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MotoGP, Stoner: “Il più grande errore fatto da Ducati è stato mandare via Preziosi”

MotoGP news – Dopo il titolo conquistato da Stoner nel 2007 Ducati ha dovuto aspettare 15 anni per tornare davanti a tutti. L’australiano ha spiegato cosa, secondo lui, non ha funzionato 

Da Stoner a Bagnaia passando per Rossi e Dovizioso
Ducati ha ritrovato il successo con Francesco Bagnaia nel 2022, quindici anni dopo il titolo iridato conquistato da Casey Stoner, che inaspettatamente riuscì a centrarlo alla prima stagione con la rossa. Stiamo parlando di due periodi piuttosto lontani tra loro, nel mezzo figure importanti come Valentino Rossi, che ha raccolto l’eredità di Stoner, senza però riuscire a trovare le giuste sensazioni con la “rossa”, e Andrea Dovizioso, che ha fatto un importante lavoro per far nascere la Desmosedici di oggi.

Le difficoltà vissute in quegli anni in Ducati
Quando arrivò Rossi, però, a farne le spese fu l’ingegnere e direttore generale di Ducati Corse, Filippo Preziosi, che era stato a capo del progetto vincente con Stoner e proprio il suo licenziamento è considerato uno dei più grandi errori da parte di Ducati, secondo l’australiano. Alla Gazzetta dello Sport l’ex pilota ha infatti raccontato: “Quando si sono sbarazzati di Filippo Preziosi, è stato il loro errore più grande. E non ho rispetto per il modo in cui è successo. Questo ragazzo era molto intelligente. Negli anni in cui sono stato con lui, qualunque fosse la moto con cui iniziavamo l'anno, finivamo l'anno allo stesso modo. Non abbiamo mai ricevuto parti nuove durante la stagione. Tutti gli altri ricevevano aggiornamenti e si miglioravano e noi abbiamo avuto lo stesso identico pacchetto”.

Questo rappresentava un problema non da poco: “Se avevamo un problema dovevamo trovare un modo per risolverlo con la moto che avevamo e questa è sempre stata una sfida per me e la mia squadra. Non abbiamo mai avuto il budget per produrre un altro telaio con cui correre il resto della stagione. Quindi non siamo mai stati in grado di farlo”. Un limite importante, complice anche della mancata conferma in termini di risultati.

 

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