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Stoner: "Avevo previsto le difficoltà di Honda e non mi hanno ascoltato"

MotoGP news - Dal 2023 Casey guarda le gare da casa, pur avendo successivamente svolto il ruolo di collaudatore per Ducati e Honda. L'australiano ha una chiara visione d'insieme su come Honda sia arrivata a questa situazione

Quanto è cambiata la MotoGP?
Campione iridato nel 2007 con Ducati e nel 2011 con Honda, noto per essere uno dei talenti più cristallini della sua generazione, Casey Stoner dal 2012 si è ritirato dalle corse. L'australiano però è sempre rimasto legato al mondo delle gare, svolgendo successivamente il collaudatore per le due Case costruttrici con cui ha vinto e oggi si ritrova davanti a una MotoGP completamente diversa. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Stoner ha spiegato: "La moto è diventata più importante del pilota e non sono d’accordo con questa progressione. Alcuni piloti sono molto più bravi ad uscire dalle curve e ad avere più controllo durante l’accelerazione, come Dani Pedrosa: le qualità che servono per dimostrare una guida superiore ma questa qualità sono azzerate dall'elettronica, l'unico modo in cui si può fare la differenza è staccare più tardi per entrare in curva. Ad esempio, nel 2011 Dani Pedrosa era quasi due decimi più veloce di me con la stessa moto. Faceva qualcosa di incredibile con il freno posteriore per fermare le impennate e guadagnare tanta distanza. Non c’era differenza, era semplicemente migliore di me. Ora gli elementi che una volta erano controllati dal pilota come la trazione, la gestione delle gomme e il rischio di impennata sono mascherati dall’elettronica".

Le previsioni di Stoner
Francesco Bagnaia
ha vinto gli ultimi due titoli di MotoGP ma come se la caverebbe senza elettronica? "Pecco corre su pista sterrata, per questo sa come gestire scivolamenti e lo spinning. Sono solo alcuni dei tanti elementi di guida che spariscono dietro agli aiuti dei componenti extra. Secondo me Marco Bezzecchi, ad esempio, sarebbe probabilmente più competitivo. Ci sono alcuni piloti che corrono davanti che non credo otterrebbero gli stessi risultati se si togliesse il controllo di trazione. Spesso sono più veloci di quanto dovrebbero essere".
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Stoner ha bocciato il nuovo format con la Sprint, la gara più corta del sabato: "Non mi piace per niente. È un campionato del mondo, quindi l’attenzione deve essere focalizzata sulla gara della domenica. Il bello della MotoGP è che non ha bisogno di novità per creare gare incredibili. Non siamo la Formula 1 e secondo me dovremmo smettere di copiarli, dato che il nostro sport è molto più complesso a livello fisico".

Il dietro le quinte con Honda
E' stato un pilota Honda e conosce molto bene l'ambiente. Può quindi dare una sua spiegazione dettagliata su come la Casa alata oggi si ritrovi in questa situazione: "Eravamo arrivati a un punto in cui la squadra di Marc stava iniziando a rifiutare le mie indicazioni. Ho provato ad avvertirli, dicendogli che se avessero continuato a seguire solo gli sviluppi di Marc, lui sarebbe stato l’unico in grado di guidare quella moto, e gli incidenti sarebbero stati frequenti. E avevo ragione, come dimostrano i risultati del 2015, ma non mi hanno voluto ascoltare e invece hanno deciso di allontanarmi".

Infine ha commentato la mossa di Marc Marquez, che ha preferito salutare Honda per salire sulla Ducati del team Gresini: "Non me l'aspettavo, ma capisco che se ne sia andato. Con tutte queste componenti extra sulla moto è molto difficile capire se a sbagliare sia stato lui o la Honda. Andare in Ducati significa capire di persona contro cosa ha gareggiato in questi ultimi anni e capire se può fare la differenza anche lì. Non è stata una scelta sbagliata andarsene, e credo che abbia lasciato la porta aperta per tornare da loro se le cose dovessero cambiare in Honda".

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