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10 moto che sono leggenda degli anni 80: capolavori a due ruote

Dalla prima race-replica alle maxi enduro da deserto: ecco le moto che hanno segnato un decennio leggendario

Gli anni 80 hanno rappresentato un periodo di svolta per il motociclismo: le principali case costruttrici hanno introdotto soluzioni tecniche rivoluzionarie e modelli che sarebbero diventati veri punti di riferimento. In questo decennio sono nate le prime supersportive moderne, le sport tourer, le muscle bike e il primo accenno di... crossover. Ecco dieci modelli che meglio hanno rappresentato lo spirito innovativo di quell’epoca.

Suzuki GSX-R 750 (1985) 

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Presentata al Salone di Colonia del 1984 e commercializzata nel 1985, la GSX-R 750 è considerata la prima vera "race-replica" destinata al pubblico. Equipaggiata con un quattro cilindri in linea da 749 cm³ raffreddato ad aria/olio (sistema SACS), sviluppava oltre 100 CV e pesava circa 179 kg a secco. Il telaio in alluminio a doppia trave contribuiva a un'agilità fino ad allora sconosciuta nelle maxi sportive stradali.

Kawasaki GPz900R Ninja (1984) 

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Nota anche come ZX900A, è stata la prima Kawasaki a portare il nome "Ninja". Montava un motore quattro cilindri in linea da 908 cm³ raffreddato a liquido, con distribuzione a doppio albero a camme in testa e 16 valvole. Con 115 CV e una velocità massima superiore ai 240 km/h, fu per un periodo la moto di serie più veloce del mondo. È divenuta celebre anche per la sua apparizione nel film "Top Gun".

Honda VFR 750 F (1986) 

La VFR 750 F segnò il passaggio dalle problematiche serie VF a una nuova generazione di sport tourer. Dotata di un V4 da 748 cm³ con distribuzione a cascata d'ingranaggi, telaio in alluminio e una ciclistica derivata dalle corse, offriva equilibrio tra prestazioni, affidabilità e comfort. Fu anche una delle prime moto a utilizzare la forcella anti-dive TRAC.

Yamaha FZR 1000 (1987) 

Evoluzione della FZ750, la FZR 1000 fu tra le prime a introdurre il telaio Deltabox in alluminio. Il suo motore da 989 cm³ con testata a 5 valvole per cilindro, raffreddamento a liquido e potenza di circa 135 CV, la rese una delle sportive più avanzate dell’epoca. Rappresentò una pietra miliare nella transizione verso le maxi sportive degli anni ’90.

Yamaha V-Max (1985) 

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Pensata principalmente per il mercato nordamericano, la V-Max (VMX12) era spinta da un V4 da 1.198 cm³ derivato dalla Venture. Con l’introduzione del sistema V-Boost, la potenza raggiungeva i 145 CV. Il suo stile imponente e le prestazioni in accelerazione la resero una vera muscle bike, divenuta oggetto di culto.

Honda RC30 (VFR750R) (1987) 

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Realizzata per l'omologazione nel neonato mondiale Superbike, la RC30 era una moto da corsa con targa. Il suo V4 da 748 cm³ utilizzava bielle in titanio, distribuzione a ingranaggi e forcellone monobraccio Pro-Arm. Con circa 118 CV e una ciclistica raffinata, fu vincente in pista e ambita dai collezionisti.

Ducati 851 (1988) 

La Ducati 851 rappresentò la svolta tecnica per la casa bolognese: primo motore Desmoquattro raffreddato a liquido, iniezione elettronica e 4 valvole per cilindro. Con una potenza intorno ai 102 CV e un telaio a traliccio, aprì la strada ai successi nel mondiale Superbike, che vinse nel 1990 con Raymond Roche.

Yamaha XT 600 Ténéré (1983) 

Derivata dalla XT550, la XT 600 Ténéré fu progettata per evocare l’avventura africana. Il suo monocilindrico da 595 cm³ e il serbatoio da 30 litri la rendevano adatta a lunghi viaggi nel deserto. Fu una delle prime moto a rendere popolare l’immaginario della Parigi-Dakar.

Cagiva Freccia C12 (1987) 

Disegnata da Massimo Tamburini, la Freccia C12 fu una 125 sportiva dall’estetica e ciclistica curate. Montava un motore a due tempi Rotax con valvola RAVE, telaio a doppia culla e carenatura integrale. Fu una delle ottavo di litro più desiderate dagli adolescenti italiani dell’epoca.

Bimota YB4 E.I. (1988) 

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Prodotta in serie limitata, la YB4 E.I. impiegava un motore Yamaha 750 a 5 valvole per cilindro e iniezione elettronica Weber-Marelli. Il telaio in alluminio a doppia trave era interamente progettato da Bimota. Con questa moto nel 1987 Virginio Ferrari vinse il campionato TT F1 (antenanto della SBK), dimostrando l’eccellenza della piccola casa riminese.

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