Sfide storiche: Vespa vs Lambretta, a confronto le sportive GS e TV
Due scooter, due icone, due modi diversi di interpretare la libertà su due ruote. Vespa e Lambretta hanno fatto epoca, dividendo generazioni di appassionati. Una rivalità “gentile”, ma mai davvero risolta. E se mettessimo a confronto una TV 175 con una GS 160?
Vespa o Lambretta?
Due nomi, due scuole di pensiero, due anime affini eppure così diverse. Negli anni del boom economico, Vespa e Lambretta non furono soltanto scooter, ma simboli di uno spirito collettivo che si traduceva in tifoserie pacifiche e accese schermaglie da bar. Oggi, a distanza di oltre sessant’anni, quella contesa continua a far battere il cuore dei collezionisti e degli appassionati che, con un sorriso anche se a voce alta quando la discussione s’infiamma, sanno ammettere i punti di forza e di debolezza di entrambi i miti italiani.
Origini comuni, caratteri distinti

Nate nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica, Vespa e Lambretta condividono un progetto di fondo: offrire trasporto economico, affidabile e accessibile. Entrambe sfruttano un motore monocilindrico raffreddato ad aria, piccole ruote e cambio al manubrio. Eppure, fin dai primi modelli, si delineano due filosofie. Da una parte c’è la Vespa, con la sua monolitica scocca in lamiera, una semplicità costruttiva disarmante (ma geniale), un peso contenuto, una manutenzione semplicissima, ridotta all’osso e, non da ultime, linee tanto belle ed aggraziate dall’essere immediatamente entrate nel cuore degli italiani. Dall’altra c’è la Lambretta, che alla scocca preferisce un più raffinato telaio tubolare con tanto di carrozzeria smontabile, con una meccanica ben più complessa ed una cura dei dettagli dall’impronta “elitaria”. Metterle a confronto è difficile ma, volendolo fare, si potrebbero scegliere due modelli iconici come la TV 175 e la Vespa GS 160…
Lambretta TV 175 terza serie: elegante ed imponente

Lanciata nell’aprile del 1959, la Lambretta TV 175 terza serie, rappresenta l’apice dell’evoluzione Innocenti. Telaio tubolare , cofano smontabile e carrozzeria curata nella finitura diedero fin da subito un’impressione di solidità e precisione. Il passaggio dal motore verticale al 175 cm3 orizzontale, abbinato alla trasmissione primaria a catena, garantì una risposta pronta e una velocità leggermente superiore rispetto alla Vespa coeva. La pedana ampia e il parafango anteriore massiccio — dominato da una larga modanatura che incorpora il clacson — mettevano in risalto una linea imponente, meno “minimal” rispetto alla Vespa. La sella generosa ospita con comodità due persone; il passeggero può appoggiare agevolmente i piedi grazie alla larghezza contenuta del retrotreno. In marcia, la TV 175 si distingue per la stabilità: frenate sicure anche sulle asperità dell’asfalto e un comportamento lineare in curva. Sul fronte del comfort, l’ammortizzatore posteriore rigido ricorda che la priorità non era l’assorbimento delle buche ma la solidità strutturale. Piloti di bassa statura possono faticare a terra per la pedana alta, ma trovano in cambio un ottimo riparo dal vento e dalle intemperie. L’affidabilità, infine, risponde a percorsi fino a 50 000 km senza interventi drastici; qualche gioco alla catena primaria resta l’unica nota stonata in una fuoriserie d’altri tempi.
Vespa GS 160: leggera e sportiva

La Vespa GS 160, presentata al Salone di Milano del 1962 come evoluzione della celebre 150 GS aveva, come la sorella, la scocca in lamiera stampata che avvolgeva motore e telaio in un unico guscio, mentre i cofani panciuti, uniti alla lunga sella sagomata, delineavano un profilo aggraziato. L’immagine perfetta dello “sportivo urbano”. Il motore monocilindrico verticale da 160 cm3, abbinato al collaudato cambio a quattro rapporti, spinge fino ai 100 km/h con accelerazioni briose e un sound inconfondibile. Su strada, la G.S. 160 sorprende per agilità e maneggevolezza. Il telaio leggero permette cambi di direzione rapidi, essenziali nel traffico cittadino, mentre l’assetto rigido regala un filo di brio in più alle pieghe leggere. Il parafango anteriore, snello e pulito, contrasta con il manubrio in alluminio: un gioco di leggerezza e solidità. Il comfort si paga con qualche compromesso: la sospensione anteriore, valida su manto regolare, affonda in frenate brusche, mentre il passeggero sente il richiamo dei cofani, tanto che nascono accessori di ogni tipo — dalle pedane ribaltabili ai supporti telescopici — per attenuare l’ingombro. Nonostante ciò, la semplicità costruttiva del cambio fa scuola: innesti precisi, manutenzione minima e risposta immediata. Dal punto di vista dell’affidabilità, la Vespa G.S. 160 fa onore al suo retaggio: percorrenze tra i 40 000 e i 50 000 km senza grandi revisioni, a patto di dedicare attenzione periodica alla carburazione. Lì dove la Lambretta reclama interventi sulla trasmissione primaria, la Vespa chiede solo un filo di messa a punto al carburatore.
Tiriamo le somme: pro e contro a confronto
La Lambretta TV 175 e la Vespa G.S. 160 incarnano due anime dello scooter italiano: una spinta verso la precisione meccanica, l’altra verso la leggerezza e l’eleganza sportiva. Nessuna sentenza definitiva, solo preferenze di cuore. Certo, se proprio volessimo tirare le somme ed accennare ai pro e ai contro dell’una e dell’altra potremmo dire che mentre la Lambretta, con la sua struttura solida e la meccanica raffinata, si presenta come una vera fuoriserie dell’epoca, con tanto di telaio tubolare, cofano smontabile, finiture curate e prestazioni superiori, la Vespa GS 160, che gioca invece un’altra partita, è più leggera e snella. La prima è più comoda, la seconda più agile, la prima è più complessa e richiede più attenzioni, mentre la seconda, collaudatissima, ben più semplice da mantenere e manutenzionare. In fatto a stile c’è poco da dire: la Lambretta è curatissima, ma anche la Vespa, con la sua linea aggraziata ed inimitabile, si difende davvero bene…
La diatriba continua
Benissimo, ora che ci siamo divertiti guardano fuori, attorno e sotto la scocca dell’una ed il telaio dell’altra, una cosa dobbiamo, nuovamente, sottolinearla: non esiste vincitrice assolute e la scelta tra Vespa e Lambretta dipende oggi ancor più di ieri dai gusti e dai ricordi di ognuno. La partita rimane aperta…