Suzuki Bandit 400: che bella che era, ma in Italia durò poco
Da noi arrivò solo la prima serie che univa look raffinato e prezzo competitivo. Precorse i tempi, ma la sua parabola fu breve
Una naked diversa dalle altre
Nel 1989 Suzuki presentò in Giappone la Bandit 400, una naked sportiva che si distingueva per stile e soluzioni tecniche raffinate. La moto arrivò anche in Italia nella prima serie, in un periodo in cui il cambio favorevole tra lira e yen ne rendeva il prezzo particolarmente competitivo: circa sette milioni di lire, un’ottima cifra per una quattro cilindri 16 valvole ben rifinita. Il design curato, con verniciature monocromatiche estese anche al telaio a traliccio, contribuiva a definirne un’identità forte con venature vintage, per i tempi fuori dagli schemi.
A proposito di 400 (inspiegabilmente) mai viste in Italia: Honda CB400 Four
La tecnologia non bastò a salvarla
Negli anni successivi, Suzuki introdusse sulla Bandit il motore VC con doppio profilo di camme, già visto sulla versione 250. Questo sistema permetteva al 4 cilindri da 398 cm³ di modificare la fasatura in base al regime, offrendo una doppia anima tra erogazione ai bassi e prestazioni in alto.

La versione con cupolino in stile café racer era decisamente in avanti sui gusti europei (e infatti da noi non arrivò mai)
Nonostante l’evoluzione tecnica, la seconda serie della Bandit 400 – così come la successiva versione con cupolino – non vennero più importate in Italia. Il cambio meno favorevole e l’arrivo della versione 600 (più grande ma anche meno riuscita esteticamente) ne decretarono la fine sul nostro mercato.

La Bandit 400 seconda serie si riconosceva per il motore con testata rossa e logo VC sul fianco della bancata. Erano i segni distintivi del nuovo motore a fasatura variabile
Una meteora elegante
La Bandit 400 resta un esempio di come Suzuki seppe anticipare le tendenze del segmento naked con una proposta curata, originale e accessibile. Fu apprezzata da molti appassionati, ma la sua carriera fu breve. La combinazione tra uno stile elegante e un’impostazione sportiva la rese unica nel panorama dell’epoca. Oggi è un piccolo cult tra gli estimatori delle quattro cilindri anni 90, e un ricordo vivido per chi ha avuto la fortuna di possederla.
Quando arrivò sul mercato, la Bandit 600 era disponibile in versione naked oppure in versione S, ma era decisamente meno bella rispetto alla 400
Foto e immagini
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