50 cm3 “incastrato” in uno scheletro leggero e dallo stile decisamente ricercato, ispirato, potremmo dire, a quello di una BMX a pedali. All’epoca tuttavia, l’attenzione era in gran parte focalizzata sulle prestazioni “pure” e la ricerca di nuove tecnologie e l’idea di un mezzo così semplice, leggero ed economico (e soprattutto lento e poco performante) non faceva impazzire. Peccato: oggi (magari se convertito in elettrico) il Chiviker potrebbe riscuotere un ottimo successo!


Honda EVO6
Era il 2007, la crisi finanziaria non era ancora arrivata, il mercato delle due ruote andava a gonfie vele ed il Motor Show di Tokyo fu quell’anno palcoscenico per la presentazione di numerosi ed interessanti concept bike.
Tra queste, vi era anche la EVO6, Honda dall'aspetto certamente insolito basata sul sei cilindri da 1800cm3 della Goldwing. Una sorta di antesignana della Diavel e della Rocket III, con il ruotone posteriore esagerato, la coda striminzita e la massa tutta protesa in avanti. Poteva essere una buona idea, ma la crisi del 2008 spazzò via ogni possibilità di vederla andare in produzione…


Yamaha XS-V1 Sakura
Anche lei presentata nel 2007, l'XS-V1 Sakura anticipava i tempi della moda retrò. Il pannello laterale in alluminio pressofuso, il faro a LED dall’aspetto vintage ma dai dettagli futuristici, lo scarico “morbido” e le finiture del bicilindrico DOHC raffreddato ad aria sono tutti elementi che oggi piacciono parecchio. Al tempo, forse, non furono capiti…


Laverda SFC 1000
Quando nel 2004 ne arrivò la versione con targa e fari, sembrava ovvio che l’SFC 1000 presentato solo un anno prima sarebbe presto entrato in produzione. Cosa che poi non avvenne. L’idea della SFC, lo ricordiamo, nacque poco dopo l’acquisto di Laverda da parte di Aprilia, nel 2000. Sfortunatamente, mentre l'SFC si stava avvicinando, la ruota girò di nuovo e Aprilia si ritrovò di colpo nella stessa difficile situazione in cui si trovava prima Laverda. Il marchio di Noale fu quindi acquistato nel 2004 da Piaggio che, non vedendone il valore, si dimenticarono del progetto SFC 1000 e, con esso, della stessa Laverda. 


Honda CB4X
Qui siamo nel presente: disegnata da Valerio Aiello con il supporto del team di designer della Honda R&D di Roma, la CB4X è stata esposta durante l’ultima edizione di EICMA.  Collocabile, forse, nel segmento delle crossover sportive, la CB4X potrebbe presto arrivare alla produzione: in base alla indiscrezioni trapelate dal web, potremmo forse vederla a breve equipaggiata con il quattro cilindri preso in prestito dalla CBR 650 o, magari, con il più possente 998 cm3 della sorellona CB 1000R…


Sachs Beast
Disegnata da Target Design - la stessa azienda che ha prodotto la Katana per Suzuki nel 1979 - la Beast veniva equipaggiata con il bicilindrico a V Folan a 60 gradi già visto sulle Highland svedesi. Il punto di forza del concept era però la totale mancanza di un telaio, “sostituito” di fatto proprio dal il V-twin da 998 cm3 in alluminio. Causa mancanza di forniture il progetto si arenò quasi subito, tornando poi, ma solo in parte,  con la B805 del 2001 che, dalla Beast, prendeva in prestito i fari e poco altro…


Aprilia Blue Marlin
Anch’essa apparsa nei primi mesi del nuovo millennio, la Blue Marlin di Aprilia sembrava già pronta per la produzione. Così però non è stato: spogliato di tutto, il concept  mancava in realtà di “parti vitali”, come il serbatoio di raccolta del radiatore e la batteria. Una strada simile la percorse poco dopo Aprilia con la Tuono del 2002, suggerendo l’idea di un airbox tanto piccolo da potersi adattare allo spazio ridotto concesso dal design minimal della moto…


Honda RC-E
Nel 2011, quando rivelò il concept dell’elettrica RC-E, sembrava che Honda si stesse seriamente interessando al settore delle zero emissioni. In realtà, le cose andarono in modo diverso. L’idea delle batterie fu sviluppata infatti dalle Mugen schierate al via per il TT Zero del 2012: Honda accantonò quindi il progetto della RC-E, lasciando alla divisione fondata da Hirotoshi (il figlio di Sōichirō) il comparto delle elettriche da competizione.


Yamaha Tesseract
Il Tesseract, oltre che il cubo cosmico dell'universo Marvel, altro non è che l’antesignano di Tricity e Niken. Vero, in questo caso le ruote sono quattro e non tre ed il sistema di sospensioni inclinabili completamente diverso, ma l’idea rimane la stessa. Nel 2007 fu la genesi del progetto che, un decennio dopo, portò al lancio della Niken… Sebbene il Tesseract non arrivò mai in produzione, a lui si deve anche il prototipo - sempre a quattro ruote inclinabili - OR2T presentato nel 2015. Il design è un altro, ma la base tecnica, come appunto il comparto  sospensioni, molto simile a quella del Tesseract.


Honda CB1100R
Nel 2007, Honda ha svelato due concept quattro cilindri in stile retrò raffreddati ad aria. Uno era la naked CB1100F - poi arrivata in produzione nel 2010 quasi completamente invariata - l’altro la CB1100R, versione sportiva ispirata alle vecchie endurance con sella monoposto, telaio leggerissimo, forcellone in lega rinforzato, forcella rovesciata e freni ad attacco radiale. Disegnato con la classica vernice Honda bianca, rossa e blu, il concept CB1100R suscitò un notevole interesse, senza purtroppo approdare alla produzione…
 

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